BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 24/08/2009

Gianfrancesco Prandato (1)

VITA DA BANCHIERI: QUASI UN ROMANZO

recensione di:
Laura Serafini,
Italian banckster. Splendori e miserie dei banchieri d'affari di casa nostra, Fazi, 2009

Quello di Laura Serafini è un libro che affronta la crisi delle istituzioni finanziarie  globali e non solo italiane avvenuta all'inizio del 2000 e otto e che prosegue tuttora.
Il  taglio è molto particolare. Laura  ha deciso di adottare un approccio preciso: quello  delle biografie delle persone, dei banchieri.
Ci porta attraverso questi anni 2000 seguendo le tracce di cinque tra i maggiori banchieri d'investimento che hanno operato nella nostra penisola.
Il primo è Claudio Costamagna,  grande banchiere d'affari di Goldman Sachs; il secondo è Federico Imbert capo di JP Morgan, poi c'è  Braggiotti, che ha fatto una lunga carriera all'interno di Mediobanca e di poi Lazard, banchiere ora per conto proprio con Banca Leonardo;  e poi da ultimo Tarantelli di Citigroup.
Il  libro è  fortemente originale, molto ben informato  e ben scritto, passa  continuamente dal  biografico alla storia economica.  Riesce a catturare bene i momenti difficili, le partenze  false, gli stop, le vittorie che sono state  alla base del successo di queste persone. Ci porta in una vero percorso, attraverso le privatizzazioni italiane, attraverso i grandi deal, il più grande anzi avvenuto in Italia, forse uno dei più grandi livello mondiale, Telecom, con un un tocco di grande leggerezza.  Questo continuo passare dal livello biografico a livello economico rende il libro leggibilissimo perché lo infarcisce di aneddoti personali su vizi,  usti, manie  di queste persone e fa sì che il libro resti  estremamente godibile pur parlando di una materia abbastanza noiosa e alle volte anche abbastanza complicata.

Se c’è un difetto questo libro è  l'incongruenza tra il titolo e il contenuto.
Infatti  alla fine, a parte qualche piccolo caso assolutamente motivato dai fatti, Laura finisce per assolvere tutti questi banchieri e la  dimensione personale forte che ne esce fa  sì che alla fine si finisca per  simpatizzare con queste persone.
Il titolo invece ovviamente suggerisce l'idea (abbastanza diffusa oggi) che i banchieri siano una  professione  vicino ai gangster,  quindi con una connotazione molto negativa.
Questo è l'unico difetto che trovo in questo libro che mi auguro  abbia un grande successo proprio perché è stato scritto con un tocco davvero speciale e con una grande dovizia di fatti e di informazioni. In alcune parti è un vero romanzo, uscendo dalla noiosa saggistica  economica.


1 - L'autore fa sapere che ha scritto questa recensione 'con la voce', usando il software Dragon: una nuova frontiera nella scrittura si apre

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