BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 24/10/2005
PASSEGGERI LIBERANO LE ROTAIE DA SCIOPERANTI

di Francesco Varanini

Un avvicinamento

Dal greco syn (‘con)’ e dike (‘giustizia’) derivava il francese syndical, affermatosi all’inizio del 1700. Stava per ‘fatto dalla comunità’, in opposizione alle azioni private, individuali. Poi, sempre in francese, nel 1839 syndicat, e nel 1876 syndicalisme. Da noi ancora all’inizio del 1900è una parola strana: si nota che all’estero si usa dire ‘sindacati operai’, o ‘unioni di mestiere’, per nominare quelle organizzazioni che in Italia si chiamavano allora Società o Leghe , o ‘associazioni per la lotta contro la classe padronale’.

È importante rammentare questa tradizione. Ma anche stare al passo con i tempi.

Il sindacato può essere definito come ‘organismo di rappresentanza’. Così come gli interessi degli imprenditori sono rappresentati da una Associazione, gli interessi dei lavoratori sono rappresentati dal Sindacato. Il concetto di ‘rappresentanza’ è vasto e articolato: ‘rendere visibile, perdibile, evidente’, ‘compiere una attività giuridica per conto di altri’, ‘recitare, portare in scena’, ‘interpretare e difendere’.

Come si difendono i diritti dei lavoratori?

In ogni caso, la ‘rappresentanza’ non si riassume nella ‘lotta’. La ‘lotta’, semplicemente, è una delle forma assunte dalla rappresentanza in un dato contesto storico e culturale. E lo ‘sciopero’ ha avuto senso in una precisa fase, quando qualsiasi interruzione della produzione costituiva un danno per l’imprenditore. Ma oggi, quando il sistema è caratterizzato da una cronica tendenza alla sovrapproduzione, che senso ha scioperare? Rendendo ritualmente omaggio a un passato di ‘lotta’, si fa un favore all’imprenditore, che per qualche giorno risparmia costi e non carica il magazzino di prodotti per i quali è difficile trovare sbocco sul mercato.

E nel settore pubblico, che senso ha scioperare, se il lavoro che doveva essere svolto nelle giornate di sciopero dovrà essere comunque assorbito dall’impiegato, quando lo sciopero sarà terminato?

Eppure, sembra che, a prescindere dal contesto e dal momento storico, la ‘rappresentanza degli interessi dei lavoratori’ non possa prescindere dallo sciopero. O peggio, sembra che la difesa dei diritti dei lavoratori non possa prescindere dall’interruzione del servizio; sembra che per ottenere risultatisi debbano provocare danni ai cittadini.

Gli antipodi come casa nostra e la realtà cortazariana

Ho sentito anche qui da noi, racconti di viaggiatori che avevano subito le conseguenze di scioperi, blocchi delle rotaie e simili. Viaggiatori esasperati che erano stati lì per venire alle mani con coloro che bloccavano i binari, o con il personale delle ferrovie, perché nessuno spiegava cosa stava succedendo. È bello poter parlare di questo senza chiamare direttamente in causa le nostre disastrate ferrovie.

Ecco dunque un articolo emblematico, che –raccontando un fatti cronaca accaduto nei dintorni di Buenos Aires questa settimana– illustra in tutti i suoi aspetti un certo modo assurdo di interpretare il mercato del lavoro e di gestire le relazioni sindacali. Outsourcing, insostenibili divari retributivi, compromessi, ricatti, oscure manovre. E intanto i passeggeri, che non chiedono altro che di andare a lavorare, stanno lì ad aspettare il treno e dopo un po’ non ne possono più e si fanno giustizia da soli.

Le forze dell’ordine quando serve non si fanno vedere, e la storia resta inconclusa, perché una segreteria telefonica è piena, o forse, chissà, qualcuno si nega al telefono.

(Noto tra parentesi, per chi si interessa di letteratura ispanoamericana , che se Juilio Cortázar avesse letto questa breve cronaca, stringato esempio di normale follia metropolitana, l’avrebbe certamente inserita, riprendendola così pari pari, nella Vuelta al día en ochenta mundos, o in Último Round, o nell’‘Otro lado’ di Rayeula).

Pasajeros echan de las vías a huelguistas.

Trabajadores que realizaban un reclamo interrumpieron el paso de un tren y los usuarios los desalojaron por la fuerza

(Tradotto da La Nación,Buenos Aires, Jueves 20 de octubre de 2005)

I passeggeri hanno detto basta. Non sono stati poliziotti, né il personale ferroviario, ne dirigenti della Metropolitana (concessionario del servizio dell’ex Ferrovia Genera Roca) a riuscire a mettere termine con un blocco della linea messo in atto nella stazione di Avellaneda da una trentina di lavoratori.

Sono stati gli utenti che, stanchi di aspettare affollati lungo i binari l’arrivo del treno, hanno deciso di affrontare i manifestanti per aprire il cammino ai treni, e dirigersi verso il posto di lavoro.

L’adirata reazione degli utenti contro i dipendenti dell’impresa che fornisce a Metropolitano i servizi di pulizia ha dato luogo a scontri verbali e anche fisici, con azioni eccessive da una parte e dall’altra.

L’incidente e le proteste hanno fatto sì che tra i due blocchi che hanno avuto luogo (uno di mattina e uno di pomeriggio) circa 120.000 persone sono state danneggiate dalla forzata sospensione del regolare servizio di trasporto verso quasi tutte le località del sud suburbano.

Il conflitto è iniziato alle 9, quando un gruppo di lavoratori di Catering World, una impresa di pulizia fornitrice di Metropolitano, ha occupato i binari e dato fuoco a pneumatici e sacchi di immondizia sulla linea ferroviaria, paralizzando così la circolazione dei treni.

Rubén Tripi, l’avvocato che li rappresentava, ha spiegato che quello che si esigevaerache Metropolitano assumesse direttamente i 42 lavoratori, dato che –ha aggiunto– Caterng World non rispettava diritti dei lavoratori sanciti dalla legge e non rispondeva ai reclami.

Tra l’altro, ha specificato che lo stipendio dei suoi assistiti è di 500 pesos, mentre, per lo stesso lavoro, un dipendente di Metropolitano ne prende 1.100. Assicura anche che molti impiegati lavorano in nero.

“Vogliamo essere ferrovieri”, dicevano i cartelli inalberati dai manifestanti. “Siamo sfruttati. Non ci danno gli strumenti per lavorare e, siccome si erano lamentati, hanno mandato via sei persone”, ha detto uno di loro.

Quasi due ore e mezza dopo l’inizio del blocco, mentre Tripi e rappresentanti di Metropolitano cercavano di trovare una via d’uscita al conflitto, le persone che aspettavano la partenza del treno verso La Plata hanno esaurito la pazienza: visto che visto che il treno fermo a pochi metri dalla stazione, ma non poteva entra a causa dell’occupazione dei binari, sono scesi dal marciapiede è hanno affrontato i manifestanti.

“Anche non vogliamo lavorare” gridavano, pieni di rabbia, i passeggeri frustrati, molti dei quali con le loro cartelle e i loro zaini. Al termine di uno scontro fatto di insulti, non pochi spintoni e qualche pugno, durato pochi minuti, i binari erano liberi.

Mezz’ora prima di questa soluzione, quando un gruppo di passeggeri aveva preso a sassate i manifestanti, questi in un primo momento avevano risposto all’aggressione, e poi si erano decisi a lasciare passare il treno diretto a a Ezeiza e Glew.

“Avremmo dovuto farlo prima” ha detto a La Nación Gustavo Ariel Duero, di 36 anni, impiegato in una fabbrica di motociclette. “Io guadagno meno di loro e non faccio picchetti”, ha aggiunto. Duer ha precisato che guadagna 450 pesos al mese.

Un’altra danneggiata fu Verónica Tévez, collaboratrice domestica, che, non essendo potuta arrivare al suo posto di lavoro a Caballito, ha avuto il permesso di tornare a casa. “Questo avrebbe dovuto farlo la polizia: non noi, gli operai”, si è lamentata. La Tévez, di 31 anni, madre di due figli, guadagna 500 pesos al mese, lo stesso che hanno detto di guadagnare i manifestanti.

La sera, mentre rappresentanti delle due parti continuavano la trattativa, c’è stato un nuovo blocco del traffico della durata di un’ora. Secondo quanto detto dal portavoce di Metropolitano, i passeggeri hanno nuovamente tentato di prendere in mano la situazione, ma questa volta sono stati trattenuti da poliziotti, che la mattina erano assenti.

La situazione si è sbloccata verso le 18, quando è stato sottoscritto un accordo secondo il quale Metropolitano si impegna a assumere 23 lavoratori di Catering World, a partire dalla settimana prossima, con una cadenza di cinque assunzioni per settimana.

Tra di loro sono compresi i sei che sono stati licenziati dall’impresa contrattista.

I 23 lavoratori che dovrebbe assumere Metropolitano sono tra coloro che hanno partecipato al blocco, e che, secondo quanto ha potuto verificare La Nación, sono stati assistiti e consigliati dalla ListaBordó, un gruppo di attivisti sindacali delle ferrovie.

“Con le sei di oggi, abbiamo raggiunto le 100 assunzioni attraverso questi metodi di protesta”, commenta orgoglioso un membro della ListaBordó, che ha indicato in Marcelo Serrano, presunto dirigente di Catering World, il responsabile della violazione delle leggi sui diritti dei lavoratori..

Fernando Jantus, portavoce di Metropolitano, ha detto che stanno “intimando” a Serrano di far assumere a Catering World i comportamenti dovuti nei confronti dei lavoratori.

Tuttavia, consultato da La Nación, Serrano ha detto di non averavuto nessun contatto con Metropolitano durante la giornata di ieri e di non aver nessun legame con Catering World. Alla chiusura di questa edizione, Jantus aveva la segreteria telefonica piena di messaggi, perciò non si è potuta sentire ulteriormente la sua opinione.

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