BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 07/08/2006

TRATTIAMOCI DA ADULTI INFORMATI E RESPONSABILI: UNA PROSPETTIVA INTERCULTURALE

di Riccardo Paterni

Ricardo Semler è quell’imprenditore brasiliano, etichettato da molti a dir poco eccentrico, che ha portato la sua azienda (la Semco) al successo utilizzando semplicemente questo massima nei confronti dei propri collaboratori: “trattiamoli da adulti informati e responsabili”. In Semco l’applicazione concreta di questo principio ha reso obsoleti organigrammi, ruoli strettamente definiti, budget e piani pluriennali e tutti gli altri aspetti strettamente burocratici che tendevano a rendere l’azienda (operante nel settore della tecnologia applicata) impacciata e lenta alla reazione nei confronti delle sempre più variabili dinamiche di mercato generanti opportunità al pari passo di problemi.

Questa massima sembra banale, quasi un’affermazione scontata “siamo adulti, è chiaro che ci trattiamo da adulti”; in realtà basta fare un attimo mente locale sulla pratica di questa affermazione nell’ambito della propria azienda per rendersi conto di quante ‘eccezioni’ troviamo a questo principio che evidentemente così scontato non lo è. Ci viene in mente un elenco di comportamenti infantili di nostri collaboratori e colleghi e se siamo sinceri con noi stessi mettiamo nella lista anche alcuni nostri atteggiamenti; ci vengono in mente tante regole e regolette che continuiamo ad alimentare per proteggerci e cautelarci proprio da detti infantilismi.

Gli infantilismi: dalle piccole aziende alle Corporations

Di recente ho fatto visita ad alcune aziende Statunitensi e mi sono reso conto che da queste parti su certi temi le cose spesso vanno anche peggio! Da una parte comportamenti infantili e dall’altra regole, regolamenti e procedure volti a gestirli, controllarli, stroncarli o prevenirli. Il tutto raggiunge la massima espressione nelle corporations , aziende che hanno decine di migliaia di collaboratori dislocati su varie imponenti sedi o operanti direttamente da casa propria con attrezzatissimi sistemi di telelavoro (tendenza sempre più diffusa nei settori della comunicazione e del marketing) . Tutti i comportamenti possibili ed immaginabili sono identificati, classificati e regolamentati in modo totalmente asettico e spersonalizzato proprio come spesso avviene nei più rigorosi asili infantili. Dette regole sono divenute ormai lo scudo protettivo più efficace dei manager nei confronti dello scontento e delle rimostranze da parte dei collaboratori “Lo so che ha poco senso dover chiedere due ore di permesso con almeno due settimane di anticipo ma io non posso farci niente, la direzione centrale risorse umane ha stabilito questa procedura. Punto e basta.” La problematica “trattiamoci da adulti informati e responsabili” varca dunque confini culturali, sistemi economici o dimensioni organizzative, pare essere un qualcosa di endemico al fare impresa e al lavorare in gruppo. Perché avviene questo?  

Quando alle regole si sostituiscono valori veri associati a comportamenti concreti

Una possibile risposta è contenuta negli aggettivi stessi che qualificano la massima di Semler: “informati” e “responsabili”. Questi infatti non sono semplici aggettivi messi li a caso, sono valori ben precisi ai quali, almeno in Semco, sono associati comportamenti altrettanto chiari e prevedibili che non hanno alcun bisogno di essere classificati e regolamentati per essere rispettati e condivisi. In Semco essere informati significa ricercare attivamente le informazioni di cui si ha bisogno per lavorare e altrettanto attivamente e prontamente ottenerle “ on demand ” (su richiesta) da colleghi e collaboratori. Sempre in Semco essere responsabili significa comportarsi in modo da tale da mostrare rispetto per il proprio lavoro e per quello altrui. Attenzione! Stiamo parlando di comportamenti, di azioni, cose tangibili che sono sotto gli occhi di tutti per essere valutate aldilà di semplici parole o frasi fatte.

Ed ecco allora che emerge un forte indizio alla difficoltà presenti in azienda al “trattarci da adulti”: in aziende dove mancano valori chiari, espliciti e condivisi nella pratica e nella concretezza di comportamenti da parte di tutti, nessuno escluso, inevitabilmente ci troveremo a confrontarci con infantilismi a qualsiasi livello gerarchico. Infatti, ciascuno è portato a guardare al proprio limitato tornaconto ed agire di conseguenza per coprirsi le spalle o proteggere il ‘territorio’ conquistato. Nelle corporations tutto questo è ancora più accentuato perché spesso manca totalmente la coerenza fra valori professati e comportamenti, e questo proprio a partire dai vertici aziendali (si predica la qualità ed il servizio poi nei fatti si continua a spingere per incrementare i volumi produttivi ad ogni costo) ; di conseguenza ognuno, sostanzialmente abbandonato a se stesso, mira ai propri interessi a tutela di una più o meno dignitosa sopravvivenza, non importa quanti comportamenti infantili tutto ciò richieda.

Non solo un eccentrico

Semler dunque non è semplicemente un eccentrico, è una persona che intelligentemente ha scelto di far leva su dinamiche di rapporto umano sane e durature e far questo anche costo di perdere una buona dose del suo potere effettivo di proprietario aziendale (da notare anche il fatto che la Semco ha una gestione così autonoma ed efficace rispetto al suo proprietario che attualmente Semler può permettersi di affinare le sue strane idee come ‘visiting scholar’ ad Harward...). In quanti siamo abbastanza adulti da accettare la sfida di fare altrettanto?

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