BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 14/11/2005
A PROPOSITO DI LIBERO ARBITRIO

di Rita Massarenti  

“Non manca la libertà, mancano gli uomini liberi”, questa frase l’ho trovata appesa all’interno di un bar. Ho cominciato così a fare qualche considerazione. La prima è stata “E’ vero”

E’ sempre più marcato l’esigenza di omologazione, di allineamento o conformismo che si “respira” nelle dinamiche più allargate; è come se la capacità criticadelle persone si fosse indebolita. Come se ci si tarpasse la creazione di più o diverse direzioni su cui muoversi o lo spaziare intellettualmente. L’appartenenza in qualche modo “al gruppo” si fa sentire in modo più marcato.

Parallelamente si sta sviluppando una crescente inquietudine che sconfina nell’ansia, nella mancanza di un proprio centro personale e in una istintuale, quanto non elaborata, sensazione di mancanza di senso o vuoto esistenziale di questa “folle corsa” chiamata vita.

Guardando quel cartello ho pensato che spesso si preferisce stare nella ristrettezza intellettuale piuttosto che prendersi la responsabilità di allargarla, pur di non accollarsi dei rischi, anche se non c’è mai reale garanzia nel percorso della vita.

Culturalmente il cambiamento e la trasformazione vengono considerati in modo negativo e/o depauperanti e/o troppo rischiosi, invece di essere considerato come un momento di arricchimento nel percorrere la propria vita.

Questo pensiero permea la cultura, in modo particolare, dei paesi cosiddetti civili.

Così succede che davanti al passare del tempo e degli avvenimenti, e quindi anche di opportunità, si rimane ingessati a comportamenti ripetitivi, a fronte di percezioni distorte ma rassicuranti perchè conosciute.

A tal riguardo ho elaborato questa teoria.

L’emozione è il motore; l’emozione crea la percezione a fronte della quale creiamo un pensiero, dal quale prendono forma azioni e comportamenti.

Un filtro forte di questo processo è l’esperienza personale, con tutti vari passaggi: educazione familiare, relazioni, scuola, lavoro ecc.

Ognuno di noi ha un individuale spazio e visione dell’emozionale/intellettuale/agito, che si differisce da tutti. E’ questo il campo dove operare il libero arbitrio.

Le cose si complicano quando subentra la dinamica dell’omologazione, “del gruppo”, del “sono uguale e quindi vado bene”, “seguo le stesse regole e allora vengo accettato”, e si potrebbe continuare a lungo.

La collettività si è tuffata in una piscina che è permeata dall’emozione della paura, dall’idea dell’insufficienza o dal non farcela, di non avere abbastanza tempo, non avere possibilità, incuneandosi in binari omologanti, ma sterili, per la natura umana e privi di senso, ma rassicuranti perchè lì si è in tanti e le modalità sono conosciute.

Questo produce mal-essere e inquietudine, invece che ben-essere edequilibrio, quindi vuol dire che per l’uomo questa modalità non funziona.

Prendo ad esempio il fenomeno in essere in America, che di solito previene i nostri fenomeni sociali di qualche anno, l’uso sempre più alto di psicofarmaci da parte dibimbi o adolescenti, che si è allargato a tal punto, che già da tempo lo si studia per cercare di arginarlo.

Questo “cerchio” si può interrompere, lavorando su più livelli e con modalità nuove.

Si può partire a livello di pensiero. Succede che si vada in balia dei propri pensieri, senza valutare se questi pensieri hanno a che fare con chi siamo o se si possono cambiare, perchè i pensieri possono essere cambiati. In questo sensonon si esercita molto potere di scelta, culturalmentenon è stato insegnato ad avere più consapevolezza di questo spazio, non ci si impegna ad avere, se lo si desidera, abitudini di pensiero diverse. Praticare il pensiero creativo significa fare un atto di responsabilità nei riguardi di se stesso, “fare spazio” interiore, e fare un patto fra sé e sé in termini di impegno e costanza.

Un altro ambito da esplorare è il corpo. E’ una biblioteca di informazioni individuale e ricca., mentre si vive il corpo solo in termini di performance, di efficienza e funzionalità.

Dentro il corpo esiste una memoria cellulare, ricca di informazioni riguardo a personali talenti, intuizioni, entusiasmi o timori o meccanismi sabotatori.

Questa biblioteca può essere aperta e aumentare così il grado di conoscenza e consapevolezza di chi si è veramente.

Fare scelte di questo tipo significa usare il proprio libero arbitrio.

Se dal personale puzzle si comincia a portare modifiche a livello di pensiero o di percezione corporea, e non solo volendo, accade che davanti agli stessi avvenimenti si provano emozioni e percezioni diverse e a pioggia,si arriva ad avere comportamenti nuovi, più in linea con chi si è, e si inizia a vivere, magari, più a misura di se stessi, con maggior equilibrio e pace interiore. Diventando così i veri protagonisti di quel campo di gioco chiamato vita.

Credo che questo rappresenti il vero salto di qualità di vita.

Questa mia teoria è nata a fronte di una mia personale esperienza di vita, ed è supportata come docente da un numero elevato di persone, che hanno operato questo tipo di cambiamento a fronte di una decisione in termini di crescita personale.

Penso che sia un diritto inalienabile di ognuno andare alla ricerca del proprio scrigno contenente i gioielli di famiglia.

Ma perchè non cominciare a praticare questo tipo di formazione anche in azienda?

Nelle organizzazioni si agisce sempre di più una formazione sulla persona, ci si comincia ad accorgereche l’elastico dell’efficienza e dei budget sta arrivando all’estensione massima.

Le persone rappresentano il vero valore aggiunto del futuro delle aziende.

In America aumentano sempre di più le aziende che offrono corsi di meditazione e relax ai propri dipendenti, risparmiando cifre astronomiche per cure antistress. Si è visto che il manager stressato che dedica 60 minuti al silenzio, alla calma, alla meditazione supera i problemi di lavoro meglio che affrontandoli di petto, e facendo anche meno sbagli. Lo stato di calma non è solo “contagioso”, ma favorisce le idee e la concentrazione, e soprattutto allevia paure e dolori che si abbattono sugli executive stressati.

Perchè allora non praticare una formazione di qualità innovativa, che porti contatto interiore per la persona, creando nuovi modi aziendali e relazionali.

Credo che questa scelta , un po’ coraggiosa,possa aprire spazi per importanti avanzamenti evolutivi personal/professional/aziendali, scardinando quello che considero i due ostacoli più alti:

1) Le persone non credono di avere questo tipo di potere finalizzato ad agire un cambiamento positivo.

2) Quando in azienda si parla di libero arbitrio lo si associa al caos, invece di collegarlo ad agire adultità e rispettandola.L’adultità prevede il riconoscimento delle regole, ma riconosce anche la possibilità di agire capacità, talenti, trasformazioni senza farli implodere internamente all’individuo, perdendoli; facendo perdere spirito di iniziativa e motivazione così preziosi all’interno di un’azienda.

Perchè non impegnarsi a vivere gioia autentica e di senso in azienda?

Una altra modalità distorta può essere corretta: il percepire la vita in termini di separazione. Il lavoro è uno spazio dove io sono in un modo, la vita esterna è uno spazio dove io sono in un altro modo. Noi siamo un tutto uno. Quando ci separiamo perdiamo l’equilibrio.

Questa modalità è riportabile sul macro, cioè il considerare avvenimenti, apparentemente distanti da sè, come inesistenti o privi d importanza. Mentre il futuro ci richiama sempre più ad avere una visione a 360 gradi della realtà, perchè l’altra parte del mondo è molto più vicina di quanto si possa percepire, quello che oggi succede là può essere qualcosa che esisterà nel domani qui.Penso che questa modalità sia una delle cause dell’attuale disequilibrio economico nel mondo.

Io credo che esista un divenire unico sempre in movimento e più lo teniamo unito, con le sue contraddizioni, più viviamo meglio. Senza garanzia di quello che sarà, che comunque non c’è, ma con grande possibilità di cogliere opportunità che hanno a che fare con l’individuo e con la sua storia evolutiva.

Agire cambiamenti a livello di emozioni, percezioni,pensieri e comportamenti rappresenta ciò che si decide di essere rispetto la nostra vita, agendo il proprio libero arbitrio.

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