BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 27/11/2006

PAROLE AL LAVORO. OVVERO, RECUPERARE IL SENSO

di Francesco Varanini 

Le parole sono importanti. Eppure, come maltrattiamo queste povere parole. Le portiamo con noi al lavoro, ma poi non le usiamo quasi mai per dare senso al nostro lavoro. Eppure a ben guardare, avrebbero tanto da dirci (1).

Anni fa, per sopravvivere a una riunione particolarmente tediosa, mi ero scritto questa poesia

Parole, parole, parole (2)

Strengths and Weaknesses

Opportunities and Threats

–SWOT!–

 

Training expense/employee

empowerment index

Service Level Agreement e

Total Cost of Ownership

e Customer Lifetime Value

e Saving e Rewarding

 

Coaching e Mentoring e Counselling

Outdoor, Temporary Mangement

Economics, Intangibles, Venture Capital, Due Diligence

Briefing, Awareness, Concept

 

Siamo uomini o caporali?

siamo cool hunter o cacciatori

di esotici modi per dire

che non ci importa capire?

 

Espressioni sbiadite dall’uso e dall’abuso. Cerchiamo almeno di mantenerci svegli seguendo l’infinita rete di rinvii che le parole, nonostante tutto, se appena ci facciamo caso, lasciano trasparire.

Politiche commerciali, canne e teatro

Il canvassing è l’attività del candidato elettorale che cercare meticolosamente adesioni casa per casa. È anche, per estensione, l'attività di propaganda commerciale praticata visitando acquirenti potenziali. Per le aziende produttrici di beni di largo consumo, i canvass stagionali sono il momento fondamentale della commercializzazione: è l'insieme di azioni attraverso le quali si convincono i dettaglianti a comprare i nuovi prodotti. Ma se cerchiamo l’origine, dobbiamo risalire al IV secolo avanti Cristo. Gli Scitinelle steppe della Russia meridionale e del Caucaso, coltivavano una pianta erbacea dalla quale ricavavano una fibra tessile abbastanza grossolana, utile comunque a tessere una ruvida tela. I greci ne vennero a conoscenza, e insieme con la pianta, la fibra e il tessuto fecero proprio anche il nome: kànnabis, da cui il latino cannabis. Ecco la canapa, la ‘canna’ che qualcuno fuma. Ed ecco anche il canovaccio, ruvida tela, e anche, per estensione, 'traccia scritta di commedia'.

Tessuti, testi, reti

Dalla canapa alla tessitura, il passo non è troppo lungo.

La tessitura è arte antichissima, primordiale, ricca di rimandi simbolici. Il latino texere rimanda al lavoro del taglialegna e del carpentiere. ‘Tessere’ sarebbe dunque ‘disporre i fili di stoffa’ così come si sapevano disporre ‘i blocchi di legno’.

Il tessuto è un ‘intreccio’: di qui il testo: narrare è costruire un tessuto. I fili colorati che si connettono rimandano alla magia; il telaio è anche macchina per operare sortilegi e per predire la sorte. Webh , da cui in sanscrito ubhnati, ‘annoda’, e urna vhabis: letteralmente ‘tessitore di lana’, di conseguenza anche ‘ragno’. (E anche il modernissimo Web). Da webh anche ilgreco huphe, ‘tessuto’, e huphaino, ‘tessere’, da cui, pare, anche huphnos, poi humnos, hymnos, ‘trama di un canto’.

E c’è qualcuno che –tirando chissà le etimologie un po’ per i capelli– non manca di segnalare la relazione tra wife e weave, in inglese, e tra Weib e Weben, in tedesco: come a dire che la tessitura, arte consistente nel generare concretezza unendo l’ordito alla trama, è tipicamente femminile.

Virtù e seduzione

Guardando alle organizzazioni produttive, non a caso, possiamo scorgere un modello ‘maschile’ fondato sulla gerarchia, sulla ‘linea di comando’, sul conflitto. E all’opposto un modello fondato su valori ‘femminili’.

Valori e non virtù. La virtus, scriveva Cicerone, "è così chiamata da vir, dacché propria dell'uomo è sopratutto la forza, la cui massima funzione è il disprezzo della morte e del dolore".

La virtù maschile può ammorbidirsi nel modello 'fordista': l'imprenditore buon padre di famiglia che pensa per tutti. Ma è solo un passaggio verso l’”introdurre la fiducia verso gli altri e verso se stessi nelle relazioni di lavoro”, come scriveva il socioanalista Elliot Jaques.

Così, disprezzo tutto maschilista della morte e del dolore, si passa a valori che potremmo definire più ‘femminili’. Rapporti fondati sul dono. Se qualcuno mi offre un dono, in qualche modo dovrò ricambiare. Ne nasce un modello di organizzazione dove (come scriveva l’etnografo Marcel Mauss) le persone “sono costantemente connesse reciprocamente e sentono di doversi tutto”. Era così nelle società che ci ostiniamo a chiamare primitive, ma è così, oggi, anche nel Web.

Ne è consapevole, credo, ogni donna che lavora. Non so se vale altrettanto per ogni uomo che lavora. Più che l’imposizione conta la seduzione. Del resto proprio alla ‘seduzione’ rimanda l’impresa. Il verbo francese entreprendre significava originariamente proprio ‘sedurre’.

Trasformazioni alchemiche, carezze

Il latino movere, come il greco kinêin è sia fisico che morale: movereanimos. Quando in francese si affermano motion ed émotion, erano già ben consolidati nell’uso mouvement ed émouvoir. “Émouvoir le coeur”, ‘essere agitato da un’emozione’, dal 1080. Ému, ‘commosso’, dal 1400.

L’uso dei prefissi ci aiuta a tenere aperto il ventaglio del senso: in emozione, ex, ‘fuori’, con una idea di ‘smuovere’; commozione, cum, con una idea di ‘muovere insieme’.

L’agitazione,lo smuovere, ci rimandano a un altro bel verbo francese: bouleverser, 1557: versare in una boule, in un crogiolo, scuotere, mescolare perturbare. Un passaggio alchemico: da vili materiali all’oro, da scorie dolorose di vita passata a possibile felicità.

Altrettanto interessante, per noi, l’inglese to feel, che ci riporta alla radice indoeuropea pol-/pal-: ‘toccare leggermente con la mano’, ‘accarezzare’. Di qui anche il greco psallein: suonare –toccandone lievemente le corde– l’arpa. E nella nostra lingua, attraverso il latino, palpare e palpitare.

Le carezze, il tocco leggero delle dita sull’arpa: siamo in apparenza lontani dai comportamenti delle persone al lavoro. Ma gli aspetti emotivi della vita organizzativa, non a caso, traspaiono dietro le parole che usiamo senza ormai rendercene conto.


1 - Prendendo lo spunto dal mio libro Le parole del manager. 108 voci per capire l’impresa, Guerini e Associati, 2006, parleranno di questo martedì 5 dicembre 2006 alla Casa della Cultura, via Borgogna, 3 (MM San Babila), insieme a me, Alberto Abruzzese, IULM; Gianluca Bocchi, Università di Bergamo; Gianmario Tondato, Amministratore Delegato Autogrill; Massimo Reggiani, Tesi.

2 -La poesia sta ora in Francesco Varanini, L’irresistibile ascesa del Direttore Marketing cresciuto alla scuola del largo consumo,Guerini e Associati, 2003.

 

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