BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 19/12/1998

Nota della Redazione. Per descrivere una realtà delirante, la chiave migliore è forse quella di uno sguardo delirante. È questo il principale merito del contributo di Ofelio Liberati che, per la cronaca, non lavora nella Pubblica Amministrazione, ma in una Banca.

ANALISI DEL MODELLO ORGANIZZATIVO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ITALIANA

Come nasce, a quali esigenze risponde e verso quali forme si sta evolvendo.

Il confronto, vincente, con il modello "Privato".

di Ofelio Liberati

A pensarci (anche non) bene, ci sarebbe di che chiederselo e chiederlo e, perché no?, magari anche di chiedere di chiederselo e di chiederlo. Insomma, ci sarebbe di che interrogarci a vicenda sull’altisonante ed originalissimo tema: chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando o, meglio ancora, chi sono, da dove vengono e chi ce li ha mandati. O no? Ebbene no!, perché guardacaso appartiene di diritto a quella privilegiatissima categoria di cose, organismi, istituzioni, soggetti, entità e blà blà, che diamo tutti per scontati, e che ci aspettiamo che esistano e che siano sempre esistiti e che, manco a dirlo, sempre continueranno ad esistere come la Mamma e che si perpetuino in perpetuo, non tanto perché quanto piuttosto perché. E perché? Perché, in altre parole (sì, forse è meglio), la Pubblica Amministrazione, ribattezzata dal popolino con l’affettuoso vezzeggiativo Cosa Pubblica, è anzitutto un animale che si nutre di sé stesso, e cioè di indovina un po’ di chi?, se non anche - in taluni sciaguratissimi casi - un animale fine a sé stesso. E siccome quando è nato è nato già grosso e già grasso come un quattordicimino, continua ad ingrossarsi e ad ingrassarsi come un porco, lasciandoci con la miserevole speranzuccia che del roseo artiodattilo non abbia anche la stessa ragion d’essere - o mission, come preferiscono dire i neolaureati/neomasterizzati, producendosi in gustosissime neolalie - che è appunto quella di continuare ad ingrossarsi ed a ingrassarsi quanto più possibile, almeno fino a quando il suo Padrone - ché anche la Cosa Pubblica ce l’ha almeno uno (almeno dovrebbe averlo [almeno questa è l’altra speranzuccia]), si stufa e decide di farlo fuori per dedicarsi a più profittevoli, trendevoli e chic allevamenti di somari o di struzzi o di lumache: i Padroni, per loro stessa natura e definizione, se provocati sanno e possono fare questo e ben altro, si sa. E l’Organizzazione Pubblica, che appunto lo sa, per sua stessa natura e definizione è furba e previdente e dotata d’un radicatissimo istinto di conservazione. Non a caso, è altresì edace ed onnivora almeno quanto il setolato suino, nonché disponibile almeno come e quanto la di lui consorte (quivi giunto, devo ammettere di essere stato fortemente tentato dal desiderio di proseguire con un facile, e financo troppo scontato, parallelo con i capienti ed ostinati salvadanai, i quali condividono con l’animale le maialesche forme, mentre con la Cosa Pubblica la singolare caratteristica di disporre di un’unica fessura, nella quale si può solo infilare, talché non rilasciano più ciò che si sono ingurgitati, se non a suon di martellate. Fortunatamente, sono riuscito a resistere e proseguire con cose più Serie).

Dunque, questi i prolegomeni. E cioè, i Fatti. E cioè, i secondi ed ultimi discendenti di quella benemerita stirpe di cose, organismi, istituzioni, soggetti, entità e blà blà dai quali non si può prescindere, talché al pari della stessa Pubblica Amministrazione potremmo definirli anoetici, e che pertanto rappresentano un’ottima base di partenza - ma io arriverei a dire l’unica - per chiunque, come il sottoscritto, si appresti ad affrontare un qualche discorso con una qualche pretesa di.

Sicché, bando alle ciance gambe in spalla petti in fuori e pance in dentro, andiamo a vedere come funziona perché alla Cosa Pubblica è arrivato il Pane Quotidiano: il caro buon vecchio insostituibile Dio lo conservi Pezzo di Carta (P.d.C.), e che Pezzo e che Carta!, rigorosamente sigillato e alla cortese attenzione di, S.P.M., R.S.V.P., Raccomandato R.R. e completo di: ragione-capitale-sede sociale, indirizzo e data e protocollo e oggetto e timbro e sigla/e e firma/e e allegati, nonché - soprattutto! - dell’immancabile, indiscutibile ed improrogabile (e molta altra bile ancora, che qui darò per versata) Termine Ultimo (sebbene, ch’io sappia, nessuno mai ha avuto la sfacciatissima fortuna d’imbattersi in un Termine Penultimo o Quarantaduesimo o almeno in un Termine Fuori Tempo Massimo), entro il quale l’Ordine recato dal medesimo P.d.C. dovrà essere eseguito da parte della Pubblica Amministrazione ricevente, ovviamente dandone come d’uso regolare conferma a mezzo di altro P.d.C. non meno Regolamentare all’Amministrazione mittente/comandante. Ed eccola lì, sicura e sprezzante come una Naomi in pedana, implacabile come un branco di squali tigre, puntuale come un orologio svizzero meccanico avvinghiato al polso d’un banausico tedesco, rombante e vincente come un teutonico Schumacher al volante d’una germanica Mercedes (prima o poi succederà), incombente come un avvoltoio di Bombay, fremente come un marine assuccato nel suo mezzo da sbarco in prossimità della sospirata Normandia - oggigiorno più nota con neolaureati/neomasterizzati neologismi come "Utenti" o "Linee" (lo storico complemento "Nemiche", s’è opportunamente perso durante l’ultimo mezzo secolo, sebbene il sottinteso concetto d’inimicizia, peraltro condiviso dagli Utenti o dalle Linee medesime, sia tranquillamente sopravvissuto a sé stesso) -, che la Pubblica Organizzazione Ricevente può finalmente sfogare e mettere in campo tutta la sua formidabile forza d’urto accumulata in millenni ed ere di ininterrotti allenamenti, addestramenti, corsi d’aggiornamento, riunioni, meeting, summit, vertici, tavole rotonde, simulazioni, missioni, analisi, studi di fattibilità, brain storming, assessment centers, grafici, progetti, powerpointamenti, pensamenti, ripensamenti e perfezionamenti, talché nessuno dei Pubblici Appartenenti/Componenti l’Organizzazione medesima, d’ogni ordine e grado e arma, ivi comprese le sterminate legioni dei partigiani, pardon dei Consulenti, può legittimamente nutrire alcun legittimo dubbio in ordine alla sua - dell’Organizzazione - capacità di. O meglio, per dirla come va di moda presso i neolaureati/neomasterizzati d’oggidì, in relazione alla sua Efficienza ed Efficacia. Che sono pertanto assolute e totali per definizione, e peste agli obrettizi oblatatori e guai a non crederci o a metterlo subdolamente in dubbio. E figuriamoci se io qui. A Bloom!

Sì, vabbè, ma mo’ che s’ha da fa?, ndo’ se lo mettemo ‘stò Pezzo de Carta? Calma, ragazzi, calma! Abbiamo o non abbiamo un regolamento? (Oddìo, chiedo scusa, m’è sfuggito... Ovviamente volevo dire Regolamento). Allora, sì, eccolo qua, dunque, fatemi un po’ vedere (inforcata di Regolamentari occhiali pince-nez), Libro I, Titolo I, Capitolo I, Sezione I. Vedete? Ecco qua!, tutto nero su bianco! Che diavolo, non poteva non esserci! Poteva non esserci? Dunque, udite bene ché leggo: Regola n. 1: mai lasciarsi prendere dal panico. Regola n. 2, comma 1: nell’improbabile e comunque inammissibile ipotesi in cui ciò accadesse, comportarsi esattamente come se il suddetto e funesto "ciò" non fosse mai accaduto. Regola n. 2, comma 2: nell’intollerabile ipotesi in cui si verificasse l’imprevedibile previsione di cui al previdente comma precedente, si applicano le disposizioni di cui alla Regola n. 1. Regola n. 3: ove ciò non fosse proprio possibile, si applicano le disposizioni di cui alla Regola n. 2, commi 1 e seguenti. Insomma: un’Organizzazione è tale, e degna di chiamarsi tale, solo a condizione che si sia data delle Precise Regole in cui ognuno possa riconoscersi liberamente e possa attingervi ispirazione, consiglio, indirizzo e conforto - o anche semplice compagnia - in caso di bisogno. Anzi, di necessità, come più prudentemente citano le Premesse dei vari Pubblici Regolamenti, onde evitare imbarazzanti malintesi (o misunderstanding, come dicono i neo d’oggidì, giustamente preoccupati di evitare equivoci).

Perciò, Mossa numero 1, fiato alle trombe, alle cornamuse ed alle cornucopie e che s’inizi lo sbarco col fotocopiar tosto in un congruo numero di (inevitabile pleonasmo) fotocopie il nobile P.d.C. al duplice, ed altrettanto nobile, fine di evitare che questo possa perdersi o - peggio! - subire danni e che ognuno dei Pubblici Appartenenti/Componenti l’Organizzazione Pubblica, ivi compresi i Consulenti, ne sia opportunamente munito al fine di.

Tuttavia, un’Organizzazione che si rispetti, figuriamoci quindi una Pubblica!, non può lasciare le cose al caso o, peggio, all’improvvisazione, che sarebbe nient’altro che la negazione del concetto stesso di organizzazione che è nient’altro che l’affermazione del concetto stesso di previsione che è nient’altro che l’incarnazione del concetto stesso di saggezza che è nient’altro che Il Concetto Stesso.

Laonde per cui, Regola n. 4: si pretenderà che ogni Membro qui stipendiato per qualsivoglia titolo ed importo, rilasci volontariamente apposita firma per ricevuta della Copia di sua competenza del P.d.C., ormai - era ora, finalmente! - assurto a ruolo di Intoccabile e perciò custodito all’interno di apposito dossier custodito all’interno di apposito armadio corazzato-ignifugo-inaffondabile custodito all’interno di apposito locale sterilizzato, climatizzato e (Regolarmente) scopato e spolverato ed a prova di.

Effetto n. 1: il P.d.C. Originale può ora contare su diverse dozzine di propri cloni i quali, essendo il relativo Padre rinchiuso là dove s’è detto per le ottime ragioni che si sono dette, assurgono automaticamente ed immantinente al ruolo solo apparentemente contraddittorio di Copie-Originali. Che pertanto, in quanto tali, non possono certo essere utilizzate né mortificate con sottolineature, baffi, visti, annotazioni, appunti, rimandi, richiami, evidenziazioni, punti esclamativi e interrogativi, spillature (Diocenescampieliberi!) e quant’altro è solitamente opportuno o necessario aggiungervi per rendere il Verbo ivi impresso comprensibile e fruibile da parte di tutti, tosti subordinati compresi, e soprattutto per dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio con la diligenza del buon padre di famiglia, ancorché nullogamo e nulliparo in quanto scapolo, impotente e dichiaratamente gay, che di tale Testo è stata presa tuzioristica e Regolamentare Buona Nota.

Sicché, Effetto n. 2, ognuna delle suddette Copie-Originali, verrà opportunamente duplicata in, almeno, 2 Copie di Lavoro (C.d.L.), altrimenti dette Copie-Copie (C.C.), dimodoché sulla prima si possa agevolmente lavorare con sufficiente margine di tranquillità e creatività, mentre la seconda Copia della Copia di Lavoro, e cioè l’altra Copia-Copia, è lì, pronta come un San Bernardo di 98,6 chili per venire in soccorso del Pubblico Organizzatore qualora i necessari ghirigori apportati sulla prima dovessero poi rendere quest’ultima (cioè ancora la prima) parzialmente o totalmente illeggibile e perciò parzialmente o totalmente inadatta alla tremenda bisogna. Va da sé che ove tale frustantissima evenienza dovesse verificarsi, prima di procedere alla cremazione non so più se della prima o dell’ultima, dovrà senz’altro preliminarmente procedersi alla produzione di una fotocopia della Copia-Copia n. 2, che assumerà la definizione di Copia-Copia-Copia, essendo sommamente sconsigliabile, per non dire moralmente inaccettabile, utilizzare a tale fine la Copia-Originale ormai, anch’essa, assurta a ruolo di Intoccabile, sebbene di Secondo Livello.

E fin qui, una prassi sostanzialmente seguita anche dalle Organizzazioni Private, sebbene non in modo così scientemente pedissequo e razionalmente codificato. Ora, però, le Organizzazioni Private, che sono notoriamente masochistiche, oltreché incredibilmente conservatrici (per non dire irrimediabilmente neofobe), tendono ad auto-organizzarsi secondo un modello ampiamente sperimentato (per i neo: testato), tramandato di padre in figlio ed ormai trimillenario, a forma di piramide. Nell’area più larga e bassa della quale piramide, vengono tradizionalmente messe in atto le decisioni assunte nel punto più stretto ed elevato (e monoposto...), della quale piramide medesima.

Sennonché, malauguratissimo rovescio della medaglia d’uno schema altrimenti quasi perfetto, come lo sono quasi tutti quelli tramandati di padre in figlio (non è certo un caso se le Aziende Private siano le sole ad essere ereditariamente predisposte a serissimi rischi di fallimento), i P.d.C. contenenti gli Improrogabili Ordini vengono trasmessi al Vertice, e solo a Lui!, il quale Lui - se non è un privato masochista - deve pertanto autotutelarsi poiché (inopinatissimo secondo rovescio della medaglia del quale mi ero perfuntoriamente dimenticato e che però, stavolta, dev’essere certamente l’ultimo, almeno tale è l’auspicio se non altro perché le medaglie possono averne al massimo due, di rovesci) se la base non dovesse svolgere ciò che il P.d.C., e quindi il vertice, ordina, o comunque se lo svolgesse in modi e tempi non conformi al dettato dei predetti ukase, a risponderne NON sarebbe, come sarebbe giusto e logico aspettarsi, l’affollatissima base medesima, bensì lo sventuratissimo e solitario Vertice. Donde, l’innegabile diritto all’autotutela di quest’ultimo, dal quale donde discendono come un Tomba dei bei tempi andati i geniali accorgimenti organizzativi adottati dalle Pubbliche Organizzazioni Italiane, che hanno strappato l’unanime plauso degli studiosi di Organizzazione del mondo intero, con sommo scorno degli inventori del B.P.R. ed alla faccia di quelli dell’A.B.C. (essendo, in Italia, normalmente nota la sola parte centrale, e cioè il "Based" e non anche le "Activity"; figuriamoci quindi il "Costing"), causando, manco a dirlo, innumerevoli tentativi di imitazione da parte dei soliti giapponesi ostinatamente aggrappati all’obsoleto e ormai stucchevole concetto della Qualità Totale. In cosa consiste la genialità dei suddetti accorgimenti? Presto detto: come in tutte le invenzioni brillanti e destinate a cambiare il corso della storia, la genialità sta essenzialmente nella semplicità della trovata. Così, come prima la ruota e poi il computer (chi l’avrebbe mai immaginato che, dopo aver sprecato i nostri migliori cervelli in millenni di sforzi nell’inutile tentativo di mettere ordine nel buco nero della scienza matematica, sarebbe bastato semplificare quest’ultima fino a ridurla ad una manciata di volgarissimi "0" e "1", per cambiarci la vita?), senza inutili perdite di tempo e di denaro (che oltretutto è pubblico), anziché inventare e perfezionare chissà quale altro complicato modello di struttura organizzativa frattale, i Pubblici Amministratori hanno inventato ed adottato la Struttura Organizzativa a Cubo (!), che fra i vari vantaggi presenta quello, indiscutibile, di poter essere rovesciata alla bisogna, riposizionando l’ormai pluralizzato vertice (che comunque, ad ogni buon conto, in un cubo manco c’è...), in basso o di lato o davanti o dietro (o addirittura all’interno, come consente la versione più recente ed evoluta elaborata dal geniale Rubik) a piacimento!

Purtroppo, però, non posso aspettare la fine degli scroscianti applausi né dei gridolini di giustificato stupore ed incondizionata ammirazione che sento provenire da ogni sito, poiché devo affrettarmi ad aggiungere che neanche le strutture organizzative a Cubo, per quanto euritmiche ed indubbiamente funzionali, possono essere considerate esenti da pecche d’un certo rilievo. Come noto, infatti, solamente una struttura a Sfera può essere considerata perfetta, ed i tentativi in tal senso non sono mancati, con risultati talmente incoraggianti da indurre il Ministero della Sanità ad adottarla precipitosamente, sì da poter affrontare il caso Di Bella nel modo più incisivo e decoroso. Sia chiaro: il motivo di tali pecche non va ricercato in difetti congeniti della struttura a Cubo in quanto tale, ma nel fatto che, affinché questa funzioni, è necessario adottare coerenti prassi organizzative che da una parte ne esaltino le fantastiche potenzialità e dall’altra riescano a preservarla nel suo complesso complesso.

Come realizzare cotanti preservativi, considerando l’altissimo numero di teste (hem...) normalmente in gioco (hem...) in una Pubblica Amministrazione? Mediante un’altra geniale trovata, realizzata non già partendo da zero, con tutti gli inevitabili rischi di insuccesso e quindi di perdite di tempo e di denaro (che è sempre pubblico), bensì modificando quasi impercettibilmente il già citato nipponico concetto di Qualità Totale, che è stato sapientemente ritoccato e perfezionato fino a farlo diventare quell’ormai celebre e diffusissimo italico teorema della Quantità Totale! Sostanzialmente, consiste nell’avviare un circolo virtuoso (che infatti, per sua stessa natura, sembra fatto apposta per le strutture organizzative a Sfera, e che pertanto è inapplicabile presso le strutture piramidali private, dove gli unici circoli avviabili, che sono necessariamente viziosi, vengono definiti "flussi" per nascondere l’amara verità), procedendo senza soluzione di continuità verso la Mossa n. 2 e l’Effetto n. 3, consistenti nella produzione-consegna-ricezione-riproduzione-riconsegna-riricezione eccetera e rieccetera, di fotocopie delle Copie-Copie-Copie delle Copie-Copie delle Copie di Lavoro delle Copie Originali del P.d.C., ovviamente ognuna nobilitata dai necessari crismi dell’ufficialità, mediante altrettanti, reciproci scambi ed apposizioni di date, di timbri e di firme (o anche solo sigle, mica siamo dei burocrati!) per consegna e per ricevuta, che tuteleranno al meglio sia il consegnante sia il ricevente, atteso che ognuno di questi è a sua volta ricevente verso l’Alto e consegnante verso il basso. Sì, ok - direte voi - ma dove sta ‘stò preservativo? Semplicemente (ancora...) in leggi fisiche ben note agli scienziati della NASA ed a chiunque, come il sottoscritto, abbia un minimo d’esperienza di voli spaziali, poiché in cotanta struttura/prassi organizzativa, diventerebbe oltremodo arduo, e quindi assolutamente improbo ed improduttivo, identificare un punto di riferimento univoco che consenta di stabilire da quale parte si trovino l’Alto, il basso, la destra e la sinistra, e quindi chi siano i consegnanti-a-chi e chi siano i riceventi-da-chi, talché sarebbe un’inutile perdita di tempo e quindi di denaro (che è sempre più pubblico), se non addirittura sommamente idiota, tentare di stabilire (eccolo qua, il preservativo) se e quando me l’hai dato visto che magari ero io a doverlo dare a te oppure era lui che doveva darlo a te che poi avresti dovuto darlo a quell’altro e comunque questa qui non mi pare proprio la mia firma per ricevuta semmai potrebbe essere la mia sigla di consegna né d’altra parte mi pare di ricordare che qualcuno me l’abbia mai dato anche solo informalmente né mai l’ho visto in giro né mai nessuno me ne ha parlato. Ma de che stai a parlà, aò? E che ne so, se non l’ho manco visto né sentito?

Sicché, Effetto n. 4, l’Improrogabile ed Indisattendibile Ordine contenuto nel P.d.C. pervenuto all’incirca lo scorso anno, il Quale - com’è stato poi accertato in qualche parte del Cubo ormai quasi completamente sferoidalizzato - recava Improrogabili ed Indisattendibili Disposizioni finalizzate alla riduzione della produzione e della conseguente circolazione e conservazione della polverosa, costosa, ingombrante, e (cito testualmente) "inconcludentemente inaffidabile" Carta in seno alla Pubblica Amministrazione, s’è sciaguratamente sfracellato contro la dura cotenna d’un organismo altrimenti perfetto. E diversamente perpetuo, come disse lo stanco e magro somaro rivolgendosi al satollo e sferico porco. O, meglio, al posto dov’era sempre stato fino a ieri.

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