BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 15/11/2004

LA CONCRETEZZA ESIGE IL LIBERARSI DA SCHEMI MENTALI RIGIDI
Nel mondo del pratico attuale è la dinamicità di pensiero e azione che conta!

di Riccardo Paterni

Essere concreti. Cosa vuol dire? Aldilà della facile retorica che associa concretezza ad un senso di affidabilità e costanza, qual è il fattore cardine che da a questo termine un senso di solidità, di forza? La risposta è semplice ma non banale: la capacità di rapportarsi con azioni tangibili al contesto in cui ci troviamo. In altre parole il concreto è la persona che riesce a rendere reale un progetto, un piano, un’idea; una persona che fa quello che dice senza necessariamente dire quello che fa, anzi lasciando che siano i fatti a parlare più delle parole.

Schemi mentali
Il concreto è una persona che utilizza al meglio le risorse ed il contesto in cui agisce. In altre parole, prendendo a presto un termine che ha radici neuroscientifiche (studio del funzionamento celebrale e del sistema nervoso), il concreto è una persona che utilizza efficacemente i propri schemi mentali. Infatti, il concreto prima definisce ciò che vuol fare, lo articola dentro di se e magari lo trasmette anche agli altri, poi riesce a rendere tutto questo realtà. Questo processo viene delineato appunto da uno schema mentale: da un modo di procedere, di associare pensieri ad azioni. Spesso si parla di schemi mentali in modo negativo: “Quello è fissato con quel modo di fare!”. In realtà dobbiamo renderci conto che gli schemi mentali sono la fonte di qualsiasi tipo di professionalità. Grazie alla formazione e all’esperienza creiamo e perfezioniamo schemi mentali che ci portano ad eseguire determinati compiti in modo rapido, valorizzando il nostro intuito e un senso di identità professionale e personale.
Per questo gli schemi mentali di per se hanno soprattutto una valenza positiva; anzi, è fondamentale identificare consapevolmente gli schemi mentali che ci portano ad utilizzare le nostre percezioni e, di conseguenza, ad agire in un determinato modo. Le dinamiche di qualsiasi schema mentale si basano su due fattori: il sapere ed il fare. Sono fattori che si alimentano a vicenda e che permettono di agire con un forte senso di radicamento alla realtà in cui ci troviamo. E’ su queste radici che si sviluppa la concretezza!

Schemi mentali rigidi
Quando associamo al termine "schema mentale" una sensazione di negatività, di resistenza, lo facciamo perché siamo abituati a pensare a schemi mentali rigidi. Quel modo di fare e di pensare (nostro e degli altri) che ci da fastidio in quanto rappresenta una barriera rispetto a ciò che vorremmo fare o che dovremmo fare. In tal senso uno schema mentale diventa rigido quando i due fattori (sapere e fare) continuano ad alimentarsi secondo una prestabilita e invariata routine andando a formare un sistema chiuso e amorfo. In questo sistema chiuso ben presto il fattore sapere perde gran parte della sua importanza (c’è ben poco da sapere in quanto quella determinata azione l’ho già fatta centinaia di volte!) ed un fare operativo e meccanico si impadronisce del modo di pensare e di agire (“Ho sempre fatto così e continuerò a fare così!”).
Da un punto di vista psicologico l’assottigliarsi del sapere e il crescere di un fare meccanizzato sminuiscono il nostro senso di identità professionale e personale. Da qui hanno origine tante lamentele (“Non mi sento realizzato nel mio lavoro!”, “Ma il tempo non passa mai!…”) che di per se spesso non fanno che rafforzare il perfido meccanismo del fare operativo che sovrasta il sapere.

Schemi mentali dinamici
Quando invece a lavoro ci sentiamo realizzati, motivati, pieni di energia invariabilmente siamo coinvolti in un contesto che da il giusto equilibrio e valore al sapere ed al fare. Sentiamo allora parlare di lavori che danno il giusto grado di varietà operativa, che non sono ripetitivi e che ci portano costantemente ad utilizzare “la testa”. Questo senso di energia proviene dall’impiego di schemi mentali dinamici. Questi sono schemi in cui le dinamiche fra il fare ed il sapere sono equilibrate e aperte: si espande la sfera del sapere stimolando lo sviluppo della sfera del fare che a sua volta invita ad approfondire il sapere e così via; gli schemi mentali che formiamo e che utilizziamo sono molteplici e il nostro grado di professionalità viene evidenziato dalla capacità che abbiamo nello scegliere rapidamente lo schema mentale più adeguato al contesto in cui ci troviamo.
In qualsiasi campo professionale, quando si arriva (per merito!) ai massimi livelli del settore, si può star certi che per scelta (magari anche inconsapevole) abbiamo formato un'ampia gamma di schemi mentali da utilizzare e sappiamo scegliere prontamente quelli più adeguati allo scopo di concretizzare ciò che vogliamo fare. In un conteso sociale ed economico in continuo cambiamento è evidente che chi sceglie di ampliare la gamma dei propri schemi mentali ha una marcia in più rispetto a chi vuole a tutti i costi continuare a utilizzare quelli che ha sempre usato (ancora una volta, magari anche inconsapevolmente). Per questo la concretezza (un senso dinamico di forte radicamento con la realtà) ci porta a valorizzare la creazione e l’utilizzo di schemi mentali dinamici.

Sapere Per Fare e Fare Per Sapere!
Ho voluto raccogliere sinteticamente queste riflessioni in occasione della presentazione della rivista on-line www.SaperePerFare.it proprio perché la rivista è nata per permetterci (a noi tutti, collaboratori e lettori) di ampliare la gamma dei nostri schemi mentali allo scopo di portare un senso di innovazione pratica e concreta in azienda e nel mondo del lavoro. Attraverso la lettura e la riflessione di esperienze di vita altrui (senza confini geografici, sociologici o culturali) possiamo arricchire la nostra gamma di schemi mentali e metterla alla prova nel nostro quotidiano lavorativo o personale (Sapere per Fare).
Possiamo far questo con la consapevolezza di mantenere aperte le nostre associazioni fra pensiero e azione, traendo insegnamento dai risultati che otteniamo (Fare per Sapere). All'interno di questo contesto (proprio nello spirito progettuale che può essere qua consultato www.sapereperfare.it/progetto.htm ) la rivista ambisce a divenire un laboratorio virtuale di idee ed azioni. Un laboratorio di tutti e per tutti basato sulla considerazione che più idee ed esperienze facciamo circolare costruttivamente, più diamo forza a quella fonte di Sapere che alimenta un Fare serenamente e naturalmente innovativo nella sua praticità e concretezza!

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