BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 30/12/2002

LA FESTA DELL'ALTRA ECONOMIA

di Loredana Galassini

La festa dell’Altra Economia 1 è sempre un momento intenso di alternatività possibile, di modello consapevole della propria forza di consumatore , ma questa quinta edizione che si è tenuta a Roma dal 12 al 15 dicembre, brillava per la comunicazione, per lo sforzo e la facilità di scambio tra proposta e azione, come si è evidenziato nella tavola rotonda “Perché un’altra economia. Una possibile alternativa al profitto, al consumo e alla velocità”. Prima c’era stata la presentazione del portale italiano della cooperazione allo sviluppo, www.ong.it, la rete del solidale, il tentativo di mettere in comunicazione tante realtà che, altrimenti, potrebbero sentirsi isolate anche drammaticamente, a volte, e che invece possono diventare una forza. E’ l’intuizione antica del piccolo che avanza e che diventa consapevolezza, con linguaggi che conoscono il proprio limite: granello di sabbia, gocce d’acqua, lillipuziani, botteghe, locale, ma che diventano mare, globo, universo se l’infinitesimalmente piccolo e l’infinitesimalmente grande cominciano ad attrarsi e muoversi in cambiamenti armoniosi e vitali. E ci sono comportamenti da metabolizzare e fare propri, gesti quotidiani, piccole scelte fatte di piccoli filtri per i rubinetti che fanno risparmiare due litri d’acqua ogni 10 secondi e che costano pochi soldi, ma anche il grande sogno collettivo che un altro mondo è possibile.
Walter Veltroni, sindaco della città e Luigi Nieri, assessore alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale e per il Lavoro, nei loro saluti portano i segni del cambiamento di Roma, la città più solidale d’Italia, raccontano le difficoltà di destreggiarsi nella pratica difficile di essere diversi amministrativamente: scelte nei materiali di nuove costruzioni; lo spostamento all’economia locale delle mense scolastiche perché la scelta del biologico ha portato all’incremento delle piccole realtà produttive agricole; la guerra sottile alle mafie dell’attacchinaggio pubblicitario con le normative comunali per liberare la città dal massacro mediatico perché, come ha detto un’anziana romana nel suo intervento, “la pubblicità vuole possedere la mente, mentre l’economia invade i bisogni psichici”. Si discute sugli errori: la sponsorizzazione Nike per la realizzazione di campetti sportivi periferici che si è dimostrata un boomerang e che comporta criteri diversi nelle scelte.
“L’attenzione è stata più sulla realizzazione di campi sportivi, ma bisogna essere più attenti agli sponsor – dice il sindaco – e allora ci vuole maggiore collaborazione, una mappa possibile da fare insieme, per discriminare quelle aziende che violano eticamente guardando alle multinazionali che sono sotto boicottaggio, ma senza incorrere in faziosità pericolose. La città deve crescere compatibilmente, guardando alle variabili sociali e alle innovazioni”. Edifici pubblici con energia solare; scelte economico-politiche come quella di far diventare il Comune di Roma, socio di finanza etica; creazione di un mercato permanente equo e solidale: partecipazione, condivisione, dialogo, perché come dice Miriam Giovanzana, direttrice di AltrEconomia, “siamo realtà tutte molto complesse. Siamo tutti molto complessi e dobbiamo studiare, conoscere, sperimentare, utilizzare le nostre diversità perché è difficile lavorare insieme”.
Francuccio Gesualdi del Centro Nuovo Modello di Sviluppo interviene sul progresso tecnologico che, come tutti verifichiamo, non serve a lavorare meno ma fa lavorare di più e “così si rimane affogati in un sistema impostato da chi sta sul <ponte di comando> , cioè dai mercanti il cui obiettivo è arricchirsi, arricchirsi, arricchirsi. Bisogna rompere lo schema per vivere bene le varie dimensioni dell’essere umano, sia spirituali che sociali, orientando le scelte tecnologiche a liberare il tempo. Ma come?”.
La risposta la dà Cristoph Baker, scrittore e saggista, presentando il suo “Lentezza, ozio, nostalgia” 2 perché è arrivato il momento, dopo la caduta psicoemotiva del progresso così inteso, di mettere “i sogni al centro del tavolo, liberandoci dal tabù del lavoro. Impieghiamo tutta la nostra vita per guadagnarla e invece dobbiamo spezzare il mercato, aprire la nostra testa, aprire la finestra e diventare interlocutori non solo degli umani, ma cominciare a dialogare anche con i tramonti, comunicare con il vento. Rallentare, ascoltare. La lentezza come modello di sviluppo capovolto, per cercare una nuova armonia. Scegliere il sostantivo piuttosto che l’aggettivo”.
Alex Zanotelli, missionario comboniano, soave come sempre, ci ricorda “l’altro noi”, quello che per festeggiare questo scintillante Natale spenderà 750 milioni di dollari solo in Usa e in Europa, mentre vengono contati “oltre un miliardo di esuberi umani, mentre ogni due secondi muore un bambino, 150 milioni non faranno mai la prima elementare e i bimbi morti in guerra, negli ultimi due anni, sono più di 2 milioni. Ma se il costo della guerra già in corso varierà dai 100 ai 1900 milioni di dollari nei prossimi 10 anni, il cambiamento nasce dal basso e il commercio equo e solidale è uno strumento politico perché ogni bottega è una piccola comunità, un modo per stare insieme, per acquisire coscienza. Il commercio equo e la bioagricoltura si devono unire per diventare strumenti di autosostentamento, dal produttore al consumatore. L’industria così com’è ci uccide, mentre andando oltre il mercato, applicando una solidarietà di beni alla base della collettività, si spezza il mercato, si costruisce un sistema che, con il contributo di tutti libera dalla necessità e lavorare solo quanto basta”.
Per fare questo, però, ricorda Miriam Giovanzana “bisogna avere un quadro complessivo, scrivere le regole del sogno e sperimentare come si sta nell’economia”.


Note:

1 - www.altreconomia.it. I libri di AltrEconomia si trovano in libreria, nelle botteghe del commercio equo e solidale e per strada, con i venditori di “Terre di mezzo”.

2 - Cristoph Baker, Decalogo mediterraneo: ozio, lentezza, nostalgia

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