BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 23/04/2007

POLYTROPÌA

di Guido Moretto

“Molti furono colpevoli, ma nessuno innocente” A.J.P. Taylor

Liddell Hart: pensiero complesso, soluzioni semplici. 
“Il capitano che insegna ai generali” : ragionamento, capacità di cambiare e di riorganizzare la realtà sulla base delle esperienze, rifiuto delle  soluzioni scontate. 
Allegoria dell’intelligenza multiforme, del pensiero obliquo dotato di meccanismi di analisi, previsione e controllo.
Liddell Hart non raggiunge un alto grado militare, non frequenta accademie militari, non proviene da una famiglia di militari.   Secondo gli schemi consueti, non è una persona competente.  Ma diventa l’esperto militare del Times tra le due guerre mondiali, e consulente militare del Governo inglese.  Usa l’esperienza vissuta della guerra di trincea per immaginare e costruire il suo superamento, e l’intelligenza organizzativa per disegnare  struttura, mentalità, obiettivi, elementi costitutivi, tempi e funzionamento della guerra moderna.  L.H. non si limita ad “inventare” la divisione corazzata o l’intervento aereo sul campo di battaglia, ma propone un cambiamento di tempi, mentalità e di atteggiamento.  Ha la soddisfazione di vedere la sua opera apprezzata ed utilizzata da quella minoranza innovativa dell’esercito tedesco che fece la differenza nel corso della prima fase della seconda guerra mondiale.   Difficoltosa l’applicazione in patria.  La vittoria, si sa,  impigrisce,  il potere ed il successo rendono conservativi.
Gli innovatori  pesanti non sono mai i proprietari della tecnologia, dei mezzi o delle conoscenze precedenti.

L’analisi delle cause dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale è un esempio famoso di  monotropìa
Il giudizio di valore sui personaggi e la consapevolezza dei risultati finali, assieme alla  valutazione moralistica ed eventualmente manichea dei contesti  politici, spingono l’interprete a fermarsi presto nella complessa valutazione storica delle cause, anzi della straordinaria catena di concause e di feedback incrociati, finendo con l’accettare spiegazioni ad una dimensione, semplici, lineari, eventualmente ideologiche. 
La valutazione della responsabilità dello scoppio della seconda guerra mondiale è paradossalmente semplificatoria tanto quanto la dinamica delle azioni e reazioni che diede origine ad essa fu caotica e confusa. 
Liddell Hart  condivide l’opinione storica di Taylor su questo punto, e suggerisce  uno schema di analisi degli elementi rilevanti per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, suddiviso per  attori e direttrici di indagine, per l’attenzione sul breve e sul medio termine, e per la valutazione dei risultati.   Lo schema è semplice e pratico, e consente di essere generalizzato anche per descrivere situazioni conflittuali e la congruità tra previsioni e conseguenze dell’azione.
In attesa dei cambiamenti prossimi venturi dello scenario planetario possiamo provare a modificare lo strumento di L.H. per i nostri scopi, per analizzare e descrivere le nostre situazioni di conflitto, vicine e lontane, grandi e piccole.

            Obiettivi della guerra  (1 – breve / 2 - medio):
           


Alleati (Francia/ Inghilterra)

Germania

Russia

Stati Uniti

1. Salvaguardare l’indipendenza della Polonia

1. Evitare una guerra su due fronti

1. Controllo della Polonia

1. Isolazionismo tradizionale

2. Salvaguardare la propria sicurezza/prosperità

2. Spazio vitale ad Est

2. Superare l’accerchiamento politico

2. Salvaguardare economia e prosperità

            Risultati della guerra  (1 – breve / 2 - medio):

Alleati (Francia/ Inghilterra)

Germania

Russia

Stati Uniti

1. Fallimento salvaguardia della Polonia

1. Guerra in condizione di inferiorità strategica

1. Massimo impatto della guerra – fisico - popolazione

1. Espansione tecnologica economica bellica mondiale

2. Tracollo prosperità influenza potere sicurezza colonie

2. Distruzione totale ed occupazione spartizione territoriale

2. Impero continentale e superamento accerchiamento politico

2. Subentro nell’impero mondiale economico militare

            Politica anteriore allo scoppio della guerra (breve/medio):

Alleati (Francia/ Inghilterra)

Germania

Russia

Stati Uniti

1. Favore alla politica tedesca  (appeasement)

1. Piccoli passi ed aggressività simbolica

1. Appoggio/influenza militare rifiutati in Europa

1. Abbandono Società delle Nazioni

2. Mantenimento dello status quo di Versailles (risultato della prima G.M.)

2. Revisione del sistema di sicurezza di Versailles (recupero influenza/territori)

2. Volontà di inserirsi politicamente nel sistema di Versailles

2. Isolazionismo e sviluppo all’interno – attenzione area Pacifico - Cina

Manca il Giappone, ma il modello funziona. 
Il Giappone opportunisticamente si pone a cavallo delle politiche degli Alleati e della Germania, con obiettivi e moventi diversi, cioè il crollo degli imperi coloniali, in particolare negli oceani Pacifico ed Indiano, il declino dell’influenza occidentale e l’approvvigionamento delle risorse naturali ed energetiche.  Anche nelle intenzioni e nella dinamica culturale ed economica costituisce uno dei punti di sbilanciamento degli equilibri mondiali consolidati, e si pone come agente di cambiamento a lungo termine dell’assetto mondiale baricentrato sulle potenze europee.  
Di qui il singolare aspro duello con gli Stati Uniti, altro fondamentale agente di cambiamento in competizione.

Situazione al momento dello scoppio della guerra (momento di rottura dell’equilibrio):

Alleati (Francia/ Inghilterra)

Germania

Russia

Stati Uniti

1. Garanzia illimitata alla Polonia

1. Manifesta umiliazione e provocazione

1. Punto di bilanciamento ed opportunismo

1. Azione diplomatica

2. Cambiamento brusco ed imprevedibile della politica tradizionale (irrigidimento)

2. Perdita della “faccia”- Crisi - Soluzioni alternative improvvise

2. Voltafaccia completo (Molotov - Ribbentrop)

2. Indifferenza e moralismo, isolazionismo

 

Secondo Liddell Hart il voltafaccia di Stalin fu  “ancora più clamoroso di quello di Chamberlain, ed altrettanto fatale nelle sue conseguenze.”  In una visione complessa, fu proprio l’azione dell’Inghilterra, la cui politica estera era valutata in Germania come la vera tradizione del realismo e della razionalità, a spingere la Germania stessa a cercare l’accordo con la Russia, forzandone i tempi, come risposta all’iniziativa inglese di garanzia assoluta alla Polonia, valutata incoerente, irrealista e provocatoria.
E reciprocamente il patto Molotov - Ribbentrop scatena l’istinto da bulldog del popolo e del governo inglese nel proposito di ignorare e respingere i successivi confusi tentativi di negoziato.
E’ un esempio di feed-back positivo (escalation o retroazione di rafforzamento) disastroso ed, una volta innescato,  fatalmente inarrestabile ed incontrollabile.
Le condizioni di ansietà e di esasperata cautela che avevano accompagnato l’abbandono graduale delle tradizionali politiche di equilibrio europeo conseguenti al Trattato di Versailles, e la scelta della politica semplificatoria e violenta, brutale e di guerra, sono ben descritte da A.J.P. Taylor, assieme ai velleitari, ed inutili tentativi di fermare il meccanismo innescato dagli ultimatum  incrociati tra le parti, attraverso l’opera di ambasciatori più o meno volonterosi e molto “speciali”.  Questi personaggi diplomatici improvvisati ed improbabili sono spesso significativamente intimi amici degli emergenti uomini politici aggressivi.
La guerra, liberatoria, scoppia per il crollo nervoso di un sistema che aveva saputo eliminare progressivamente tutti gli elementi di mediazione, di bilanciamento e di sicurezza, a favore di una semplificazione eccessiva del confronto ed in corrispondenza di una scansione dei tempi di comunicazione assolutamente insostenibile ed irrealistica (anche in una visione moderna). E’ interessante notare come in tale situazione di conflitto i grandi attori (Stalin, Hitler, Mussolini, Churchill, Roosevelt, Governo giapponese) reagiscano in modo estremamente emotivo e violento, istintivo ed incontrollato, nel momento dell’annuncio degli avvenimenti eccezionali (attacco di Pearl Harbor, invasione della Russia, della Grecia, dei Balcani, dichiarazione di guerra tedesca agli U.S.A., ecc.).   Il funzionamento travolgente del feed-back positivo scappa di mano a tutti, in una situazione di preordinata mancanza di comunicazioni di controllo e di confronto, che comprende assieme nemici ed alleati.

Situazione militare allo scoppio della guerra:

Alleati (Francia/ Inghilterra)

Germania

Russia

Stati Uniti

1. Eserciti preponderanti ma antiquati (mentalità della guerra precedente)

1. Doppia anima militare (una antiquata e una fortemente innovativa)

1. Esercito numeroso ma decapitato dalle purghe staliniane

1. Piccolo esercito di pace – Tecnologia elevata -   Potenziale scientifico

2. Riarmo, disastri e lento cambiamento di mentalità militare

2. Sequenze di brillanti bluff militari senza riarmo in profondità

2. Disastri, leadership difficile confusione e riarmo difficoltoso

2. Sviluppo tecnologico strategico e riarmo in profondità

La scelta politica estremizzata porta dopo cinque disastrosi anni di guerra di movimento, di tecnologia, di attrito e di risorse (umane, scientifiche e materiali) su scala mondiale, ad un sistema politico imperialista mondiale molto più semplice e diviso in due blocchi di potere.
Il duello tra Giappone e Stati Uniti si era concluso infatti con la distruzione completa del primo e con il contemporaneo crollo dell’assetto e della giustificazione storico-politica degli imperi coloniali europei. L’economia langue per anni.

Solo gli sviluppi politici dell’ultimo decennio o circa, nei quali siamo immersi, portano ad un possibile polimorfismo nelle relazioni e nella politica internazionale, cui corrisponde dal punto di vista economico, una maggiore complessità, libertà ed articolazione del sistema produttivo, tecnologico e logistico (globalizzazione non è sempre negatività – la finanza non è davvero onnipotente, anche se spesso devastante, e la distribuzione internazionale del lavoro segue filoni legati anche alla mentalità, al talento ed alle tradizioni culturali locali).

Il polimorfismo politico in fieri contraddice l’impero di una unica superpotenza o dei due blocchi contrapposti e ripropone con altre sembianze, dimensioni e modi il modello degli equilibri politici dell’Europa e del mondo dell’inizio del 1900.  Anche le guerre attuali ricordano lo stile della grande strategia delle corazzate (o delle cannoniere) e delle parallele contraddittorie guerre anglo-boera e russo-giapponese. 
Le nuove potenze economiche  regionali accompagnano il cambiamento secondo percorsi politici tradizionali e contraddittori.

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