BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 25/02/2002

PERMETTIMI DI INTERVENIRE

di Gianfrancesco Prandato

Caro Rodolfo,
Permettimi di intervenire in questa polemica. Non voglio dire la mia sull'ideologia liberale e i no global perché non conosco abbastanza l'argomento. Anche se te lo confesso mi pare che quell'articolo di Stefano, che ti ha scatenato fosse molto interessante e ben scritto.
Il motivo per cui ti scrivo è dettato dal come argomenti le tue affermazioni. Magari sono giuste, ma mi paiono guidate da un ideologia ceca e sorda ai fatti. Come è cieco e sordo rispetto ai fatti quasi tutto il libro di Negri. Non so se hai notato, non riporta un numero, dico uno, ma decine di citazioni filosofico politiche le più rilevanti sono di S.Agostino e Leibnitz. Io ho smesso di credere in dio che ero piccolo, quindi non credo ai profeti, neanche a Negri, ma cerco di credere ai fatti. E i fatti, i numeri raccontano storie diverse.
Ti prego di prendere queste considerazioni come le riflessioni di un agnostico, non come la critica di un nemico, perché credo che la dialettica delle idee sia il carburante necessario di una società aperta.
1. Il diritto di sciopero è la prima cosa su cui ti correggo. E' sicuramente un elemento che, nel lungo periodo ha aiutato il capitalismo e la democrazia. E', se vuoi, un chiaro meccanismo che aiuta l'aggiustamento di mercato tra due controparti. E' un dato assodato lo puoi trovare in molti testi di economia.
2. Stato come educatore. Cito dal tuo pezzo:
Ma la ragione fondamentale della sua esistenza è di promuovere lo sviluppo etico dei cittadini: agire in modo che essi diventino e vogliano diventare gli esseri umani migliori possibili.
L'autorità che fonda uno stato gli è conferita dall'impegno che ciascun cittadino assume nei suoi confronti; dunque uno stato che non faccia del suo meglio per procurare il benessere dei cittadini sta tradendo la fonte stessa della sua autorità; sta così dichiarando la sua inconsistenza e inettitudine.
Uno stato di questo tipo non adempie suo compito che non ha ragione di esistere, i suoi cittadini hanno il diritto morale di dissociarsi, così come un figlio ha il diritto di dissociarsi da un genitore violento e lo studente da un sistema scolastico repressivo.
Se il significato è che lo Stato ci deve aiutare a crescere e quindi anche educare, credo che siamo tutti in accordo, il problema è a cosa ci deve educare e dove si ferma l'educazione.
In una società multirazziale come è quella americana e presto sarà quella italiana, i limiti dell'educazione vanno concretizzati in semplici regole (altrimenti la gente non li capisce) e sempre meno si può parlare di valori, se non quelli nazionali come: Stato, Bandiera, costituzione, ecc.. Il tutto per non offendere, per non colpire la diversità che è intrinseca nelle comunità aperte. Lo Stato garantisce un patto di convivenza e deve, soprattutto, permettere di scegliere tra opzioni diverse.
In quanto all'essere migliori, specie nelle società multi razziali, tutti hanno idee diverse su cosa sia il meglio e il peggio.

3. Il libro di Negri l' ho letto. Interessante come sempre, ma chi ha detto che ha ragione?
Cito il tuo passaggio:
Negri e Hardt sostengono la tesi che la globalizzazione attuale sta configurando un nuovo tipo di impero.
"I fattori primari della produzione e dello scambio (il denaro, la tecnologia, il lavoro e le merci) attraversano con crescente facilità e confini nazionali; lo stato ha sempre meno potere per regolare questi flussi e per imporre la sua autorità sull'economia. Anche i più potenti tra gli stati non possono più essere considerati come supreme autorità sovrane non solo all'esterno, ma neppure l'interno dei propri confini.
Tuttavia, il declino della sovranità dello stato non significa che la sovranità, in quanto tale, sia in declino. Nel corso di queste trasformazioni, i controlli politici, le funzioni statuali e i meccanismi della regolazione hanno continuato a governare gli ambiti della produzione degli scambi economici e sociali. La tesi di fondo che sosteniamo in questo libro è che la sovranità ha assunto una forma nuova, composta da una serie di poteri nazionali e sovranazionali uniti da un'unica logica di potere.
Questa nuova forma e sovranità globale ciò che chiamiamo impero.
Al contrario dell'imperialismo, l'impero non stabilisce alcun centro di potere e non poggia su confini e barriere fisse. Si tratta di un apparato di potere decentrato e deterritorializzante che progressivamente incorpora l'intero spazio mondiale all'interno delle sue frontiere aperte e in continua espansione."

Ma Rodolfo, il declino della sovranità nazionale, per ora lo si immagina solo, perché non è realistico. "Sembra" un riciclaggio della teoria marxista sulle multinazionali che prendevano il potere e il sopravvento su interi stati. Solo che invece che al solo Sud America l' hanno applicata al mondo, Usa compresi. Un paese che ha messo a rischio il breakup il gioiello Microsoft e che ha coltivato, ma anche fatto esplodere un caso come la Enron.
Per darti un dato, uno solo, il peso dei singoli governi nel Pil dei paesi del G8 negli ultimi anni è aumentato e non diminuito. Questo è un fatto, come lo concili con il declino degli stati nazionali e il dominio delle corporations, il neoliberismo, ecc…? Ci sono molti altri fatti che offrono punti diversi. Io credo di più a Amartya Sen, nobel per l'economia, indiano, autore di "Development as Freedom", che sui fatti ha basato i suoi libri o al Thurow di "Alle radici dell' ineguaglianza".
Lasciami dire che ci sono poi pezzi di autentico "delirio ideologico" che attraversano il libro. Uno per tutti, ma il libro ne è infarcito.
Il pezzo sul nuovo egualitarismo in cui si arriva a dire (lo dico con parole mie) che la tutela delle minoranze (leggi più deboli e poveri), che si sa è molto, molto, molto avanzata in USA, è in realtà fatta per inglobarli in un nuovo meccanismo di dominio politico ideologico che ricrea le differenze in base alla meritocrazia e non più in base ai vecchi parametri legati alla razza, sesso o religione.
Così è impossibile essere buoni, voler migliorare la condizione dell'umanità, si è cattivi per destino!

Credo che le donne, per esempio, il cui l'olocausto (ne mancano 50 milioni all'appello della statistica, nella sola Cina) è sepolto nelle nostre coscienze. Le donne che restano le ultime, le più represse e le vere vittime tra coloro che vivono nei paesi del secondo e del terzo mondo non siano d'accordo. Quasi tutte quelle che conosco io, sono venute negli Usa nella speranza di un futuro diverso per le loro figlie, con più opportunità.

5. La Turchia. Questo è il punto che mi ha sconcertato di più.
I Paesi del G8 rappresentano ca. il 14% della popolazione mondiale, ma possiedono il 48% delle quote e dei diritti di voto nel FMI (gli Stati Uniti, da soli hanno il 17% delle quote).4
Tutti gli interventi di sostegno erogati dal FMI rispondono sostanzialmente a due logiche.
La prima è l'importanza strategica che il paese debitore riveste per il mondo occidentale.
Si noti ad esempio, che la Turchia ha ricevuto negli ultimi due anni finanziamenti per 20 miliardi di dollari5 a sostegno dell'establishment filo-occidentale che rappresenta un puntello fondamentale per la politica NATO nel Medio Oriente. Certamente non sono state fatte raccomandazioni o pressioni per il rispetto dei diritti umani (pena di morte, tortura, repressione del popolo kurdo…), ma sono state fatte valutazioni esclusivamente di natura geopolitica

Dipingi il FMI come un covo di militari. Le logiche che descrivi sono singolari; perché allora aiutano l'Argentina se non ha rilevanza strategica e di difesa?
Il FMI è fatto di economisti e il principale motivo per cui il Fondo esiste è sostenere e governare le crisi finanziarie mondiali. Che ci riesca, che siano bravi, che siano manipolati, si può discuterne, ma è sempre facile farlo a posteriori.
In Turchia per chiarezza il Fondo c'è per risolvere un problema di crisi economica. Vado a memoria, il paese, che è in avanzo primario, circa il 6% se non ricordo male, non riesce a pagare i debiti scontando tassi di interesse altissimi, circa il 20 % . Questi tassi, insostenibili per chiunque, sono applicati per problemi precedenti di solvibilità internazionale. In pratica i creditori, visto il passato di insolvenze, non si fidano e applicano tassi altissimi per i prestiti. Il Fmi, per quel che leggo, sta cercando di aiutarli a superare questa crisi di credibilità. La faccia del paese in questo caso è importante perché rappresenta la sua affidabilità per i creditori.
Ma poi; immagina un mondo senza il Fmi, con le crisi monetarie in caduta libera, le banche che non ritornano i depositi, i paesi in fallimento, credi sarebbe davvero meglio? Aiuteremmo davvero i paesi poveri? Sulle azioni che fanno, sulla cancellazione del debito, credo sia giusto discutere, ma l'effetto di queste azioni è molto più complesso di come descrivi, probabilmente per fretta, nel tuo pezzo.
Da ultimo i paesi del G8 hanno le quote del Fondo perché le hanno sottoscritte e pagate. Sono i soldi che prestano ai paesi del terzo mondo. Queste percentuali come le hai citate tu, mi sembrano molto ideologiche e poco matematiche, sono solo le quote versate. Ti farà piacere però sapere che non rappresentano una fotografia delle provenienze nazionali degli impiegati al Fondo e alla World Bank, che sono per la maggior parte Indiani.
Anche quando si parla di ricchezza mondiale, si dovrebbero focalizzare di più i tassi di sviluppo e di cambiamento e non delle quote generiche, perché quest'ultime hanno scarso significato e non possono essere cambiate nel breve.
Quindi, magari hai ragione da vendere, ma poiché non c'è più fede, secondo me lo dovresti dimostrare con dei fatti non semplicemente proclamare con dei dogmi.

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