BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 12/07/2004

L'EMOZIONE DELL'ETHOS
di Loredana Galassini

L'emozione dell'ethos aziendale si aggira all'interno di Bloom…vengono motivate esigenze, come il governo dei filosofi all'interno della vita dei timonieri politici, come lo fu Aristotele e i suoi seguaci o come lo fu Confucio e i suoi seguaci. Speranze di cambiamento strutturale di comportamenti che, invece di mettere la competitività e l'aggressività, guardino ai modelli nonviolenti e a quelli di fratellanza e uguaglianza. Però, ricordando la lezione di Ivan Illich, a me sembra che “ciò che conta”, ancora una volta “è avere titoli per riuscire nella vita e che è più importante apprendere le cose sul mondo che non trarre il proprio sapere dal mondo”. Cosa significa, per esempio, essere dirigente in una multinazionale come la Chiquita Brands International, messa sotto inchiesta dal dipartimento della Giustizia americana, dopo l'ammissione sui pagamenti a gruppi armati colombiani? A che servono le banane?

Scoprirà il dirigente, quello che già sanno tutti e cioè che il settore agroalimentare è strettamente legato a quello chimico e quindi alla guerra o forse già lo sapeva?

I defolianti di vietnamita memoria, l'agente Orange della Monsanto, passavano dai campi avvelenati per i consumatori, al genocidio di popolazioni inermi annaffiate di morte come i parassiti.

Perché i responsabili della Union Carbide che proprio venti anni fa fecero morire 5000 persone per la nube tossica rilasciata dalla fabbrica modello di pesticidi, scapparono piantando tutto in asso, non bonificando e facendo così morire altre 15.000 persone e sono rimasti impuniti, mentre chi ha subito lutti non è stato neanche risarcito?

Cos'è l'etica, dove arriva e dove dovrebbe portare la legge morale dentro di me di Kant?

Un esempio che a prima vista potrebbe sembrare positivo, è il paternalismo etico di Adriano Olivetti che quando gli segnalavano il furto di libri dalla biblioteca della sua città-azienda ideale, rispondeva di lasciar perdere perché “almeno leggono”. Un imprenditore illuminato che più che il patri monio, cercava il matri monio con la classe lavoratrice, anche se ruoli, competenze e gerarchie rimanevano separati proprio come siamo abituati nelle relazioni famigliari e di potere.

Mi domando sempre di più se alla parola ethos , non vada sostituita la parola eros . Esiste l'etica della guerra, l'etica calvinista, l'etica manageriale che codificano per pochi il diritto di comandare, di dirigere, di condurre la produzione industriale e del proprio io. Di carezzare il proprio ego con il successo, di blandire la propria solitudine con i bilanci. Atti masturbatori e impauriti per non vedere il contesto terribile in cui vengono operati.

Nel sito segnalato da Nino Messina leggo le parole di Tonino Bello: la città (azienda, industria,…) langue di interiorità , è vero, ma è vero anche che manca di relazione, di contatto, di fisicità. Se i corpi sudano nella bruciante estate, non c'è amore verso le ferite che procuriamo alla Terra che ci contiene tutti, ma un aumento produttivo di refrigeranti, arie condizionate, bibite e gelati omologati dall'industria chimica.

Non ho nulla contro il progresso, ma penso che sia arrivato il momento di non guardare più indietro, né di guardare avanti. Ma in alto, per cercare di raggiungere l'estasi, la pienezza e trarre il proprio sapere dal mondo più che continuare a piegare il mondo alle nostre regole, alle nostre etiche e alla paura di noi stessi. Lev Tolstoj ha evidenziato per noi la differenza tra uomini liberi e uomini educati, tra libertà e cultura in maniera molto chiara e semplice, senza ricorrere all'etica che troppo spesso si è rivelata una costruzione mentale a scapito della natura che non è né buona, né cattiva, né artificiale, ma vera e pulsante.

Pagina precedente

Indice dei contributi