BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 17/07/2006

IL PARADOSSO DEL METRO QUADRATO

di Guido Tassinari

Viene pubblicata la fotografia statistica dell’Italia, cioè il rapporto Istat 2005.

La notizia del giorno è che nuovamente, le morti hanno superato le nascite, e, appendice, che la poca dinamica demografica residua è merito dell’immigrazione extracomunitaria (con, forse, il sottinteso che sia il suo vero, grande -solo?- apporto alla società italiana).

Qualcuno rileva, anche con scalpore, che un nuovo bambino su dieci è ormai figlio di stranieri.

 

Nascosto nelle pieghe del rapporto rimane, invece, un’altro dato rilevantissimo: che la popolazione dei centri urbani medio-grandi (oltre i duecentomila abitanti) diminuisce e, appendice, che la grande maggioranza degli immigrati è concentrata in quelle città.

Certo, è la reazione più comune, con quel che costano le case in città!

Dunque, aggiungendo questo altro dato– che i prezzi delle case sono andati alle stelle –, che non fa parte del rapporto ma è arcinoto a tutti i cittadini metropolitani, arriviamo a questa poco comprensibile combinazione di fenomeni:

diminuisce la popolazione; aumentano i prezzi delle case; i centri cittadini –le zone piùcare- si riempiono di stranieri poveri; aumentano le case sfitte; c’è un boom delle costruzioni.

Cosa succede, come si spiega?

Le risposte comuni si rifanno all’edilizia come motore di crescita, alla speculazione, e/o al mercato degli affitti che prospera sulla pelle dei più deboli (in primis, quindi su quella più scura), che sono indubbi elementi del fenomeno ma che lo spiegano solo in parte.

V’ è alla base, invece, quel che potremmo chiamare il paradosso del metro quadrato: un singolo professionista ha bisogno di piùspazio di una famiglia-tipo.

Le città, soprattutto quelle piùgrandi e globali (in Italia solo Milano e Roma), sono sempre più occupate strategicamente dai professionisti che – direttamente o indirettamente – lavorano per imprese globali, e comandano servizi – direttamente per sé, per la propria riproduzione sociale, o indirettamente (in subappalto) perle proprie imprese – che richiedono a loro volta molti metri quadrati: uffici di rappresentanza; garconierres, foresterie, ma anche ristoranti, locali notturni, negozi, servizi alla (loro) persona.

Tutti, localizzati nei centri direzionali o il più possibile vicino a essi.

La maggioranza degli addetti a questi servizi (dalle pulizie degli uffici ai trasportatori agli aiuto-cuochi) sono immigrati stranieri o (altrove, meno in Italia) membri di minoranze.

Così, il cerchio si chiude: le città si svuotano di famiglie e si riempiono di manager, e dei loro servitori.

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