BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 10/02/2003

E' NATA SCOA

di Gian Franco Goeta

In dicembre scorso ha fatto il suo debutto in società SCOA, The School of Coaching, dopo una gestazione durata alcuni mesi frenetici. SCOA rappresenta per me la realizzazione di un sogno antico.
Le origini risalgono al 1963, quando iniziai un interminato (ma diversificato nel tempo) percorso di analisi e crescita personale che mi ha fatto apprezzare subito un tipo di relazione mai prima sperimentato, fatto di ascolto, comprensione, ricerca del significato delle proprie azioni e comunicazione autentica. Qualcosa che mi è parso subito miracoloso, liberatorio e incredibilmente fruttuoso. Il sogno suonava come una domanda: è possibile esportare nella vita che si fa quotidianamente nel mondo questa qualità di comunicazione? Qualcosa si è rivelato possibile, nelle relazioni con le persone più vicine. Poi la domanda si è specificata ulteriormente quando ho iniziato a lavorare in azienda: si può applicare qualcosa di questo metodo e di quanto ho imparato nel mio percorso personale alla situazione di lavoro?
Era una domanda fumosa, che non trovava risposta, finché nel 1969 non giunsi in Olivetti, dove era da anni in funzione un Centro di Psicologia. Dunque qualche applicazione era possibile, anche se circoscritta ad attività di servizio al processo di selezione e di studio, ricerca, supporto a singoli individui con qualche disagio. Volevo di più, ma non sapevo cosa e come. Sinché nel 1973 grazie a una borsa di studi mi sono trovato in un ambiente completamente diverso, un’università americana dove fui accolto da un “tutor”, un “certo” Chris Argyris, che mi diede periodicamente sostegno e orientamento nelle mie scelte, oggi si direbbe “mentoring”.
Questo mi colpì molto, ma ancora di più mi colpì ciò che avveniva nei seminari cui partecipavo: spesso eravamo noi studenti a farci carico di condurre il percorso, per una parte, o almeno a dare dei contributi, preparando casi vissuti e discutendoli con tutti gli altri. Faticoso, ansiogeno, ma esaltante e molto in linea con l’intensità, la profondità, la verità che avevo sperimentato nei miei colloqui con lo psicologo. Ancora più forti sensazioni provai in un gruppo di “Sensitivity Training” cui partecipai dopo qualche mese: due settimane vissute all’interno di un’intera comunità di persone convenute da tutti gli Stati Uniti (e qualcuno da altri paesi) per tuffarsi in un’esperienza. di “Group Dynamics” completamente destrutturata, dove pian piano gli individui si scoprivano e scoprivano gli altri, si comunicavano le loro pene e si ascoltavano, davano e ricevevano contatto, calore, solidarietà, sostegno. Il legame sviluppato allora è tale che con molti di loro ci scriviamo e ci vediamo ancora a distanza di trent’anni.
Al ritorno in Italia cominciai il mio percorso professionale di consulente in Sviluppo Organizzativo: speranze, ansie, difficoltà, momenti esaltanti, realizzazioni e insuccessi. E anche la scoperta di quante altre cose erano importanti nel mondo aziendale e dovevo imparare se volevo dare un senso complessivo ai problemi che incontravo. Insegnare in Bocconi e il contatto con colleghi di diverse discipline mi aiutò, fornendomi molti esempi e modelli: strategia, pianificazione e controllo,marketing, organizzazione. Molti metodi, più strutturati, formalizzati di analisi e di “soluzione” di problemi. Avviluppato nella consapevolezza dei miei limiti e nella testarda ambizione di capire, ricucire, conglobare tutti e due questi aspetti mi sono trascinato per anni in un faticoso percorso duplice: studi, tentativi, messe alla prova nella professione e parallelamente un lavoro su di me in esperienze di gruppo per venire a capo delle mie ansie, ambizioni, conflitti, difficoltà. Progredivo, ma senza mai arrivare a una luce piena e rasserenante. Infine, sei anni fa la grande occasione, l’intuizione di poter fare un mestiere in cui mettere a frutto finalmente tutte le mie parti, tutte le mie competenze faticosamente costruite, sino a quel momento senza un’apparente filo comune.
Alcuni colleghi mi parlarono di come in altri paesi stesse prendendo piede un servizio di “counseling” per i manager, un sostegno all’apprendimento individuale finalizzato allo sviluppo delle competenze. Sentivo di avere molte delle esperienze e capacità necessarie. Provai a confezionare una metodologia, un’offerta da proporre ad alcuni clienti. Qualcuno fu interessato e così ebbe inizio la più esaltante avventura di tutta la mia storia professionale, la scoperta di poter usare tutte le mie risorse e insieme tutte le risorse del mio interlocutore per accompagnarlo in un percorso di ricerca e scoperta di strategie di comportamento più efficaci di fronte alle difficoltà o alle opportunità, alle richieste dell’ambiente di lavoro, e poi di prova, verifica, messa a punto. Per un po’ la cosa andò avanti in una condizione di semiclandestinità e nell’indifferenza di molti. Infine meno di un anno fa la sorpresa: di colpo sembrava che quel mestiere fosse sulle bocche di tutti, sui media uscivano a getto continuo articoli sul “Personal” o sull’ “Executive Coaching”. Sentii che era giunto il momento di uscire allo scoperto e osai organizzarte un convegno, chiedendo ad alcuni fra i miei clienti di testimoniare il significato di ciò che avevano vissuto. Arrivarono in tanti, al di là delle attese, l’interesse fu grande, soprattutto quando lanciai l’idea di SCOA, una scuola che aiutasse chi già praticava il mestiere di “coach” o aspirava a praticarlo a sviluppare la propria professionalità, dandosi dei metodi, degli standard di qualità, e a costruire un’identità riconosciuta, un luogo di incontro, una comunità di mestiere.
Riunite le energie di una squadra di colleghi, amici, professionisti di varie matrici (consulenti, manager, imprenditori) tutti uniti da un comune entusiasmo e da principi ed esperienze condivise, è iniziato il percorso di progettazione. Il 4 dicembre il battesimo, con tante persone presenti e tante interessate.
Ora a noi di SCOA non resta che mantenere le promesse, raccogliere le adesioni alle nostre proposte, avviare i percorsi formativi, che iniziano alla fine di febbraio con varie articolazioni. Compito faticoso, incerto, non facile, ma esaltante. Chi ne vuol sapere di più su di noi e sui nostri servizi e programmi può visitare il nostro sito web: www.schoolofcoaching.it. Oppure può intervenire alla prima, ancora aperta a chi vuole iscriversi, riunione del neonato Club SCOA, che si terrà martedì 11 febbraio alle 18 presso la sede di IKOS, Il circolo della natura, in Via Boccaccio angolo Via Leopardi, a 50 metri da MM Cadorna (per iscriversi all’incontro occorre inviare una mail all’indirizzo info@schoolofcoaching.it). L’incontro sarà dedicato al caso DISNEY, l’azienda che per prima in Italia ha sistematicamente offerto un programma di Executive Coaching (partito nel 1997 e tuttora in corso) a tutti i suoi dirigenti, oltre cinquanta dei quali vi hanno preso parte. Testimonieranno e si apriranno a un dialogo con i presenti il committente del programma, Aldo Magnone, Human Resources Director della Disney in Italia, e due manager della Disney, Gabriella Crespi, Marketing Director Disney Magazines, e Guido Mastropaolo, Vice-President Global Operations & Business Planning Disney Publishing Worldwide. Infine chi vuole può prendere contatto con me inviandomi una e-mail al mio indirizzo: gianfrancogoeta@schoolofcoaching.it.

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