BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 16/03/1999

L’AUTO–PROGETTAZIONE E L’AUTO–ORGANIZZAZIONE COME MOTORI DEL CAMBIAMENTO 1

A cura di Riccardo Ruschi

Con la collaborazione di Flavio Franciosi, Paola Leoni, Maurizio Lambri

1. I CLUSTERS DI IMPRESE COME CONTESTI DI AUTO-PROGETTAZIONE DEL CAMBIAMENTO

CLUSTER CHE COSA

Con "cluster" intendiamo qui una forma particolare di raggruppamento di imprese, rappresentate da titolari e/o manager d’azienda, che intendono mantenere e alimentare tra loro rapporti costanti e organizzati di collaborazione e cooperazione tramite incontri periodici, coordinati da un gruppo/guida di consulenti, che hanno lo scopo di individuare e approfondire temi di interesse comune, affrontare problemi condivisi, ricercare nuove occasioni imprenditoriali.

CLUSTER PERCHE’

La costituzione di un cluster ha lo scopo di promuovere e facilitare la creazione di sinergie di collaborazione e/o cooperazione fra diverse imprese tra loro e fra le imprese e i soggetti pubblici e privati del territorio, al fine di valorizzare le risorse esistenti, innescare processi di ricerca di nuove forme di imprenditorialità e aumentare il livello competitivo delle imprese all’interno del sistema socio-economico del territorio.

CLUSTER COME

Presupposto necessario alla costituzione di un qualsiasi cluster è l’attivazione e lo sviluppo di un Osservatorio permanente, che durante la realizzazione/erogazione di un’ampia varietà di servizi formativi (sia interni, sia esterni al programma Adapt DevelopNet Lombardia) rilevi e individui nelle imprese la dinamica dei bisogni latenti e/o inconsapevoli e in funzione di questi si prodighi per offrire risposte adeguate e convincenti, ponendosi in tal modo come polo di riferimento operativo e di raccolta mirata di dati, a disposizione per la ricerca e utilizzabile anche come strumento di marketing.

In questa accezione, l’Osservatorio si presenta come sistema sensoriale e luogo dedicato di rilevazione di bisogni, repertorio di ricerca e sviluppo delle conoscenze, strumento di marketing, modalità di offerta di consulenza. Sue caratteristiche determinanti sono l’azione permanente, la funzione dedicata, la coerenza strategica, la creazione di eventi. In quanto "nodo" di funzioni, spazio dedicato di ricerca e sviluppo, sensore delle dinamiche dei bisogni, organo consultivo, l’Osservatorio si pone al "centro" dei servizi informativi, diagnostici, di formazione e consulenza e di networking, previsti dal progetto Adapt DevelopNet Lombardia B.I.S., che soprattutto nei servizi di networking riconosce l’ambito determinante della propria azione performante, del proprio sistematico tradursi da strumento operativo a vero e proprio stile e modo di agire. In questa particolare connotazione, i servizi di networking pervadono complessivamente, anche se in misura diversa, tutti gli altri servizi, individuando nei servizi di formazione e consulenza la dorsale primaria di riferimento della propria azione.

Se in generale possiamo riconoscere all’Osservatorio la caratteristica di momento "virtuale" di creazione di un cluster di imprese, due sono in effetti le situazioni fondamentali di aggregazione che concorrono alla "reale" costituzione di un cluster:

  1. per disvelamento/promozione di possibili aggregazioni (clusters potenziali);
  2. per valorizzazione/animazione di aggregazioni già esistenti (clusters di fatto).

Nel primo caso il processo evolutivo che conduce alla costituzione del cluster prevede i seguenti momenti:

Nel secondo caso il processo di costituzione del cluster prevede questi momenti:

 CLUSTER IN AZIONE

In senso generale, il lavoro di un cluster si caratterizza innanzitutto per un forte atteggiamento di gruppo dei soggetti partecipanti, la cui coesione e interazione non è data in modo esteriore dall’applicazione di un modello intenzionale, ma è il risultato del processo di definizione e condivisione degli obiettivi assunti dal cluster in fase di costituzione come reali opportunità di sviluppo per le imprese che ne fanno parte.

Dal punto di vista metodologico il lavoro di un cluster si caratterizza per un 60% da una sperimentata modalità di auto-organizzazione e auto-progettazione, che orienta e definisce l’attività spontanea di ricerca e consulenza reciproca tra gli imprenditori aderenti al cluster. In questa particolare situazione di auto-promozione e auto-realizzazione, di confronto e scambio reciproco, gli imprenditori si pongono come soggetti-attori, fortemente motivati dal più ampio dispiegamento di tematiche o problematiche d’interesse comune o dal perseguimento di nuovi orizzonti di impresa e di business. Sul piano operativo, questa situazione di interazione spontanea tra imprenditori si traduce, fin dal primo incontro ("avvio del cluster"), e sulla base del piano generale scaturito dalla fase preliminare di costituzione del cluster, nella stesura di un progetto di lavoro "proprio", completo di obiettivi, indicatori, programmi, calendari d’incontro, risorse coinvolte, previsione di sottogruppi, ecc..

Per il restante 40% il lavoro di un cluster è determinato dall’attività di "ascolto attivo", animazione e coordinamento da parte di un gruppo/guida di consulenti, che durante la realizzazione del progetto di lavoro intervengono sul piano metodologico, orientando presupposti e obiettivi operativi, raccogliendo e impostando le varie richieste d’ "appello" degli imprenditori e predisponedone di volta in volta il soddisfacimento o l’ulteriore approfondimento mediante il coinvolgimento di particolari competenze specialistiche.

A tal fine il gruppo/guida dei consulenti dovrà almeno essere costituito da:

In casi di gestione particolarmente complessa del cluster e in funzione del perseguimento di determinati risultati, si potrebbe valutare l’eventuale affiancamento dell’animatore da parte di un "comunicatore", responsabile della coerenza e strutturazione delle conoscenze (know how) prodotte dall’azione auto-progettante sviluppata dal cluster.

La coerenza dei contenuti e dei processi che si generano in ciascun incontro del cluster è garantita dal sistema dei contatti con gli imprenditori e con i soggetti del territorio. Dal costante monitoraggio di questi contatti, anche attraverso sistemi ICT, l’animatore progetta, condivide con gli imprenditori e organizza tutti quei diversi "eventi" che si rendano utili o necessari alla realizzazione del percorso auto-progettato. In questa prospettiva, un "evento" può essere considerato tale quando sulla base di un preciso spunto tematico, corrispondente a una necessità o interesse riconosciuto e condiviso da tutti i possibili partecipanti a un cluster, si genera un preciso momento di incontro e confronto collettivo (in forma di panel, simposio o simili). A questi incontri sono chiamati a partecipare anche testimonials o rappresentanti pubblici e/o privati di istituzioni territoriali ed extraterritoriali, tecnici e specialisti di settore e varie altre autorità professionali e istituzionali, direttamente coinvolti, in misura e in forma diversa, nel tema oggetto dell’incontro o invitati a contribuirvi esternamente per proprie specifiche competenze in materia. Ogni evento produce un proprio contenuto di conoscenza e approfondimento generale, a cui possono affiancarsi anche contenuti derivati di tipo operativo e negoziale.

Un evento di questo tipo non può essere semplicemente considerato il risultato di un obiettivo imposto dall’esterno in modo intenzionale. Piuttosto, esso si produce sulla base di un atteggiamento collaborativo e cooperativo spontaneo che, per appropriazione/condivisione, traduce gli obiettivi prefissati in agire individuale. In tale prospettiva le caratteristiche che determinano e guidano un evento non sono da ricercare nel contenuto degli obiettivi, ma innanzitutto in un insieme di atteggiamenti e disposizioni propriamente soggettivo-individuali, quali la curiosità, l’originalità, l’identificazione, la perspicacia, l’abilità associativa, lo stupore, l’immedesimazione, la dedizione e così via. Di questi caratteri dovrà primariamente tenere conto l’animatore nella sua azione di coordinamento del cluster.

Le sessioni di lavoro del cluster si concludono con l’elaborazione di un prodotto/esito specifico e con un piano d’azione per successive iniziative che ha come prerogativa essenziale quella di mantenere attiva e alimentare continuamente la relazione di sostegno e consulenza reciproca tra gli imprenditori coinvolti nel cluster per la realizzazione degli obiettivi del progetto di lavoro.

CLUSTER ALLA PROVA

In una prima fase di avvio si procederà innanzitutto alla definizione di un modello dinamico di sperimentazione che dovrà tener conto necessariamente di una prospettiva di generale apertura verso possibili evoluzioni future del concetto di cluster. In questa fase sperimentale, che tuttavia dovrà già assolvere a precise necessità operative, tre saranno principalmente gli obiettivi da conseguire: sperimentare il progetto, isolare ed estrarre contenuti concettuali e teorico-progettuali; riprodurre e sistematizzare l’esperienza compiuta.

Per quanto riguarda la costituzione dei cluster, in questa fase saranno essenzialmente prese in considerazione quelle situazioni, più o meno già esistenti, di vicinanza e aggregazione di fatto tra imprese o sulla base di tematiche di ampio e comprovato interesse comune, o in funzione di determinati rapporti di filiera, e in ogni caso direttamente rispondenti a un concreto bisogno aziendale. Le imprese coinvolte in varia misura e per motivi diversi in queste situazioni saranno chiamate a partecipare a un primo evento/incontro, che dovrà considerarsi di fatto già un avvio del cluster, il cui scopo sarà essenzialmente quello di trasformare la partecipazione delle imprese da aggregazione virtuale a reale raggruppamento auto-progettante. A tal fine si tratterà di:

Il prodotto/esito di questo primo incontro, come di ogni altro incontro successivo, unitamente al piano di azione relativo alle iniziative successive del cluster, sarà oggetto di una precisa analisi e valutazione condotta in base ai seguenti criteri:

L’elaborazione dei dati provenienti dall’analisi e valutazione del prodotto/esito del primo come di ogni incontro successivo del cluster è da considerarsi una delle azioni e competenze specifiche e caratterizzanti dell’Osservatorio permanente.

2. Il NETWORKING COME SERVIZIO OFFERTO ALLE IMPRESE

Scopo generale

Il servizio si propone di attivare e sviluppare sinergie di collaborazione e cooperazione tra imprese su tematiche o problematiche d’interesse comune, al fine di valorizzare le risorse esistenti, avviare la ricerca di nuove forme di imprenditorialità e aumentare il livello competitivo delle aziende all’interno del sistema socio-economico del territorio. L’intento è quello di diffondere tra le imprese, raggruppate in reti di collaborazione e cooperazione, una precisa cultura di auto-progettazione e auto-realizzazione di processi di innovazione e cambiamento aziendali, allargando e consolidando la consapevolezza dei bisogni e delle opportunità di sviluppo mediante un consistente approfondimento delle conoscenze di settore, sul piano tecnico-specialistico, e un articolato sviluppo dei rapporti di scambio con altri soggetti pubblici e privati del territorio, sul piano politico-relazionale.

Modalità di erogazione

L’erogazione del servizio avviene sulla base di una serie significativa di rilevazioni e monitoraggi operate da un Osservatorio permanente, che ha il compito di individuare nelle imprese la dinamica dei bisogni latenti e/o inconsapevoli e in funzione di questi fornisca risposte adeguate e convincenti, ponendosi come polo di riferimento operativo e di raccolta mirata di dati. Sulla base delle indicazioni fornite dall’Osservatorio si procede alla costituzione di raggruppamenti di imprese secondo due principali modalità:

Nel secondo caso il processo di costituzione del raggruppamento prevede questi momenti:

Fruizione

Per la sua fruizione il servizio richiede da parte delle imprese coinvolte in raggruppamenti d’interesse comune un forte atteggiamento di gruppo dei soggetti partecipanti, la cui coesione e interazione non è data in modo esteriore dall’applicazione di un modello intenzionale, ma è il risultato del processo di definizione e condivisione degli obiettivi assunti dal cluster in fase di costituzione come reali opportunità di sviluppo per le imprese che ne fanno parte.

Dal punto di vista metodologico il lavoro di gruppo richiesto alle imprese si caratterizza per una fondamentale modalità di auto-organizzazione e auto-progettazione, che orienta e definisce l’attività spontanea di ricerca e consulenza reciproca tra gli imprenditori aderenti ad un raggruppamento. In questa particolare situazione di auto-promozione e auto-realizzazione, di confronto e scambio reciproco, gli imprenditori sono chiamati a porsi come soggetti-attori, fortemente motivati dal più ampio dispiegamento di tematiche o problematiche d’interesse comune o dal perseguimento di nuovi orizzonti di impresa e di business. Sul piano operativo, questa situazione di interazione spontanea tra imprenditori si traduce nella stesura di un progetto di lavoro "proprio", completo di obiettivi, indicatori, programmi, calendari d’incontro, risorse coinvolte, previsione di sottogruppi, ecc..

Per la loro attività di auto-progettazione le imprese aderenti a un raggruppamento possono avvalersi dell’azione di "ascolto attivo", animazione e coordinamento svolto appositamente da parte di un gruppo/guida di consulenti, che durante la realizzazione del progetto di lavoro intervengono sul piano metodologico, orientando presupposti e obiettivi operativi, raccogliendo e impostando le varie richieste d’appello degli imprenditori e predisponedone di volta in volta il soddisfacimento o l’ulteriore approfondimento mediante il coinvolgimento di particolari competenze specialistiche.

Finalità

Obiettivo principale del lavoro di gruppo prodotto all’interno di un raggruppamento di imprese è la creazione di momenti/evento colletivi d’incontro, scambio e confronto tra i partecipanti. La coerenza e validità di contenuto e di processo di questi momenti/evento dipende dallo sviluppo del sistema dei rapporti tra le imprese aderenti al raggruppamento e dei rapporti tra queste e i vari soggetti pubblici e privati del territorio. Dal punto di vista dell’attività auto-progettante del raggruppamento, questi momenti/evento si realizzano propriamente quando, sulla base di un preciso spunto tematico, corrispondente a una necessità o interesse riconosciuto e condiviso da tutti i partecipanti, si generano occasioni proficue e articolate di scambio, discussione e confronto, animate da un atteggiamento collaborativo e cooperativo spontaneo che, per appropriazione/condivisione d’interesse, traduce gli obiettivi prefissati in agire individuale consapevole e finalizzato.

A questi momenti/evento sono chiamati a partecipare, in veste di specialisti, anche rappresentanti pubblici e/o privati di istituzioni territoriali ed extraterritoriali, tecnici e professionisti di settore e varie altre autorità professionali e istituzionali, direttamente coinvolti, in misura e in forma diversa, nel tema oggetto dell’incontro o invitati a contribuirvi esternamente per proprie specifiche competenze in materia.

Obiettivo specifico di ciascuno di questi momenti/evento è la produzione di un proprio contenuto di conoscenza e approfondimento generale, a cui possono affiancarsi anche contenuti derivati di tipo operativo e negoziale. Ogni momento/evento collettivo d’incontro si conclude con l’elaborazione di un prodotto/esito specifico e di un piano d’azione per successive iniziative che ha come prerogativa essenziale quella di mantenere attiva e alimentare continuamente la relazione di sostegno e consulenza reciproca tra le imprese aderenti al raggruppamento per la realizzazione degli obiettivi del progetto di lavoro.


1. I testi qui proposti sono documenti di lavoro sviluppati nell’ambito del Progetto DevelopNet Lombardia B.I..S
ADAPT è una iniziativa dell’Unione Europea per il quinquennio1994-1999. Basata sul Fondo Sociale Europeo, ha lo scopo di promuovere la formazione professionale per prepara i lavoratori ad affrontare le nuove sfide della professione e della società dell'informazione (1,63 miliardi di ecu).
In questo ambito il progetto DevelopNet Lombardia B.I..S. (Building Information Services) ha l’obiettivo di creare un’Agenzia di Innovazione e Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese lombarde.
B.I.S. –attraverso l’erogazione di servizi informativi, diagnostici e di networking– si propone come motore di anticipazione dei fenomeni di cambiamento e dunque come sostegno al rafforzamento del sistema economico regionale.
Promotore e attuatore del Progetto è l’Associazione temporanea di impresa che lega ISTUD spa, Istituto di Studi Direzionali, e PROBEST SERVICE spa, Società di servizi di UCIMU Sistemi per produrre.
Sponsor e Diffusori sono le Associazioni Territoriali e di Categoria (Confindustria Federlombardia).

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