BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 13/11/2006


LE MIE 'LETTURE PER IL MANAGER', PRIMA PUNTATA

di Gianfrancesco Prandato

E’ dal mese di agosto che penso al pezzo scritto da Varanini (COSA LEGGERE: LIBRI DI MANAGEMENT ED ALTRI LIBRI) sulle letture per il management. Ormai la mia è una risposta “stagionata”, ma visto che rientro nella categoria dei lettori e dei manager mi sono immedesimato nel ruolo e ho cercato di ricordare quali letture fossero state importanti nella mia formazione. Non attingo alla mia libreria perché credo che ciò che ricordo ora in viaggio, sospeso da terra e in uno stato di sonnolenza, sia la vera prova che quello che ho letto è stato importante per me (1).

Dei libri citati ne ho letti pochi, solo:

Gareth Morgan. Images of Organization, 1986 (in italiano Angeli)

Edgar H. Schein, Organizational Culture and Leadership, 2d. Ed, 1992 (Cortina)

Richard Florida, The Rise of the Creative Class, 2002 (Mondadori).

Elliot Jaques, Requisite Organisation, 1996 (L’organizzazione indispensabile, Guerini)

Tutti interessanti. Morgan me lo sono goduto; molto didattico, semplice, sistematico. Il libro è bello, ma è solo una storia divulgativa delle teorie dell’organizzazione. Gli altri non me li ricordo, anche se l’impressione che trattengo è di libri importanti.

Florida bello, moderno uno spaccato del brodo di coltura delle città, una visione dei meccanismi sociali che permettono la creazione dell’eccellenza creativa delle società. Penso però che sarebbe attuale anche se parlasse di Via Anelli a Padova, dove è stato eretto il muro contro gli spacciatori per controllare le entrate e le uscite dalla zona. Anche quello un brodo di classe non creativa ma degenerativa.

Florida lo metterei anche nella mia lista. Un libro formativo.

Per me importanti sono stati poi i Manuali, quelli di contabilità in particolare. Adoro quelli di impostazione USA in cui c’è un continuum tra contabilità controllo e finanza. Trovo che questo approccio superi barriere artificiali, create sospetto da esigenze accademiche, nei metodi di rappresentazione del valore aziendale che ricordo presenti in Italia.

Della Kanter ho letto varie cose. Ma nulla nei suoi libri è memorabile, tranne i titoli che sono sempre ben azzeccati.

Yvon Chouinard,Let My People Go Surfing: The Education of a Reluctant Businessman, Penguin Books, 2005.

È unaraccolta dei discorsi di Chouinard ai dipendenti di Patagonia (www.patagonia.com), oggi pubblicati in uno splendido libro mi ha influenzato moltissimo. Ho cercato anche di andare a lavorare a San Francisco dopo aver letto le visionarie parole del suo fondatore. Un idea del business forte anticipatrice pervasiva, ideologica. Un libro di un leader che non ha paura della leadership. Un libro che riletto mostra anche i limiti della leadership applicata al business, limiti di dimensione e di compromissione. Con la leadership puoi manovrare una barca non una porta aerei.

Marguerite Yourcenar, Mémoires d'Hadrien, Cahiers du Sud, 1951, ora in Oeuvres romanesques, Paris, Gallimard, 1982; trad. it Memorie di Adriano, Torino Einaudi, 1988

Se guidate una porta aerei o vi interessa capire come si guida una grande impresa, meglio la Yorcenaur e le sue Memorie di Adriano. Come sia riuscita a entrare nella testa di un imperatore mi risulta incomprensibile, ma è un libro straordinario, forte, una bibbia per atei, un vero trattato sul potere, i suoi meccanismi e la sua solitudine. Distillato e raffinato da quasi 30 anni di scrittura è un libro da comodino, uno dei pochi che vale la pena di rileggere.

 

Joseph Heath and Andrew Potter, The Rebel Sell, Harper Collins (Canada), 2004

The Rebel Sell mi ha piacevolmente colpito. Un libro pari a quello di Florida, bello spaccato della vendita e della pubblicitàe dei meccanismi di contrapposizione che arricchiscono l’economia moderna. Un memorabile affresco della controcultura e di come sia funzionale alla cultura dominante. Un libro che disvela la falsificazione dell’essere contro, dei simulacri della contrapposizione, aiuta a sentirsi e a provare ad essere più liberi.

 

Alberto Ronchey, Il fattore K, Mondadori, 1982

Il fattore K di Ronchey. un libro degli anni 70in cui spiegava la anomalia italiana, cioè quella di avere un Partito Comunista al di sopra del 30%e quindi una impossibilità di alternanza politica. La fotografia di una situazione bloccata per 40 anni.Per me è stata la prima immagine complessiva del legame tra politica e economia. Un libro di un maestro del giornalismo italiano.

 

Raoul C.D.Nacamulli e Andrea. Rugiadini (a cura di), Organizzazione e mercato, Bologna, Il Mulino, 1985.

Roul C.D. Nacamulli, ora un amico, lo ho conosciuto per una delle sue raccolte, Organizzazione e Mercato, unlibro degli anni 80, in cui c’è la rappresentazione dei meccanismi economici che regolano i network. In particolare mi ha fatto conoscere Williamson, e i suoi scritti. Un librofondamentale, più della Rete e il Castello di Butera (Federico Butera, Il castello e la rete. Impresa, organizzazioni e professioni nell'Europa degli anni '90, Angeli, 1990), più degli studi successivi di Lorenzoni sulle aziende a rete, perché mi ha illuminato sugli avvincentimeccanismi di transazione delle aziende a rete. Io sono cresciuto in una grande azienda a rete e questo libro me lo sono riletto per molti anni. Cosa ci vedevo?

Ci vedevo Dick una mia grande passione e il suo oscuro scrutare oltre la realtà (vedi sotto il paragrafo dedicato a Dick), il suo vedere i confini sfumati delle cose, le coincidenze apparentementeinsignificanti che aprivano abissi e mondi paralleli, ci vedevo il tentativo di esprimere una visione organizzativa che andasse al di là delle organizzazioni stesseper essere più aderente al mondo delle relazioni e delle transazioni che sono la loro vera essenza. Una teoria che le smonta e le rimonta,che per prima esprime la continuità tra due enti apparentemente contrapposti come le organizzazioni e i mercati. Trovo ancora oggi molto moderna questa raccolta e da ultimo contenete una scheggia di futuro forse aldilà dei suoi autori, la più potente delle metafore, quella della RETE. Una metafora che sarebbe diventata INTERNET.Qui c’è già tutto è una raccolta di testi economici sospesi tra la micro e la macro economia che va oltre.

Siegbert Saloman Prawer , autore di Caligari's Children: The Film As Tale of Terror, Oxford: Oxford University Press 1980; trad. itI figli del dottor Caligari: Il film come racconto del terrore, Editori Riuniti, 1994

Siegfried Kracauer, Von Caligari zu Hitler. Eine psychologische Geschichte des deutschen Films, 1947, , trad. it Da Caligari a Hitler. Una storia psicologica del cinema tedesco, Lindau. 2001

Wilhelm Fraenger, Hieronymus Bosch: Das Tausendjährige Reich, 1947; trad it 1980, ora: Hieronymus Bosch: il regno millenario, Abscondita, 2006

Jurgis Baltrusaitis, Le Moyen Age fantastique, 1955; trad. it. Il Medioevo fantastico, Adelphi

Kracauer me lo ha fatto scoprire Siegbert Saloman Prawer , autore dei Figli di Caligari, un libro più divertente ma meno importante del FaCaligari a Hitler. Potrei aggiungere a questi saggi sul tema della rappresentazione Il giardino delle delizie di Fraenger consigliatomi da Francesco Varanini.

Kracauer ha scritto un libro seminale in cui dimostra(!), se si può, che il cinema espressionista cupo con i primi accenni di pazzi, vampiri ecc.. e terrore sullo schermo, era il segno dell’inconscio collettivo della Germania pre nazista, erano il sonno a occhi aperti che ha partorito Hitler. Prawer ha applicato il metodo ai B movie americani della caccia alle streghe, in modo molto meno cupo e divertente; Fraenger ha decodificato il capolavoro metaforico di Hieronymus Bosch.

Io adoro questo genere di libri che di per sé non sono né veri né veritieri, ma sono la prova che un fatto non è nulla senza una teoria. Sono stati per me più importanti di Popper, mi hanno insegnato a strutturare il mio pensareil mio scrivere. Sono diventato un analista di organizzazione, credo,amando il livello di dettaglio di queste interminabili e dotte opere in cui la descrizione di una idea diventa teoria interpretativa.

Aggiungerei anche l’iconografia dei mostri medievali di Baltrusaytis, credo si scriva così, vero libro catalogativi, una specie di araldica della rappresentazione del male (horror) nel medio evo. Seminale e catalogativi, un manuale della rappresentazione del male, pedante, cattivo ammirevole; quasi come i Led Zeppelin.

 

Philip K. Dick, Do androids dream electric sheep, 1968; trad. it. Il cacciatore di androidi, 1971, ora Blade Runner, Fanucci

Philip K. Dick, Ubik, 1969; trad. it Ubik, Fanucci, 1989

Philip K. Dick, A Scanner Darkly, 1977; trad. it. Un Oscuro Scrutare, Fanucci, 1998

Se dovessi scegliere tra le innumerevoli opere di Dick prenderei Ubik., qui c’è della seria formazione personale. Ma guardiamo il titolo diDo androids dream electric sheep: già qui,in queste 5 parole, c’è una apertura sulla complessità e la profondità di relazione con i meccanismi dellapercezione e dell’essere che a me ricorda , senza offesa per nessuno, il famoso cogito ergo sum. Gli androidi sono esseri quasi artificiali. Sonodiversi dai robot, che sono un totale ammasso di circuiti e cavi , perché sono esseri viventi, sintetizzati, geneticamente creati, ecc.. con diverse provenienze, ma comunque viventi e pulsanti, ma cosa sognano in quanto creature sintetizzate.

Vi pare strano, ma cosa sogna la pecora Dolly, clonata, esseri generati , esseri sintetizzati, a quale mondo appartengono, quale mondo sognano? Quello che credo Dick mi ha dato è il senso del metafisicoper come può essere vissuto da un ateo.

Cosa sono i suoi simulacri, se uno sviluppo del concetto di monade. In aperta contraddizione con la razionalità, il positivismoe Kant, Dickinizia dove la percezione normale finisce, aiutato anche da massicce dosi di LSD,sviluppando il futuro, delineandolo, costruendolo. Dick mi ha insegnato a dubitare di quello che vedo e sento, a relativizzare.

E mi chiedo ora: i libri formano?Sono dubbioso, secondo me i libri divertono. Alcuni dei libri che ho citato non volevano affatto essere divertenti, erano maledettamente seri, io li ho trovati divertenti loro malgrado.

Consegnerò alla seconda parte del mio scritto i libri dei maestri che mi hanno divertito.


1 - La memoria dell’autore è abbastanza buona. Mi sono limitato a completare alcuni riferimenti bibliografici. (Nota di Francesco Varanini)

 

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