BLOOM! frammenti di organizzazione

Roberto Gialdi

Ho seguito un percorso formativo un po' eclettico: dopo il diploma di ragioneria, iniziai a lavorare nello studio di mio padre, consulente del lavoro. Nello stesso tempo, mi dedicavo agli studi universitari, laureandomi in pedagogia con una tesi di sociologia della conoscenza che applicava la teoria dell'agire comunicativo di Habermas alla progettazione degli interventi formativi. Mi abilitai all'esercizio della professione di consulente del lavoro, iscrivendomi all'ordine professionale.
Continuavo ad occuparmi di lavoro nei suoi aspetti giuridici, previdenziali e fiscali, ma iniziavo anche ad ampliare i miei orizzonti in ambito gestionale, con le prime esperienze nella selezione e nella formazione del personale.
C'era sempre anche la voglia di approfondire le conoscenze socio-psicologiche ed educative, cosa che mi spinse prima a perfezionarmi in Comunicazione educativa e didattica all'Università di Padova e poi a conseguire il master in Management della formazione all'Università di Parma.
In quegli stessi anni, assecondai un vezzo, che coniugava l'attrazione quasi mistica per il Canada - paradigma di tutti i mondi sconosciuti - e la curiosità, tutta professionale, per ciò che accadeva in altri luoghi del pianeta nel campo del lavoro, del diritto e della gestione delle persone: affrontai l'iter per le equivalenze formative e ottenni l'iscrizione all'Ordre des conseillers en ressources humaines et en relations industrielles agréés du Québec.
La mia carriera professionale sembrava avanzare senza particolari scossoni, ma qualcosa aveva cominciato a fermentare: pensavo di avere qualcosa da dire. Iniziai scrivendo qualche articoletto sul sito dell'associazione ManagerZen, poi - complice un'amica astrofisica e la partecipazione ad un incontro pubblico con il Dalai Lama - andai oltre. Fu così che vide la luce il mio libro: "L'azienda in progresso. Organizzazione, gestione e conoscenze" (Franco Angeli), che è la proposta di un modello organizzativo e gestionale centrato sulle persone (l'azienda-essere) e degli strumenti operativi e formativi per realizzarlo.
Sono poi venuti un paio di articoli, pubblicati sulla rivista dell'Ordine dei consulenti del lavoro, sulla conciliazione vita-lavoro e sulla prevenzione dello stress da lavoro da una prospettiva vicina alla psicologia buddhista.
Confesso che questo continuo ondeggiare - un po' sociologo, un po' psicologo, un po' giurista, un po' economista, un po' formatore, un po' tutto e un po' niente - alle volte mi mette in difficoltà, perché non so nemmeno io come propormi: in un mondo che spinge sempre di più sulla specializzazione professionale, io resto irrimediabilmente e romanticamente un "generalista", come un medico condotto di campagna del tempo che fu.
Però non sono soltanto il mio lavoro. Sono solito definirmi un dramamturgo per gioco, perché mi diverte scrivere brevi testi teatrali. Amo il cinema e sono appassionato di musica blues, di basket (c'è una Vu Nera nel mio cuore) e di cucina.

 

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