BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 24/12/2001

Cattivi & Maestri n° 6

La crisi e le regole

di Nicola Gaiarin & Gianfrancesco Prandato

Fight Club, 1999. Di David Fincher, con E. Norton, B. Pitt, H. Bonham Carter.

Jack è un colletto bianco che non riesce più a trovare ragioni per andare avanti. Si trascina per i corridoi e gli uffici dell'azienda in cui lavora in preda a una perenne noia esistenziale. La via d'uscita si materializza davanti a lui all'improvviso, sotto forma di Tyler Durden, un venditore di saponette pazzoide che lo trascina nella più improbabile delle imprese. Jack e Tyler fondano il Fight Club, associazione clandestina che raccoglie adepti di ogni estrazione sociale, accomunati solo dalla voglia di ridare un senso alle loro esistenze svuotate. Il percorso per conquistare un nuovo livello di consapevolezza passa attraverso la brutalità del confronto fisico. Nel Fight Club, infatti, si fa una sola cosa: ci si picchia a sangue, a mani nude, con l'unico scopo di ritrovare un paradossale equilibrio interiore. Jack, però, si accorge progressivamente di aver perso il controllo dell'iniziativa. Quello che sembrava un gruppo nato per caso si rivela parte di un disegno più ampio: il progetto Mayhem, complotto escogitato da Tyler Durden per minare alle fondamenta la società dei consumi.

Dal controllo al plagio

Fight Club è un film eccessivo e frenetico, in bilico tra il ritratto acido di un'epoca e la deformazione grottesca. Ma si può considerare anche come l'analisi precisa e dettagliata di un sistema di valori rigido e onnipervasivo: non un insieme di norme imposte dall'esterno, ma una disciplina volontaria, assunta dall'individuo in piena autonomia. Il Fight Club è capace di andare incontro, apparentemente, ai bisogni più nascosti delle persone. Il punto di partenza è uno stato di disagio e di crisi permanente. Jack è insoddisfatto e sente il bisogno di cambiare, ma l'orizzonte del cambiamento è statico e presenta solo percorsi circolari.

"Da sei mesi non riuscivo a dormire. Con l'insonnia nulla è reale, tutto è lontano, tutto è una copia … di una copia … di una copia."

I pensieri di Jack orbitano intorno ad uno spettro di alternative estremamente limitato e la crisi sembra senza vie d'uscita. L'incontro con Tyler Durden arriva inatteso e interrompe bruscamente la routine di Jack. I due si trovano seduti accanto in aereo. Il primo dialogo rivela la personalità eccentrica di Tyler:

"Sa perché mettono le maschere ad ossigeno sull'aereo?"
"Per poter respirare." Risponde Jack.
"L'ossigeno ti fa sballare. In un'emergenza catastrofica uno fa grandi respiri di paura. A un tratto diventi euforico, docile, accetti il tuo destino. Guardi qui." Dice, mostrando le istruzioni in caso d'emergenza "Atterraggio d'emergenza sull'acqua a seicento miglia all'ora. Sguardo assente: calmi come le vacche indù."

Questo strano personaggio irrompe nella vita di Jack togliendogli l'ossigeno, azzerando la sua capacità di stordirsi con la routine. Ogni cattivo maestro risponde ai bisogni dell'allievo abbassando la sua soglia di tolleranza. Da questo momento in poi Jack non si accontenterà più di quello che aveva prima. Vuole spingersi oltre. Ha bisogno di una svolta radicale: ora può entrare in scena il Fight Club.
La scintilla scocca per caso quando Tyler e Jack iniziano a picchiarsi fuori da un locale:

"Colpiscimi più forte che puoi." Dice Tyler.
"Cosa?"
"Voglio che tu mi colpisca. Più forte che puoi."
"Cosa vuoi che faccia? Devo colpirti?"
"Forza, solo questo favore!"
"Perché?"
"Perché? Non lo so perché, non lo so, non mi sono mai battuto, e tu?"

Non c'è alcuna idea articolata dietro al Fight Club. Solo la sensazione di rimettere tutto in discussione.

"Dopo la lotta, ogni altra cosa nella tua vita si abbassava di volume." Dice Jack.

Il combattimento è un atto gratuito che affascina gli individui che vogliono ridisegnare la loro identità conformandosi a un modello forte. Il nuovo sistema di valori si diffonde con la forza dell'esempio. Chi vede Tyler e Jack battersi chiede semplicemente di potersi unire a loro.

"Era davanti agli occhi di tutti: Tyler e io l'avevamo solo reso visibile. Era sulla punta della lingua di tutti: Tyler e io gli avevamo solo dato un nome."

Il Fight Club è la risposta ad un malessere diffuso: una disciplina rigida alla quale ci si sottomette in modo consensuale. Una decisione immotivata, ma proprio per questo terribilmente seria. È Tyler, il leader carismatico, a dettare le regole a cui tutti scelgono di conformarsi:

"Signori, benvenuti al Fight Club. Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club. Terza regola del Fight Club: se qualcuno grida basta, si accascia, è spompato, fine del combattimento. Quarta regola: si combatte solo due per volta. Quinta regola: un combattimento alla volta, ragazzi … Ottava e ultima regola: se questa è la vostra prima sera al Fight Club dovete combattere."

Il Fight Club assorbe e trasforma l'identità dei suoi appartenenti. La rigidità delle norme crea uno spazio protetto e controllato, separato dalle attività quotidiane.

"In nessun altro posto ti sentivi vivo come lì. Ma il Fight Club esiste solo nelle ore tra l'inizio del Fight Club e la fine del Fight Club. Anche potendo dire a uno che aveva fatto un bel combattimento, non avrei parlato con lo stesso uomo. Chi eri nel Fight Club non corrispondeva a chi eri nel resto del mondo."

Chi entra nel club si libera delle proprie difficoltà aderendo a un ruolo ben preciso. Poco a poco i confini dell'organizzazione iniziano ad ampliarsi. Crescendo in modo sotterraneo e incontrollato il Fight Club diventa un organismo sempre più potente e ramificato, fonte di un potere occulto parallelo a quello ufficiale. Il sistema si autoreplica e prolifera, come un virus. Le regole, tuttavia, delimitano unicamente uno spazio vuoto: il Fight Club, che a prima vista si presentava come occasione di riscatto, si trasforma in una struttura coercitiva che plagia i suoi adepti. La norma viene interiorizzata come se si trattasse di un dogma religioso e Tyler - in questa setta dedita al combattimento estremo - assume il ruolo di suprema guida spirituale.

"Quando il combattimento era finito niente era risolto, ma niente importava. Alla fine tutti ci sentivamo salvi." Riflette Jack.

Le regole rappresentano una risorsa importante per far fronte a situazioni critiche, ma in questo caso la disciplina si è trasformata in una trappola. Tyler manipola e controlla gli adepti del Fight Club, al punto che l'organizzazione appare come un prolungamento della sua personalità. Quando il carisma del leader schiaccia gli altri individui il confine tra controllo normativo e plagio si assottiglia fino a scomparire:

"Prima o poi, diventavamo tutti quello che voleva Tyler."

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