BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 06/06/1999

La scuola come impero, o l’impero della scuola

di Andrea Martini

Risposta a Beatrice FerriI PROBLEMI ORGANIZZATIVI DELLA SCUOLA STATALE ITALIANA

Hai parlato della "scuola come l’Impero romano". Con questo paragone volevi forse evidenziare la fragilità di un organismo troppo grande per organizzare e gestire al meglio tutte le sue parti componenti. In realtà l’Impero romano è d’esempio ad ogni istituzione statale che ha aspirato al titolo di impero. Nella storia di Roma il solo periodo imperiale dura oltre mezzo secolo, mezzo secolo di gloria, di campagne vittoriose, di province suddite e contribuenti, di opere d’arte grandiose. È questa la Roma "ante"crisi. Anche gli imperatori romani avevano svariati problemi da risolvere e lo facevano attraverso le riforme, stessa via che si percorre oggi per modernizzare ed adeguare la scuola alle nuove esigenze.

Il problema allora s’allarga e si trasforma nell’altro, ad esso collegato, di come fare applicare le riforme che sono sempre "piccole rivoluzioni". La scuola italiana ha senz’altro bisogno di essere adeguata, razionalizzata e riorganizzata ma si può farlo solo partendo dal ministero della pubblica istruzione, perché, solo così facendo, si può garantire a tutti il diritto fondamentale all’istruzione sancito dalla nostra costituzione. E’ inevitabile allora che un’azione innovativa centrale stenti a salpare proprio per la difficoltà di dettare nuove normative che rispettino il ruolo di tutti gli interessati: provveditori, presidi, insegnanti a studenti. Rispettare il ruolo vuol dire controllo dell’operato di ognuno per aggiungere un livello di superiore rendimento, che deve avere sempre presente la formazione intellettuale e non dello studente.

Attualmente, come si lamenta, mancano figure intermedie in grado di arginare carenze organizzative e disimpegni professionali; questo causa disagi diffusi e grande preoccupazione a livello studentesco. Gli scioperi frequenti in quest’ultimo periodo, hanno dimostrato per l’ennesima volta l’esigenza di nuove leggi in un campo così importante, quale quello scolastico sicuramente é, nella vita del singolo cittadino. I ragazzi che scioperano seriamente e cercano così di attirare l’attenzione sulle loro soluzioni sono da ammirare, ma soprattutto vanno ascoltati. Il nuovo ordinamento scolastico non può prescindere, se vuole essere funzionale, dal consiglio costruttivo di tutte le parti in causa così come Roma non ha potuto resistere ai Barbari senza l’appoggio economico e militare delle sue province.

Cosa fare nel frattempo? Come risolvere le situazioni di difficoltà che travagliano tante scuole al nord come al sud, in città grandi come Milano o come nelle piccole periferie?

Purtroppo i tempi non sono maturi e mancando ancora una concreta risposta "istituzionale" non resta che pazientare, essere responsabili, ed insistere nell’unica e valida direzione concessa agli studenti: quella della pacifica protesta, attraverso scioperi, meeting, o manifestazioni d’altro genere. D’altra parte lasciar calmare troppo le acque dopo tanto lavoro, può essere pericoloso, ma necessario per permettere a chi di dovere di intervenire rapidamente risanando il necessario. In questa partita a scacchi sono gli studenti ad aver fatto la prima mossa d’apertura.

Ora è importante non demordere finché l’atteso rinnovamento della scuola sarà compiuto, essere attenti ed aver fiducia (presidi e professori in primo luogo).

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