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Pubblicato in data: 30/05/2005

Emma Rosenberg Colorni

LA FIDUCIA COME OPPORTUNITA' E COME VINCOLO

Scheda di lettura di:
Niklas Luhmann, La fiducia, Il Mulino, 2002 (ma scritto 30 anni fa)

 

La fiducia è un meccanismo di riduzione della complessità la cui funzione si dispiega nella tensione fra presente e futuro.

Ha a che fare con la propria rappresentazione dell’altro, è affidamento alle proprie aspettative dell’altro => è esposizione del sé, abbandono al sé, per questo c’è rischio.

La fiducia è influenzata sia da strutture psichiche che sociali: il mondo è troppo complesso in quanto contiene più possibilità di quelle nei cui confronti si può reagire mantenendosi in vita.

Per ridurre la complessità si usano meccanismi di generalizzazione e di selezione: il linguaggio, la coscienza di sé e la fiducia che accrescono la tolleranza nei confronti dell’ambiguità.

La fiducia ha bisogno di una storia come rassicurazione di fondo, ma non è qualcosa che si deduce dal passato, va al dilà per rischiare una definizione del futuro.

Esistono delle soglie, delle discontinuità artificiali che livellano le esperienze al di qua della soglia producendo dunque semplificazione, oltre le quali un piccolo passo produce enormi trasformazioni -> il problema della fiducia/sfiducia è dunque un problema di riconoscimento della soglia (la fiducia non varia in seguito a cause obiettive definibili esplicitamente, ma in base atteggiamenti generalizzati simbolicamente).

E’ più disponibile ad offrire fiducia chi sa che in caso di delusione la sua autorappresentazione non verrà intaccata o che può essere recuperata senza danni.

La sfiducia è l’equivalente funzionale della fiducia (non il suo contrario) in quanto anch’essa produce semplificazione e anche per essa il comportamento dell’altro è un problema specifico.

Chi è diffidente ha bisogno più informazione ma restringe le informazioni a quelle a cui decide di dare affidamento => diventa più dipendente da un minor numero di informazioni.

-> si può e si deve scegliere fra fiducia e sfiducia!

-> La fiducia è diversa dal presupposto razionale in base al quale decidere correttamente, per questo che i modelli per calcolare le decisioni corrette eludono il problema della fiducia.

Differenza fra fiducia e speranza: se fa la differenza in caso di decisioni è fiducia, altrimenti è speranza, la fiducia riflette la contingenza mentre la speranza la ignora.

La centralizzazione del monopolio della punizione serve a spezzare in casi difficili il circolo vizioso della sfiducia.

Dalla fiducia interpersonale/emozionale alla fiducia sistemica/legata alla rappresentazione che implica:

  1. rinuncia ad ulteriori possibili informazioni
  2. indifferenza circospetta
  3. continua verifica dei risultati ottenuti

La fiducia deve essere appresa, come ogni altra generalizzazione, passando da se stessi per poter generalizzare sugli altri: se sento che so onorare la fiducia altrui, sono in grado di dare fiducia ad altri.

La riduzione della complessità può avvenire in virtù di un accordo intersoggettivo che porta a forme di conoscenza garantite dal punto di vista sociale e pertanto vissute come “vere”.

Chi non si fida non può dare espressione alle proprie paure senza cadere nell’isolamento sociale -> il sistema sociale spinge l’acquisizione di fiducia.

La fiducia funziona come un principio di obbedienza acritica: dovrebbe spostare più in là possibile il punto in cui il soggetto, comunque pronto ad obbedire, dice a se stesso che la giustezza dell’ordine impartitegli deve essere verificata.

Per costruire relazioni fondate sulla fiducia: (tutte le componenti si sostengono vicendevolmente)

  1. crescita passo passo:
  1. la situazione deve permettere scelte di comportamento
  2. il comportamento deve essere percepito come determinato personalmente (non da un punto di vista istituzionale e storico), l’azione deve apparire come espressione della personalità e deve confermarla
  3. deve esserci una situazione in cui la fiducia possa essere tradita (altrimenti non ce ne sarebbe bisogno) e l’altro abbia un interesse a farlo => deve impegnare in un investimento a rischio
  4. ogni partecipante deve conoscere la situazione esatta e far sapere all’altro che la conosce => situazioni interpretabili su cui si sappia comunicare.

Le relazioni basate sulla fiducia non nascono da prescrizioni, ma causano l’emergere a posteriori di norme.

La fiducia è all’origine della formazione della legge: la fiducia nei contratti esige che la loro attuazione sia indipendente dalla persona che ha effettivamente accordato la propria fiducia.

Se chi ha sfiducia rinuncia ad applicare sanzioni, poi non sarà in grado di attribuire la colpa e il rimprovero verrà rivolto verso di lui (es: chiedo ad uno sconosciuto di tenermi il portafoglio e lui scappa, il pirla sono io).

Anche il modo di stabilire le norme deve essere soggetto a norme (es: costituzione) -> solo quando c’è la possibilità di abbattere il potere è possibile aumentarne il potenziale.

La fiducia civilizzatrice ha in se un elemento di riflessività, la fiducia nella fiducia: posso fidarmi della fiducia che ripongo in altri se attribuisco alla mia fiducia la capacità di motivare gli altri.

Sembra che la relazione che abbiamo con il denaro, il potere, la verità, venga appresa come comportamento e che rimanga latente la consapevolezza che in ogni singolo caso la capacità di funzionare dipende dalla fiducia nella fiducia (Thomas: una situazione definita come reale è reale nelle sue conseguenze).

Nei sistemi sociali semplici, il giusto ordinamento delle cose era determinato da convinzioni religiose che lo sottraevano alla disposizione umana, riducendone la complessità alla stregua di norme.

In seguito altri codici di selezione trasmessi intersoggettivamente sono stati la verità, l’amore, il potere, il denaro che servono a trasferire la complessità ridotta, funzionano in quanto creano aspettative e motivazione.

La crescente differenziazione di questi mezzi di comunicazione modifica la situazione fino a far diventare la fiducia il presupposto di un’esistenza normale e razionale.

Denaro: rappresenta una libertà trasferibile di fare scelte di beni da acquistare. Essere in possesso dei simboli del denaro equivale ad essere in possesso delle possibilità che esso permette. Quando la fiducia nel denaro è istituzionalizzata, viene a crearsi un equivalente della certezza.

L’apparente paradosso del sacrificio e al contempo della conservazione del denaro viene superato con un aumento della fiducia, vale a dire con un aumento della vulnerabilità.

La fiducia è possibile solo doveè possibile la verità (altro strumento che permette la riduzione della complessità intersoggettiva), ciascuno deve poter presumere che l’orientamento degli altri sia legato alla verità.

L’autorità: altra rappresentazione della complessità non spiegata nei dettagli.

Il potere: la metafora del contratto sociale con cui individui liberi accetterebbero di fidarsi reciprocamente o di una sovranità non ha corrispondenza nella realtà. La fiducia può semmai fare riferimento ai limiti da imporre alla sovranità.

La fiducia è contemporaneamente una opportunità ed un vincolo: un estraneo cui non si dà fiducia gode di maggior libertà di chi, fidato, è in un reticolo di norme che ha contribuito a tessere.

I sistemi che si confrontano con il problema della fiducia perdono in spontaneità ma guadagnano in capacità riflessiva: sono più elastici, complessi e duraturi.

“Quando accordare fiducia” è un problema cognitivo nonostante nasca proprio da un’insufficiente capacità conoscitiva. Sembrerebbe che basti accordare fiducia là dove non è necessaria, ma… le aspettative insicure vengono apprese in modo più approfondito delle sicure (che vengono meno dopo la prima delusione) perché in esse la possibilità di una delusione viene anticipata ed affrontata internamente.

Dunque il problema della disponibilità alla fiducia non consiste in un aumento della sicurezza, ma in una aumento della insicurezza sostenibile.

Uno dei meccanismi di riduzione della complessità è la stabilizzazione di sentimenti nei confronti di particolari oggetti o persone. Ogni rottura di una relazione sentimentale restaura la complessità soffocante del mondo.

I sentimenti stabiliscono una indifferenza per le circostanze e il tempo e una insensibilità nei confronti delle altre cose che stupisce chiunque non li condivida. I sentimenti sono non elastici, non trasferibili, e riorganizzabili solo dopo essere stati distrutti e ricomposti.

I sentimenti costituiscono una base per instaurare delle relazioni di fiducia conaltre persone a cui e sentimenti non si estendono.

ALTRO

Se chi ha fiducia non si mostra ‘assolutamente fiducioso’ getta il seme da cui poi nasce la reciproca sfiducia.

Non è possibile esigere fiducia, può essere solo offerta e accettata.

E’ più facile trasformare la fiducia in sfiducia che la sfiducia in fiducia.

Ci si fida del funzionamento della coscienza morale che assume pertanto un significato sia individualizzante che socializzante.

La vulnerabilità è lo strumento della fiducia.


Niklas Luhmann, Vertrauen. Ein Mechanismus der Reduktion sozialer Komplexität, Stuttgart 1968.

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