Chi è eccentrico? Un’indagine scientifica sull’eccentricità
Il termine eccentrico, apparentemente semplice, in realtà non risponde ad una definizione precisa, non ha nemmeno una connotazione univoca, positiva o –più spesso- negativa. L’eccentrico è prevalentemente associato al non conformismo o alla bizzarria, ma se si cerca un archetipo di eccentrico non lo si trova. In psicologia risulta abitualmente adottato un criterio pratico: la deviazione dagli standard accettati. Ma deviazione fin dove? Per molti l’eccentricità sconfina in forme minori di follia, per qualcuno si avvicina alla schizofrenia. In realtà, negli studi psicologici l’eccentricità costituisce un buco nero. A partire da questa analisi preliminare, lo psichiatra inglese David Weeks decide di condurre la prima vera indagine scientifica su questo aspetto.
(Non a caso la Gran Bretagna è considerata il paese per eccellenza degli eccentrici, e si può anche avanzare un’ipotesi sulle ragioni: potrebbe essere la tolleranza diffusa, data per scontata in questo paese, a fornire il terreno fertile su cui l’eccentricità può fiorire)
Nell’introduzione al libro che contiene i risultati della ricerca,Weeks dice: “Tutti hanno un lato eccentrico, ma in genere profondamente sepolto; se l’eccentricità è positivamente associata con la capacità di far affiorare concezioni straordinariamente innovative in campo artistico e tecnologico, bisogna capire i fattori che possono stimolare o inibire il pensiero laterale, ma anche le condizioni in cui questo può svilupparsi liberamente. L’evoluzione umana ha bisogno dell’eccentricità umana”. Viene così avviata un’indagine su centotrenta soggetti (reclutati con metodia loro volta eccentrici, per risolvere un problema anomalo), che si ritenevano o erano ritenuti eccentrici (adulti maschi e femmine, appartenenti a diverse fasce d’età, classe sociale, livello d’istruzione). L’indagine si basa su interviste e test clinici utilizzati nella prassi delle diagnosi psichiatriche, per poter “tagliare il nodo gordiano” delle ipotesi di sconfinamento nella follia.
Il lavoro arriva a conclusioni che aprono prospettive di grande portata, non solo dal punto vista della conoscenza psicologica, ma dell’importanza del pensiero diverso, strano,illogico, irrazionale.
Tra le molte riflessioni, Weeks segnala che gli eccentrici hanno un ruolo molto attivo nel costruire la loro personalità e la loro vita, lavorando costantemente per forzarne i limiti, e affermare il diritto di essere quello che vogliono essere. Possono influenzare le altre persone, perchétendono ad essere leader. La loro vita è piena di significato (soprattutto per loro), anche perchè riescono ad attingere con libertà e pienezza alle risorse della loro vivida immaginazione, e non hanno bisogno di accedere agli status symbol correnti o di avere l’approvazione della comunità. Possono difendersi isolandosi, soprattutto in una dimensione intellettuale, ma non vivono di illusioni e non negano nessun aspetto sgradevole della loro vita. Semplicemente si rifiutano di violare i loro ideali personali, e non permettono che gli venga impedita l’espressione di sé. La loro è una condizione di libertà. Per questo l’eccentricità è essenziale nella società, perché permette ad essa di avere al suo interno una varietà adeguata ad adattarsi con successo ai cambiamenti in atto. “Eccentrics are a refreshing reminder of everyone’s intrinsic uniqueness”.
Molti sarebbero gli spunti illuminanti da raccogliere, e non si può che rimandare al libro. Ne bastiuno, quasi una sintesi delle prospettive aperte da questa indagine, tra l’altro, rispetto al lavoro e alle aziende. “La domanda importante non è perché la Gran Bretagna ha la più grande riserva al mondo di scienziati apparentemente pazzi, professori distratti, e inventori un po’ tocchi. Dovremmo piuttosto chiederci che cosa ne otteniamo di buono: secondo l’ultima ricerca disponibile,più della metà delle nuove idee adottate dalle aziende manifatturiere nel mondo sono scaturite da questo paese.”
Test: misurate il vostro grado di eccentricita’
Chi si può definire eccentrico? Lo psichiatraDavid J. Weeks, sulla base della sua indagine, ha elaborato un questionario per misurare il grado di eccentricità diun individuo. Per chi volesse farlo, eccolo qui di seguito, con le istruzioni per l’autosomministrazione.
A ognuna delle affermazioni del test, bisogna rispondere vero o falso: se nessuna delle due possibilità corrisponde alla vostra opinione bisogna scegliere quella che si avvicina più al vostro modo di pensare. Segnate a fianco di ogni frase una V, se ritenete che l’affermazione corrisponda in tutto o in parte alle vostre opinioni; una F se l’affermazione è estranea al vostro mododi pensare.Occorre dare la prima risposta spontanea, senza stare troppo a pensarci. L’unica guida deve essere la totale sincerità verso se stessi. Dopo le domande sono indicate le risposte che indicano la vostra eccentricità: ogni risposta Vero o Falso corrispondente a quelle così indicate vale un punto. Se i punti superano i 50 avete un buon grado di eccentricità, sotto i 34 punti potete considerarvi 'normali' da questopunto di vista. La media dei personaggi decisamente eccentrici è di 78 punti.
- Voglio saperne di più su ogni cosa
- Quando sto per addormentarmi mi passano spesso davanti agli occhi immagini molto realistiche
- Anche se capisco che il ragionamento di qualcuno è sbagliato, rimango tranquillo
- Conversando, non posso passare repentinamente da un argomento all’altro
- Sono contento di sentirmi diverso dagli altri
- Avere successo è solo questione di dura applicazione
- Preferisco idee e situazioni complesse a quelle semplici
- Mi piace andare e venire come voglio
- Non ho paura ad esprimere pubblicamente la mia opinione davanti a degli estranei
- La gente non dovrebbe darsi troppo da fare per far soldi
- Divento timido davanti a gente che reputo superiore a me
- Le mie idee sono in anticipo sul mio tempo
- Non mi preoccupo se la gente mi sente parlare di me stesso
- Godo della mia compagnia, dei miei pensieri e dei miei sogni
- Conversando, mi sembra più naturale esaurire un argomento alla volta
- Se un parcheggiatore mi dice che non posso lasciare la macchina dove l’ho appena parcheggiata, cerco in tutti i modi di non litigare con lui
- Per me, ottenere ciò che voglio non è questione di fortuna
- Sento di essere fortemente autodiretto
- Mi piace confrontarmi con la gente in una posizione di autorità
- La società dovrebbe lasciarsi guidare dalla ragione verso l’elaborazione di nuovi costumi
- La gente dovrebbe preoccuparsi più degli altri
- Sento che il lavoro di routine dovrebbe essere sempre portato a termine anche quando capisco che non è necessario
- Se non capisco i loro fondamenti, non accetto le vedute religiose, legali o di qualsiasi altra autorità
- Qualche volta i miei punti di vista possono essere eccessivi
- A volte mi piace essere provocatorio
- In genere ciò che mi accade è una conseguenza delle mie azioni e non ha nulla a che fare con il fato o destino
- Non tollero cose o discorsi ambigui
- Amo sentirmi libero di fare ciò che voglio fare
- Spesso gli altri riescono a modificare le mie opinioni
- Mi è difficile dire se qualcuno mi piace o no
- Le battute sulla morte in genere sono accettabili
- Evito di dire cose che potrebbero imbarazzare qualcuno
- La maggior parte della gente è troppo stupida per capire quali cose nella vita sono realmente importanti
- Quasi sempre sono coerente con ciò che dico e credo
- A volte quando decido di fare un certo lavoro, mi accorgo di tirarlo troppo a lungo
- Spesso quando mi viene detto insistentemente di non fare una certa cosa sento un forte impulso a farla
- Per me affidarmi al fato non ha mai funzionato bene come decidere da me
- Per i miei principi, ho dato fastidio a qualcuno
- C’è gente che è gelosa delle mie buone idee
- Sono pronto a combattere le idee delle autorità, se le mie opinioni filosofiche o morali sono in conflitto con loro
- Provo una forte inclinazione emotiva verso le attività intellettuali
- Non sono sensibile agli umori degli altri
- Mi piace fare cose che gli altri giudicano sconvenienti
- Amo indossare un’uniforme perché mi fa sentire orgoglioso di far parte dell’organizzazione che quella rappresenta
- Un individuo di valore spesso non viene riconosciuto, nonostante i suoi sforzi
- Preferisco ignorare gente che conosco ma non vedo da parecchio, salvo che non mi rivolgano per primi la parola
- Spesso ricevo direttive da qualcuno che ne sa meno di me
- Amo sognare a occhi aperti
- Per me è meno importante essere amato che vedere apprezzate le mie idee
- Se i miei superiori riconoscono le mie capacità, è probabile che mi promuovano
- Non mi capita mai di avere delle visioni stando al buio
- Spesso faccio qualcosa che non dovrei, solo per trarne eccitazione
- Divento facilmente impaziente con la gente
- Preferisco esprimere le mie emozioni in una cornice intellettuale, invece di manifestarle direttamente
- Per dominare le mie ansietà faccio ricorso alle mie risorse interiori
- Accetto la realtà per ciò che è, ma la vedo diversamente
- Odio la mediocrità
- Mi piace risolvere problemi che altri trovano difficili
- La gente dovrebbe adeguarsi alle norme dettate dalle autorità
- Mi è difficile fare discorsi brevi
- Sono più ambizioso di molta gente di successo
- A volte esito a mettere in pratica le mie migliori idee nel timore che siano irrealizzabili
- Se penso a qualcosa con intensità, posso quasi vederla davanti a me
- Molti errori organizzativi derivano dal fatto che la gente pensa di poter abbreviare procedure standardizzate
- La gente dice che io sono un personaggio difficile
- Mi sforzo di pensare in modo radicalmente diverso dall’usuale, dall’ovvio
- Le mie idee su me stesso sono testimoniate dalla mia attività
- Preferisco usare parole inconsuete e un linguaggio forbito
- Trovo molto difficile lavorare sotto norme rigide
- Lego bene in società
- Molte volte sento di aver ben poca influenza su ciò che mi accade
- Quando parlo la mia voce è più profonda e potente di quella degli altri
- Non mi interessa la ricerca di profonde verità spirituali
- Preferisco stare per i fatti miei
- Non sono una persona particolarmente interessante
- Cerco di penetrare nel cuore della materia, di capire l’essenza delle cose usando solo la mia mente
- Posso elaborare le mie fantasie in modo originale
- Sono spinto dal desiderio di interpretare la realtà
- Desidero capire cosa avevano pensato dei grandi uomini sulle idee e i problemi che mi interessano
- Mi piace prendere decisioni in modo indipendente
- Amo fare cose nuove e diverse
- Preferisco giocare sul sicuro piuttosto che rischiare
- Ho idee originali su una quantità di cose
- La curiosità è un fattore dominante delle mia vita
- Imito parecchio gli altri
- Sono sicuro che le mie idee sono migliori di quelli dei miei amici o conoscenti
- Dipendo molto dall’aiuto e dai consigli altrui
- Mi piace ricombinare e riorganizzare in modo nuovo le idee degli altri
- Sono molto più sensibile di molti altri alla presenza dell’arte nel mio ambiente
- I miei amici e familiari pensano che io sia svagato e con la testa fra le nuvole
- Mi piace eseguire istruzioni chiare e precise
- Preferisco tracciare sottili distinzioni piuttosto che trovare risposte banali
- Amo scoprire cose da solo
- Quando dei conoscenti sono impegnati in una conversazione interessante tendo ad intervenire ed esprimere la mia opinione
- Faccio solo ciò che ci si attende da me
- A volte faccio qualcosa solo per vedere che effetto fa
- Una situazione frustrante può rappresentare per una sfida
- Quando voglio dire qualcosa, in genere ci penso prima attentamente
- Sotto molti aspetti, mi sento inferiore agli altri
- Preferisco essere diplomatico piuttosto che insistere sui miei diritti
Chiave del gioco
Vero
1,2,5,7,8,9,10,12,13,14,17,18,19,20,23,24,25,26,28,30,31,33,35,36,37,38,39,40,41,42,43,
45,46,47,48,49,50,52,53,54,55,56,57,58,60,61,62,63,65,66,67,68,69,72,74,76,77,78,79,80,
81,83,84,86,88,89,90,92,93,94,96,97.
Falso
3,4,6,11,15,16,21,22,27,29,32,34,44,51,59,64,70,71,73,75,82,85,87,91,95,98,99,100.
Estratto da articolo apparso su Persone & Conoscenze, 13, settembre 2005.
David Joseph Weeks with Kate Ward, Eccentrics, The scientific investigation, Stirling University Press, 1988.
A. Cornelius, “Who wants to buy a brainwave?”,The Guardian, September, 15, 1986,p.18.