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Pubblicato in data: 22/11/2004

MÖBIUS ORGANIZATION

Attilio Pagano

ASSOCIAZIONE E SOCIETA' DI SERVIZI: VIZI E VIRTU' DI UNA DUPLICE FOCALIZZAZIONE STRATEGICA

recensione di:
G
iorgio Allari, Luigi Serio, Francesco Varanini, Lauro Venturi, L’evoluzione della rappresentanza. Lo sviluppo del sistema CNA Emilia Romagna, Guerini e Associati, 2004.

Le organizzazioni di rappresentanza degli interessi collettivi rappresentano una risorsa fondamentale per la gestione delle dinamiche economiche e sociali. La presenza attiva di queste organizzazioni consente alla società di praticare forme di autoregolazione (a esempio i contratti collettivi di lavoro) e di regolazione indiretta (a esempio lo svolgimento di funzioni di osservazione e di lobbying sui processi di legiferazione) senza le quali ci sarebbero molto più forti manifestazioni di dirigismo autoritario.

È facile constatare che in Italia ancora oggi le principali organizzazioni di rappresentanza sono quelle dei lavoratori e delle imprese. Basti vedere che è a esse che ‘la politica’ fa riferimento quando parla di “parti sociali” e sono queste e non altre le organizzazioni con cui, a corrente alterna a seconda degli orientamenti, il Governo si rivolge per la realizzazione di politiche di concertazione sociale. In realtà anche nel nostro paese stanno diffondendosi anche altre forme di organizzazione di rappresentanza di interessi come gli ambientalisti e i consumatori.

Ma è evidente che, se non altro almeno dal punto di vista della struttura organizzativa, sono ancora le grandi confederazioni sindacali dei lavoratori e delle imprese a catalizzare l’interesse sulla “rappresentanza”.

Dopo il regime fascista e la guerra, con la rinascita democratica dell’Italia, queste organizzazioni si sono sviluppate in un modo sostanzialmente collaterale ai partiti politici. Basterebbe questa osservazione per comprendere, alla luce del grande rivolgimento politico degli ultimi dieci anni, come per queste organizzazioni si imponga un ripensamento delle strategie e dei modelli organizzativi. Ma, probabilmente, i problemi e le sfide di rinnovamento che si pongono per le organizzazioni di rappresentanza sono ancora più profondamente legati alla tensione tra localismo e globalismo che caratterizza la condizione sociale attuale.

Una testimonianza in questo senso viene dal volume L’evoluzione della rappresentanza. Lo sviluppo del sistema CNA Emilia Romagna” che è stato recentemente pubblicato da Guerini e Associati. La CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) è una delle organizzazioni di rappresentanza degli imprenditori. Si è sviluppata come associazione di artigiani, ma oggi intende rappresentare in generale gli interessi della piccola e media impresa.

Il libro presenta il resoconto a più voci di un progetto di sviluppo organizzativo condotto da una struttura regionale importante per il “sistema” CNA: la CNA in Emilia Romagna rappresenta il 25% degli associati nazionali e il 40% del fatturato delle imprese associate a livello nazionale. Si tratta quindi di una situazione significativa per dimensione organizzativa ed economica, da cui sono ricavabili indicazioni valide anche per altre realtà regionali oltre che per altre tipologie di organizzazioni di rappresentanza.

Il progetto è stato sviluppato in un arco temporale di quattro anni (dal 1997 al 2001) con il contributo della Business School ISTUD e viene illustrato in questo libro congiuntamente da dirigenti della CNA Emilia Romagna e da consulenti e formatori di ISTUD.

Anche in questo caso sono emersi alcuni temi ricorrenti nelle organizzazioni associative di rappresentanza, tra cui:

(a) Il lavoro nelle organizzazioni di rappresentanza si posiziona in un difficile equilibrio. Tradizionalmente in questo tipo di organizzazioni si assume che si lavori per ‘obiettivi’. Il problema è che si tratta di obiettivi spesso prevalentemente politici, e che manca una capacità di tradurli in obiettivi operativi e verificabili. D’altro canto, in queste organizzazioni il criterio dominante per accedere alle ‘sfere del comando’ non è costituito dalle competenze possedute dalle persone, ma dalla loro posizione e appartenenza a una delle diverse componenti (si tratta pur sempre di organizzazioni “politiche”). Dunque il valore di riferimento è la fedeltà.

(b) Queste caratteristiche potevano anche essere adeguate finché nel rapporto con gli associati prevaleva (o si voleva credere che prevalesse) un’adesione ideologica. Oggi non si può non riconoscere, al contrario, che le persone (i singoli lavoratori nel caso dei sindacati, gli imprenditori in quello delle associazioni d’impresa) aderiscono alle associazioni di rappresentanza soprattutto per i vantaggi che ne ricevono. Ecco il tema sempre più decisivo in queste organizzazioni dell’offerta di servizi per gli associati. Ma la crescita del peso delle attività di servizio non può non portare nuove esigenze in relazione alle competenze manageriali, alla professionalità degli operatori e al sistema tecnologico e informativo utilizzato. Spesso nelle organizzazioni di rappresentanza, per affrontare questi problemi si realizza una soluzione di tipo strutturale: a fianco della organizzazione associativa (che resta impegnata nelle funzioni più tradizionali della rappresentanza), vengono istituite una o più società a cui si demanda il compito della erogazione dei servizi associativi.

(c) In questo modo si crea una organizzazione sdoppiata che non consente di affrontare adeguatamente alcune esigenze di innovazione della rappresentanza. Se si porta il rapporto con gli associati sostanzialmente nella sola dimensione del “servizio”, difficilmente si riesce a mantenere aperto un canale di ascolto sulle trasformazioni degli interessi che si intendono rappresentare. A esempio il sindacato dei lavoratori con i servizi di assistenza fiscale offre una cosa certamente utile a moltissime persone, ma anche per la separazione tra associazione e società di servizi, fa fatica a sentire le nuove esigenze di rappresentanza dei lavoratori (come quelle relative al riconoscimento e e alla crescita professionale). E le associazioni delle imprese con i servizi paghe e contributi fanno certamente una cosa assai utile per gli associati, ma con la medesima separazione tra associazione e società di servizi, rischiano di restare sordi ad altre esigenze come quelle relative allo sviluppo delle opportunità di business e alla creazione di reti di imprese.

La duplicazione organizzativa (associazione e società di servizi) se non è governata da una visione generale di che cosa sarà la rappresentanza degli interessi rischia di produrre realtà con culture organizzative lontane, se non addirittura opposte. Da un lato i valori, dall’altro l’efficienza. Da un lato l’appartenenza, dall’altro la competenza e la professionalità.

Significativo a questo proposito è il tema della tecnologia e delle competenze tecnologiche dei manager, che costituisce una delle caratteristiche del progetto di sviluppo organizzativo di cui si rende conto nell’esperienza della CNA Emilia Romagna. Scrive Francesco Varanini nel suo contributo al libro: “se la leva tecnologica non è dominata da chi è chiamato a gestire il processo, giunge il momento in cui il governo del cambiamento è, nella sostanza, espropriato dalla sua guida naturale e «messo nelle mani» degli specialisti/sacerdoti dell’I&CT.”

Il cambiamento nelle organizzazioni di rappresentanza andrà sempre più ancorato a quel che potrà significare il “rappresentare” in una società dove le persone e le imprese non cercano solo tutela e servizi di facilitazione, ma anche nuove opportunità, occasioni di sviluppo e potenziamento.

 

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