BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 13/10/2008

Lauro Venturi

STORIE DI AFFETTI E DI LAVORO.
Ovvero: le foto sono molto meglio delle parole

recensione di:
Giovanna Galletti, Gianna Mazzini, Luisa Pogliana,  Abbracciare l'orso. Storie e riflessioni su lavoro e sentimenti,

Resistenza umana (Guerini e Associati), 2008

Le autrici attaccano dicendo che “questo libro parla di lavoro e affetti, scrivanie e sentimenti, capacità e stipendi”. Il tema mi interessa da sempre, scrissi a suo tempo un articolo sul lavoro felice (tema scivoloso, ma non per questo da evitare) e dedicai la seconda parte de L’educazione sentimentale del manager alla relazione, per me virtuosa, tra orientamento al business e un sincero interesse per le persone.
Così ho aderito molto volentieri alla richiesta delle autrici di scrivere qualche storia per quel loro libro. Non lo sapevo a priori, ma sentivo che quello che avrei scritto sarebbe stato trattato con cura. Ciò nonostante, mi ha fatto molto piacere sentire le autrici parlare così delle storie riportate nel testo: “Certe storie sembrano zolle di licheni, apparentemente poco più che niente, e poi, guardate da vicino con attenzione, ricche foreste in miniatura”.
Quelle foreste di licheni vengono inserite con leggerezza nella struttura del volume, un interessante mosaico di testimonianze, commenti sempre lucidi e misurati, riferimenti ai contributi di altri autori sempre citati con rigore, senza lontanamente cadere nell’errore  di spacciare per proprie cose di altri: e questo è stile.
Un’altra caratteristica del libro è un grande equilibrio, che non lo ingessa in noiosi bilancini di pro o di contro o, peggio, in paludose e codarde tattiche per non esprimersi mai fino in fondo, per non dire mai cosa si pensa su questo o quel argomento. No, Giovanna, Gianna e Luisa hanno le loro idee ben chiare, ma le offrono come contributo, non come linee guida dentro alle quali fare stare per forza, a colpi di martello, ciò che raccontano altri.
Dicevo che è un bel equilibrio, che sa di saggezza e di robustezza, di cose più sentite che viste: “….del resto, è una fuga anche occuparsi degli altri per non fare i conti con la propria storia. La radice della solidarietà, invece, sta proprio nella capacità di ricordarla: solo a partire da noi stessi, infatti, possiamo farci un'idea delle difficoltà che l'altro sta vivendo, ed essergli vicino con amicizia e rispetto” ci dicono le autrici, per concludere che “Solo una persona ben radicata in se stessa e nella propria storia, dunque, può fare qualcosa per sé e utile a tutti gli altri”. Come non essere d’accordo?
Probabilmente la leggerezza piacevole, che mai fa ombra alla robustezza dei contenuti, è legata anche al fatto che le autrici hanno accettato un certo grado di imperfezione, offrendo a noi manager una brillante e non “genitoriale” lezione: “La perfezione è un modello astratto al quale ti devi adeguare, una meta rispetto alla quale è inevitabile sentirsi sempre in difetto. La perfezione non può essere amata. Ciò che dobbiamo amare è il frutto del nostro lavoro”.
Ecco un altro merito del libro: mai e poi mai le autrici cadono nella tentazione di addossare la colpa al contesto o agli altri. Per me, appassionato di psicologia sociale, di counseling e di coaching, è fondamentale sottolineare ogni volta che comunque e sempre siamo responsabili noi della nostra vita, decidendo come muoverci in uno scenario che non ci piace, senza lasciare agli altri il nostro destino. Ci dicono Giovanna, Gianna e Luisa che “la cosa importante è cercare di non rinunciare,ma di ordinare le priorità”.
Recentemente ho partecipato ad un congresso di HR manager che aveva al centro il tema della diversità, nelle sue diverse sfumature. Credo che Abbracciare l’orso ci dica molto di più di tanti testi sul Diversity management che, diciamolo, sono un po’ freddi e pare che vogliano strutturare un’apposita funzione, quando invece questi argomenti, che attengono in primis alle persone in carne ed ossa, emozioni e comportamenti, devono attraversare con credibilità tutta l’azienda.
Alla fine delle 170 pagine mi sono chiesto: “Ma tre uomini lo avrebbero potuto scrivere un libro così?”. Io un’idea ce l’ho, ma preferisco che diciate la vostra dopo averlo letto, anche perché così capirete cosa significhi “abbracciare l’orso”.
Buona lettura! (1)


1 - Una presentazione del libro è stata organizzata dalla PWA (Professional Women Association, www.pwa-milan.org). Si terrà  mercoledì 15 ottobre 2008 alle ore 20 (preceduta alle 19 da un cocktail) a Milano, presso il Jolly Hotel Michelangelo, in via Lazzaretto 5 (MM Porta Venezia, Repubblica). Parteciperanno Gianmario Tondato, Amministratore Delegato Autogrill; Patrizia di Pietro, Direttore HRGeneral Electric Healthcare; Simona Bertinotti, Direttore HR Valentino Fashion.

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