BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 17/02/2003

ALLA SCOPERTA DELLA VITA AZIENDALE POSTMODERNA. CHE COSA SONO I MERCATI?

di Gian Luca Rivalta

PREMESSA
Per prima cosa stabiliamo una importante conclusione rispetto al discorso fatto, nel precedente articolo, circa la domanda “Dov’è finito il fornitore?”( pubblicato su Bloom il 20/01/2003):.
146) diritti e doveri del Cliente (ovvero la soddisfazione, la conservazione e lo sviluppo dell’interlocutore economico)
a) la percorrenza della dimensione sincronica che pone in risalto il repentinamente scambievole ruolo di cliente/fornitore ci introduce alla necessità di rivedere tutti i nostri principali approcci (se li abbiamo mai considerati!) rispetto alla soddisfazione e alla fidelizzazione del cosiddetto Cliente
b) “Il fornitore deve soddisfare il Cliente, a qualsiasi costo”... Questo si diceva tempo fa, ma ancora oggi è un comandamento assai autorevole per chiunque desideri svilupparsi e sopravvivere nei vari mercati di sbocco
c) la dimensione sincronica rende questo “approccio anni ‘80-90” alquanto tortuoso e quanto mai distante dalle reali esigenze dei mercati e dei relativi operatori nel loro complesso
d) se il Cliente diventa fornitore di denaro (e non solo: “passaparola”, informazioni, ecc.) del suo fornitore, allora quest’ultimo diventa cliente di quel suo Cliente. Il fornitore, così, nel suo nuovo ruolo di cliente, merita anch’esso la “C” maiuscola (diventa Cliente) e, perché no, volendo conservare l’iniziale punteggiatura del fenomeno di scambio economico, la “F” maiuscola, divenendo a tutti gli effetti il Fornitore (nella coppia considerata)
e) ma anche il Cliente iniziale (quello che, per intenderci, “paga” con il denaro), allora, pari merito, acquista la “F” e così diventa anch’esso Fornitore
f) riepilogando, abbiamo due Clienti e due Fornitori: un vero casino!... ma in realtà, andando alla struttura profonda del discorso, questa situazione, sebbene resa più complessa (in verità, questo è ciò che accade alla nostra osservazione delle cose) dal considerare la dimensione sincronica, è notevolmente meno complicata rispetto all’attuale modernissimo modo di considerare la relazione cliente/fornitore
g) in conclusione (una conclusione ovviamente preliminare), il management postmoderno, con l’introduzione della dimensione sincronica nello studio della fenomenologia economico-aziendale e di mercato, ci porta a supporre l’esigenza di un sostanziale cambiamento epistemologico e, pertanto, operativo-metodologico su piani diversi della vita aziendale:
i. il marketing
ii. la percezione prestazionale (il “modello delle 5P”, il “questionario di valutazione del servizio”, ecc.)
iii. il quality function deploymnet
iv. la pianificazione e il controllo
v. ecc.
147) diritti e doveri di...:
a) la percorrenza della dimensione sincronica che pone in risalto il repentinamente scambievole ruolo di imprenditore/manager/lavoratore, nei rapporti interpersonali interni ed esterni alle aziende ci introduce alla necessità di rivedere tutti i nostri principali approcci (se li abbiamo mai considerati!) rispetto alla soddisfazione e alla fidelizzazione (si parla spesso di motivazione, coinvolgimento, ecc.) del cosiddetto Collaboratore
b) questo aspetto verrà approfondito in un capitolo dedicato.

Ed ora, finalmente, ecco un altro fondamentale elemento di confusione:

"CHE COSA SONO E A CHE COSA SERVONO I MERCATI?"
(breve introduzione)

150) La “danza” dello scambio economico descritta nell’articolo precedente si sviluppa all’interno di sistemi di regole e di accadimenti (socio-economici) che si organizzano e si strutturano attorno ad alcuni principi fondamentali ed invarianti, le origini dei quali, possiamo dire oggigiorno, si perdono davvero nella notte dei tempi. Qual è lo scopo di quei sistemi che abitualmente chiamiamo “Mercati”? Esistono solo i mercati che intendiamo di solito, oppure, “mercato” è (può o deve essere) inteso anche qualcosa di diverso che emerge ad una nostra analisi più approfondita e sistemica della fenomenologia economica?
160) cosa accade in pratica quando, come descritto al punto 20) dell’articolo prec., l’individuo “A” e l’individuo “B” si scambiano le cose che abbiamo visto più sopra? E perché, nel dato contesto spazio-temporale considerato, essi se le scambiano proprio tra di loro e non con altri? E perché secondo le modalità del caso in questione?
170) il nostro “A” ha davvero bisogno del mazzo di rose che “acquista” dal nostro “B”? E quest’ultimo necessita davvero del denaro che riceve in cambio dal primo?
175) non cercheremo peraltro di rispondere ai “perché” (cosa che richiederebbe di disporre di una teoria)...
180) alla seconda domanda è sicuramente più semplice fornire una risposta condivisibile: “B”, con quel denaro, ci fa quello che vuole (o quasi). Di sicuro non possiamo dire altrettanto di botto la stessa cosa nel caso di “A”: lui, con un mazzo di rose, ci può fare molte cose, ma non proprio tutte (o quasi tutte) quelle che vuole! Soprattutto, di fronte a “B”, che con quel denaro può fare scambi di natura assai varia (“acquistare” il pane, comprare un computer nuovo, ecc.), al povero “A” sarà di certo assai più difficile “investire” quel mazzo di rose in beni immobili o usarlo per comprare le medicine in farmacia (nel senso più stretto del baratto)...
190) riconsiderando ora con ordine le domande poste ai punti precedenti, chiediamoci, per iniziare, “Qual è lo scopo di quei sistemi che abitualmente chiamiamo “Mercati”?”. In termini concettuali, un mercato è un sistema più o meno organizzato, ma sicuramente combinatorio, di accadimenti economici basati sulla prassi dello “scambio”. Sul piano concreto, poi, un mercato si struttura attraverso una serie di ennuple di “flussi termodinamici” che due soggetti economici si scambiano (vicendevolmente). Tali flussi termodinamici riguardano trasferimenti di aggregati eterogenei e variegati di materia, energia e forza-lavoro
200) Chiediamoci ora “cosa accade in pratica quando, come descritto al punto 20), l’individuo “A” e l’individuo “B” si scambiano le cose che abbiamo visto più sopra?”. Accade che “A” fornisce a “B” un bel pacchetto termodinamico che ai suoi occhi e (sebbene in modo che può essere anche dissimile) a quelli di “B” assume il significato (più ancora che la forma) di denaro, che è un oggetto economico dotato (dato che glielo abbiamo attribuito, e glielo attribuiamo, con convinzione) di elevata interscambiabilità in termini di valore. Ma, in sostanza, per “B” esso rappresenta la quota di valore economico di cui egli necessita (per qualsiasi motivo da lui concepibile), poiché ne aumenta la sua capacità di “acquisto rapido”, quota di valore (la cui potenziale rapidità di conversione è probabilmente, ma non necessariamente il maggior desiderio per “B”, una comodità per lo svolgimento della sua complessa missione tenico-economica e, cioè, aziendale). Per quella quota (o poco più o poco meno) “B” è disposto a “pagare” ad “A” l’ammontare di 15 rose rosse, in mazzo. “A” con quel mazzo di rose rosse può rendere più piacevole la sua vita casalinga, oppure può “regalarlo” alla propria fidanzata (per l’onomastico) dalla quale, a sua volta, riceverà un commisurato ricambio affettuoso. E il fatto che le rose siano raggruppate in mazzo, magari anche bello oltre che agevole nel trasporto, costituisce in qualche modo una quota di comodità aggiuntiva al fatto di possedere delle rose rosse di cui “A”, se consapevole, può godere.
210) in entrambi i casi (lato “A” e lato “B”) l’individuo considerato acquisisce una maggiore (ma non in senso assoluto) quota di “potenziale di scambio…” (sarebbe “…economico”, anche se nel caso di “A” e della sua fidanzata può suonare di cattivo gusto!) per gli specifici obiettivi il cui perseguimento ha mosso quel comportamento di scambio. Cioè, in pratica, egli vede (ai suoi occhi) accrescere il “valore” della sua dotazione di risorse (tecnico-economiche e, cioè, aziendali). A questo accrescimento può essere associata una quota aggiuntiva (ma molto più dipendente dalla percezione del soggetto coinvolto) di comodità, oggetto ulteriore che nel nostro universo del discorso aziendale postmoderno chiamiamo “servizio”.
220) a parte il fatto che, con l’esempio del caso “A” + fidanzata, iniziamo in qualche modo a rispondere alla seconda domanda del punto 150) (“Esistono solo i mercati che intendiamo di solito, oppure, “mercato” è (può o deve essere) inteso anche qualcosa di diverso che emerge ad una nostra analisi più approfondita e sistemica della fenomenologia economica?”), possiamo ora affermare che all’interno di un mercato, dal punto di vista più concettuale, ciò che si realizza è costituito da interazioni di scambio nell’ambito di “relazioni sincroniche cliente/fornitore” e che l’oggetto dei flussi concreti coinvolti è costituito da aggregati materia-energia-forza a cui attribuiamo il significato di “valore” (tecnico-economico) che si accompagnano con forte correlazione relativa ad ulteriori aggregati materia-energia-forza a cui attribuiamo, invece, il significato di “servizio” (tecnico-economico)

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