BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 30/05/2005

Gianfrancesco Prandato

TRA MILANO E LA CALABRIA

Recensione di:

Gianfrancesco Turano, Ragù di capra, Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2005.

L’inizio del romanzo è lineare. Il piano di un piccolo imprenditore milanese che vuole truffare l’assicurazione e spartirsi i soldi con il suo socio di origine calabrese sembra tratto dalle mille storie di cronaca che si leggonoquotidianamente.

Lentamente la latitanzadi questo milanese cresciuto a Rozzano muta: mentre aspetta nascosto in Calabria che gli paghino il premio per la sua “morte”, passa il tempo annoiandosi e organizzandouna piccola cosca di sbandati locali. Proprio questa cosca lo renderà visibile agli indigeni, “I terroni” come li chiama Airaghi in modo ovvio e supponente, e gli farà scoprire cosa c’e’ sotto la superficie sociale del paese che lo ospita.

Romanzo intrigante, scritto con un linguaggio ricco, sospeso tra Milano e la Calabria in cui gli aspetti culturali e di codice linguistico sono esplorati con profondità. Lentamente ci si accorge che il significato delle parole e’ diverso per i diversi personaggi, così come lo sono i valori che li legano. La lingua e il vissuto , mai esplicitato,sono grandi protagonisti che prendonolentamente corpo nella storia. Parole oscene scandite con contrazioni ardite, dialetto della Locride, espressionimilanesi, inglese riletto con cadenza calabrese si mescolano fino a diventare un unico vocabolario per i protagonisti del romanzo.

La labirintica mentalità dei calabresi e l’ottimismo truffaldino del protagonista si fronteggiano di continuo, a tratti con effetti paradossali, fino ad esplodere in un finale inevitabile, quanto sorprendente.

Interessanti e penetranti sonoi tratti organizzativi che la storia definisce. Si fronteggiano due modelli organizzativi: l’organizzazione formale, gerarchica progettata con ottimismo e competenza manageriale da Airaghi, milanese rampante con un passato imprenditoriale e una solida fede nell’efficienza dell’organizzazione, nelle sue regole e nelle sue procedure.Per Airaghi i compiti e le job description sono il cuore delle imprese anche di quelle criminali. Vi si oppone il paese che lo “ospita”,con la sua socialità amorale, sommersa, soffusa e permeante, che Airaghi percepisce chiaramentesolo quando vuole fare una impossibile telefonata. Una Calabria in cui nulla e’ quello che sembra, in cui i legami profondi e antichi valgono prima di ogni altra cosa. Un modello culturalesommerso, che permette di far funzionare le organizzazioni sociali e criminali in maniera sapiente e che permette di penetrare la modernità e l’evoluzione del modello sociale del paese senza che la forza del gruppo criminale venga diminuita.Cultura che non permette però di andare in grande, perché ha nella fedeltà e non nella lealta’i suoi fondamenti; per cui premia non per meriti, ma per appartenenza, come dice Airaghi in un toccante e brillanteconfronto verbale con lo zio del suo socio.

Un bel romanzo giallo chemostra quanto i modelli socio culturali si intreccino e reggano le organizzazioni. Mi pare che in questo romanzo giallo ci sia molto del dilemma delle organizzazioni moderne più che “nell’arte della Guerra” di Sun Tzu.

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