BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 03/12/2001

Cattivi & Maestri n° 4

Consulenza strategica

di Nicola Gaiarin & Gianfrancesco Prandato

The Silence of the Lambs (Il silenzio degli innocenti), 1991. Di Jonathan Demme, con J. Foster, A. Hopkins.

Il silenzio degli innocenti è uno dei migliori thriller degli ultimi anni. Clarice Starling è una giovane recluta dell' FBI alle prese con il suo primo caso importante. Deve contribuire alle indagini sul misterioso Buffalo Bill, un serial killer che scuoia le sue vittime. L'unica persona che può aiutare gli investigatori è un altro psicopatico: il dottor Hannibal Lecter, soprannominato il cannibale. Clarice tenta di istaurare una rapporto con lui.

Hannibal non è un comune criminale. È un pluriomicida, ma è anche un genio. Un quoziente di intelligenza altissimo, un grande amore per l'arte, una passione per la carne umana. Clarice Starling è una ragazza ambiziosa di umili origini. Per lei il lavoro è un'occasione di riscatto. Per crescere e realizzarsi, però, dovrà prima fare i conti con il proprio passato e con i fantasmi che la perseguitano. L'indagine passa decisamente in secondo piano, mentre tutto il film si regge sui confronti tra Hannibal - consulente diabolico - e Clarice. Li separano sbarre e vetri blindati, ma tra loro passa qualcosa di molto importante. La conoscenza, in questo caso, si propone come risorsa strategica: solo se modificherà profondamente il suo modo di pensare il discepolo potrà accogliere gli insegnamenti del maestro e portare a termine il proprio compito. In questo caso il cattivo consulente ha la funzione di guidare la giovane recluta permettendole di acquisire una forma di sapere anomalo.

Stili Negoziali

Scendendo nei sotterranei del manicomio criminale in cui è rinchiuso Hannibal, Clarice inizia la sua personale discesa nella mente del serial killer. Le regole che valgono per il mondo esterno vengono ora a cadere. Ma a differenza di quanto accade in Cape Fear, l'allieva non è la vittima. Il cattivo maestro ha davvero un sapere prezioso da trasmetterle. Eppure il percorso di apprendimento sarà anche in questo caso faticoso e lacerante. Clarice si presenta al dottor Lecter, che rimane sorpreso:

"Jack Crawford ha mandato una recluta?"
"Si, sono una studentessa. Sono qui per imparare da lei; forse può decidere da sé se sono abbastanza qualificata per farlo o no."
"La tua è una risposta ingannevole, agente Starling."

Clarice vorrebbe mantenere le distanze, delimitare il contesto della conversazione fissando i ruoli formali: un'agente e un detenuto con qualche informazione importante. Ad Hannibal non basta, perché solo raggiungendo un'intesa più profonda sarà possibile instaurare una comunicazione autentica. Se vorrà davvero imparare l'agente Starling dovrà abbandonare la maschera del ruolo per mettersi realmente di fronte al suo interlocutore. L'incontro faccia a faccia comporta una forma di reciproca negoziazione dell'identità. Sarà la comunicazione a ridefinire creativamente i ruoli e il contesto, e non viceversa.

"Agente Starling, tu pensi di sezionarmi con questo strumento spuntato?" dice Hannibal scorrendo il questionario che Clarice gli ha presentato.
"No … io, io pensavo che la sua conoscenza…"
"Sei molto ambiziosa, vero? Sai cosa mi sembri con la tua borsetta pulita e le scarpette a buon prezzo? Mi sembri una campagnola, un'energica campagnola ripulita con poco gusto … Sei stata nutrita bene, e questo ha allungato le tue ossa, ma non ti sei spinta più in là di una generazione rispetto ai rifiuti umani da cui provieni…"

La provocazione di Hannibal è frontale e molto violenta. La durezza dell'attacco mette alla prova Clarice: dovrà dimostrare di saper reggere alla pressione psicologica esercitata dal suo interlocutore. Con il dottor Lecter non valgono le armi spuntate dei questionari psicologici. La sfida lanciata da questo consulente fuori del comune costringe l'allieva a mettersi in gioco senza reti di protezione. Clarice saprà accettare la sfida e porterà alla luce i propri vissuti profondi riuscendo a instaurare un clima di fiducia. Solo così sarà pronta ad entrare nella mente del serial killer. In un altro passaggio del film viene introdotto un elemento ulteriore:

"Se ti aiuto, Clarice, Anche noi faremo un accordo. Quid pro quo, io ti dico delle cose tu mi dici delle cose, non però su questo caso, ma solo su di te. Quid pro quo, si o no."

Il dottor Lecter, come tutti i consulenti, ha una tariffa ben precisa. Non vuole beni materiali, perché non saprebbe che farsene. Quello che cerca è uno scambio, un rapporto equilibrato con la giovane agente. Per ricevere bisogna dare: ogni percorso di apprendimento mette in circolo l'esperienza del formatore e quella dell'allievo. È questo difficile equilibrio basato sullo scambio di esperienze a sorreggere il rapporto tra il cattivo maestro e l'agente Sterling. In questo caso non c'è spazio per la manipolazione, perché accettando di mettersi a nudo Clarice ha saputo trasformare le proprie debolezze in punti di forza. All'interno di un contesto così atipico si è creata una reciprocità sorprendente che rende proficuo lo scambio di conoscenze tra il consulente-cannibale e la giovane allieva.

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