BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 03/03/2008

IL MIO AMICO MARCO HA SCRITTO UN LIBRO

di Davide Storni

Marco Poggi ha scritto un libro, Lungo la linea del tempo (1), che ho molto apprezzato e che consiglio di leggere.
Non è il solito libro di management, anche se parla di potenziamento del sé, ma piuttosto un'invenzione fantastica e una proiezione di sé. Soprattutto è un libro sorprendente e leggero, non nel senso di banale, ma capace di leggerezza, di levità.
E questo è piuttosto sorprendente per me.
Ma per potervi spiegare il perché devo tornare un po' indietro e descrivervi non tanto il libro quanto l'autore.
Ho conosciuto Marco in Milano assicurazioni, dove io mi occupavo di organizzazione mentre lui si occupava di formazione. Pur partendo da storie diverse abbiamo fatto diverse cose insieme, io convinto che formazione e organizzazione dovessero operare in sinergia per ottenere reale cambiamento, lui forse per la curiosità di vedere cosa riuscivo e riuscivamo a combinare.
Io creavo provocazioni, lui sapeva gestire il momento di apprendimento senza il quale ogni cambiamento è mera illusione. Così abbiamo continuato per un po', prima che eventi più grandi di noi dividessero le nostre strade.
Ci siamo reincontrati in Reale Mutua, lui già consulente, io responsabile sia della formazione che dell'organizzazione. Anche lì ha saputo darmi un aiuto significativo nel far decollare un progetto che stavo sviluppando.
Già dalle prime volte in aula insieme ho capito che Marco era nato per stare in aula; efficace e capace di trasmettere concetti alle persone, sapeva anche ascoltare e gestire le dinamiche, ma soprattutto si piaceva. Si, era evidente a tutti, gli piaceva ascoltarsi e godeva per poter essere protagonista, come un attore sul palco che prima ancora di recitare per gli altri si confronta, per puro godimento, con sé stesso.
L'altra caratteristica molto evidente di Marco era la lentezza. Il ritmo lento e riflessivo in aula aiutava ad ascoltare e ascoltarsi; dava anche tempo alle persone di ripensare e assorbire quanto ascoltato. Al di fuori dell'aula la lentezza era per lui vanto, espressione di attenzione e continua riflessione; per gli altri, a volte, provocava una certa irritazione. Per lui le pause erano ancor più significative dei momenti di azione, quasi a indicare un progressivo distacco dal samsara o forse un crescente fastidio verso tutto ciò che aveva a che fare con velocità e movimento.
A volte il dubbio che le pause nascondessero solo un riposante vuoto mi lambiva, per poi essere subito scacciato. Vedere camminare Marco faceva, e fa, tornare in mente gli alberi di Tolkien, ben radicati a terra eppure capaci di muoversi, ma certo non il volo leggero che ha saputo tenere per tutta la durata del libro.
Insomma da Marco avrei potuto aspettarmi un “adagio” non certo l' “andante con moto”, quasi un “allegro”, che segna il tempo del suo libro.
Un libro di fantasia, quasi di fantascienza? Penso piuttosto ad un libro autobiografico, non in senso storico, ma proiettivo, lo scrivere la storia di quello che vorrei essere, partendo da quello che di me mi piace, l'ampiezza culturale, la curiosità che spinge a cercare fonti diverse, anche poco accreditate nel mondo della formazione manageriale come i tarocchi, l'apertura alla diversità.
Quasi un auspicio ... “Per vivere pienamente, per esprimere una vitalità totale, non ha bisogno di conformarsi a schemi astratti. Semplicemente gioca. E questo, miei cari, corrisponde esattamente a possedere la grazia. La grazia è intelligenza insieme a leggerezza. Leggerezza e quindi umorismo. Umorismo e quindi eleganza. Gesti soavi, essenziali e, contemporaneamente, perfetti. L'opposto, esattamente l'opposto di portarsi sempre appresso ingombranti schemi concettuali entro i quali imbrigliare la vita.” (2)


1 - Marco Poggi, Lungo la linea del tempo, Guerini e Associati, collana Virus.

2 - Pag. 66, a proposito di Rufus T. il fondatore della Agenzia Atanor per sviluppatori di potenzial.

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