BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 29/04/2002
IL TEMPO NELLE ORGANIZZAZIONI

di Carlotta Spirito

Il tempo nelle organizzazioni può avere due accezioni diametralmente opposte:
- può tendere ad infinito (ho a disposizione tutto il tempo che voglio)
- può tendere a zero (ho a disposizione un tempo definito quantitativamente e che tende progressivamente a ridursi).

Nelle organizzazioni che concepiscono il tempo come tendente ad infinito, il tempo diviene una risorsa illimitata, sempre a disposizione e con la quale non bisogna mai confrontarsi. Quello che non si fa oggi, lo si potrà comunque fare domani o dopodomani.
Questo vale, ovviamente, anche per qualsiasi tipo di cambiamento, che può essere continuamente procrastinato. I progetti iniziano, ma non hanno mai fine, non producono mai un risultato, si perdono nei meandri stessi dell'organizzazione proprio a causa del dilatarsi del tempo.
Addirittura il tempo viene strumentalmente utilizzato come arma per annullare ogni possibile cambiamento, per annegare in un limbo maree di buoni propositi che vengono continuamente rimandati reiterando dinamiche comportamentali alla Zeno Cosini.
Si prendono decisioni, ma non si trova mai il momento giusto per metterle in pratica, per dargli una realizzazione concreta nel tempo.
Ci si nasconde dietro a frasi quali:
- non è il momento adatto,
- aspettiamo che i tempi siano maturi,
- lasciamo passare ancora un po' di tempo,
e intanto le persone invecchiano, i contesti cambiano ed i fautori dello status quo gongolano convinti che se le cose andranno avanti motu proprio, tutto tornerà a loro vantaggio, potranno rimanere tenacemente arroccati alle loro posizioni, immutabili ed inossidabili, mantenere e consolidare le loro piccole nicchie di potere, dalle quali è continuamente bandita anche la sola idea di confronto.

Quando le organizzazioni si relazionano con la concezione di tempo come di una grandezza limitata che, anzi, tenda progressivamente a ridursi fino a tendere a zero, devono mettersi costantemente in una dimensione di autocritica, di autoripensamento continuo, perché non solo bisogna dare risposte in fretta, ma bisogna incessantemente rivederle alla luce dei vari contesti possibili.
Questo vuol dire confrontarsi con un mondo reale di continuo ed ininterrotto cambiamento nel quale le risposte hanno un peso non solo per il loro contenuto, ma anche per il tempo in cui vengono date ed in funzione di queste due variabili generano profitti o perdite.
In una logica di questo tipo cambia anche l'atteggiamento dell'organizzazione nei confronti della conoscenza, sono organizzazioni che si mettono in un'ottica di apprendimento continuo, dove diventa fondamentale poter accedere a tutte le informazioni, che non hanno alcun valore in quanto tali, ma solo in virtù delle infinite possibilità di aggregazione che generano.
L'informazione non è potere, ma è possibilità di costruire una pluralità di risposte, tra le quali le persone scelgono e ne mettono in pratica una, sapendo che la soluzione scelta non è mai definitiva e che non può essere reiterata sempre uguale nel tempo.
Affermazioni del tipo:
- abbiamo sempre fatto così,
- questa azienda è sempre andata avanti facendo in questo modo,
diventano inaccettabili, improponibili in quanto castranti nei confronti di qualsiasi possibile evoluzione.
Fondamentale diventa la gestione della conoscenza, che diventa un patrimonio aziendale a tutti gli effetti perché continua possibilità di generare valore per l'impresa.
Oggi si parla molto di Knowledge management, ma a fronte di ogni possibile tecnicismo sull'argomento diventa fondamentale nelle organizzazioni che apprendono indurre dei comportamenti che si trasformino nel tempo in prassi consolidate, ma solo perché accettate e condivise dalle persone che fanno parte dell'organizzazione.

Anche qui gli atteggiamenti cambiano a seconda di come si pensa al tempo:
- in una organizzazione che pensa al tempo come risorsa illimitata è facile vedere come le persone detengano i loro "saperi" difendendoli strenuamente da qualsiasi possibile contaminazione con i "saperi" altrui,
- in una dove il tempo non solo è limitato, ma tende a zero, è fondamentale poter condividere tutte le informazioni in tempo reale, capitalizzando di volta in volta le possibili aggregazioni perché possibili nuovi spunti, punti di partenza. In questo contesto le informazioni non possono essere "conservate" nella testa delle persone, ma devono essere disponibili a prescindere da esse.

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