Gianfrancesco Prandato Prede e connessioni: c'è una forma per la complessità? recensione
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L’ultimo
libro di Crichton si segnala come sempre per la modernità dei temi e
il contenuto tecnologico della trama.
La storia e la morale sono le stesse di tutti i suoi libri. L’uomo che
gioca con la tecnologia per il profitto ne resta devastato. Il gioco a fare
dio degli scienziati che porta alla distruzione del mondo dalla clonazione dei
dinosauri alle nano tecnologie di Preda. In fondo i protagonisti dei suoi romanzi
(Jurassick ne è l’esempio più famoso) fanno sempre
lo stesso errore con qualche piccola variante. Consiglio di leggere Pray,
perché oltre ad essere un godibile romanzo è una cartina di tornasole,
una fotografia del male dell’america di oggi , unito a un avanzato check
up delle ultime scoperte, anche organizzative, che si stanno consolidando negli
Usa. Più che il romanzo in sé sono belli i dettagli e l’ambientazione
in cui e’ immersa la storia.
L’ambiente è una moderna Corporation di ricerca avanzata sulle nanotecnologie che lavora per l’esercito. Da una variante a un’applicazione quasi banale della tecnologia nasce un pericolo per l’umanità. Piccole variazioni, dettagli diversi ricombinati creano una potenziale Armageddon a sottolineare quanto sia sottile la barriera tra ricerca e distruzione. L’idea delle nano tecnologie come base per la costruzione della storia e’ poi abilmente ricombinata con temi diversi e di attualità.
Si spazia
dalla corruzione delle Corporation e ai meccanismi sottili e discreti del potere
che sono presenti nelle grandi imprese. La mancanza di scrupoli dei ricercatori
e del management che tendono a sottovalutare il rischio sociale di quello che
fanno. L’inizio del libro è dedicato alla nuova famiglia americana
in cui spesso chi lavora è la donna, con i problemi dell’inversione
dei ruoli e dei piccoli, ma sostanziali cambi che ciò comporta.
Ma il protagonista del racconto, la star, è lo Swarm, lo sciame di nanocomputer
che evolve, agisce, si comporta secondo la teoria generale dell’auto organizzazione.
Più di ogni altro tema spicca l’applicazione di teorie matematiche
e organizzative fondate in definitiva sul modello della complessità.
Crichton non ne parla esplicitamente, ma –per creare questo romanzo d’azione
contemporaneo– usa l’apparato teorico di libri come Nexus
o Emergence.
Nexus è un saggio teorico divulgativo, uno dei migliori, insieme
a Emergence, sul tema del cosiddetto “small world” e la
scienza dei “network”. Cosa c’e dietro le coincidenze. C’è
un significato se incontriamo un nostro vicino di casa milanese in Alaska? Cosa
è il caso? Cosa è la legge dei sei gradi di libertà che
separa tutti gli esseri umani, e che impatto ha sul mondo? Qual’è
la forza dei legami deboli e perché sono più rilevanti dei legami
forti? Perché la “forma” di internet che e’ più
o meno puro hardware assomiglia all’infinito network di pagine web connesse
con ipertesti che chiamiamo World Wide Web; e perché queste assomigliano
agli altri sistemi complessi come quello ecologico della catena alimentare dei
tonni nell’Oceano Atlantico? C’è una “forma”
per la complessità?
Possiamo trovare una legge generale della complessità che vada dalle
interazione delle cellule cerebrali, alle catene alimentari, a internet e in
generale spieghi il comportamento e l’apprendimento dei sistemi complessi?
La risposta di Nexus è forse sì.
Preda ci descrive cosa potrebbe spiegare e cosa potrebbe essere.