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Pubblicato in data: 26/11/2007

 

EDUCATION

di Francesco Varanini

Scuole, e formazione, e istruzione, e più o meno formalizzati processi di trasferimento delle conoscenze sono sempre esistiti, dacché uomo è uomo.
Il termine che meglio rappresenta questo processo, è forse educazione. Un termine che troviamo in ogni lingua, ma che vale la pena qui citare in inglese, perché è in questa lingua che copre lo spazio semantico più ampio. Scholar education, ma anche education per chiamare ciò che in italiano è detto formazione.
Spesso però dimentichiamo che il termine è stato coniato recentemente. Era sconosciuto prima della Riforma. Fino ad allora si usava allevare, latino ad -levare, 'portare su': insieme delle cure destinate a far crescere, sviluppare. Nelle cure di infanti e fanciulli non c'era confine preciso a separare l'allattare e l''insegnare'. Ancora più esplicito il francese élever. Da qui allievo ed éleve.
L'educazione infantile fu menzionata per la prima volta in un documento, in francese, nel 1498. In quell'anno Erasmo si stabiliva Oxford, Savonarola era bruciato vivo a Firenze, Durer incideva la sua Apocalisse, che ci parla con vigore del senso di rovina imminente che  incombeva verso la fine del Medio Evo. In inglese education appare per la prima volta nel 1530. E' l'anno del divorzio di Enrico VIII e della separazione della Chiesa Luterana dalla Chiesa Romana, con la dieta di Asburgo. In Spagna e nei suoi territori passò un altro secolo prima che la parola e l'idea dell'Educazione diventassero comuni. Ancora nel 1632 Lope de Vega si riferiva all'educación come a una strana novità.
Le Università, si sa, erano nate ben prima, alla fine del 1100. L'Alma mater studiorum di Bologna è stata fondata forse nel 1088 o forse nel 1158. Nel 1180 nasce l'Università di Parigi;
nel 1218 viene fondata l'Università di Salamanca, (che nel corso del XVI secolo sarà, con oltre  6500 studenti, la più grande d'Europa); nel  1284 è la volta dell'Università di Oxford. Ma lì si leggevano i classici, si studiava teologia o diritto, non si educava a  proposito della vita quotidiana.
Gutenberg scoprì una tecnologia che ha posto i libri alla portata di tutti. Ma contemporaneamente si è scoperto il modo di interporre una mostruosa chiesa di maestri tra le persone e il libro.
Lutero, traducendo la Bibbia, ne aveva fatto un libro alla portata di chiunque sapesse leggere –e l'esistenza della Bibbia stampata era un'incentivo ad imparare a leggere. Ma Lutero aveva anche inventato un metodo di insegnamento massivo: il catechismo, un corso programmato di fatto di domande e di risposte. La Chiesa Cattolica risponde con la Controriforma, che specularmente congela la sua dottrina in un catechismo.
Le stesse élites dell'Illuminismo si formano sulla base della Ratio Studiorum, il programma delle Università dei Gesuiti, modello di ‘educazione necessaria.’
Le nazioni, così come le Chiese e gli eserciti e le imprese, producono le loro proprie élites –le persone alle quali sono affidate le responsabilità di governo, ma allo stesso tempo le persone alle quali è riconosciuto status, successo e denaro– facendo consumare loro in dose massiccia, soprattutto in giovarne età, il prodotto educazione. Mentre a coloro che sono destinati a ruoli inferiori basta somministrare un pacchetto di educazione ridotto, pensato innanzitutto con lo scopo di illuminarli sulla inferiorità cui sono predestinati.
Il mito della educazione universale, il rito della scuola obbligatoria, l’illusione della struttura professionale equilibrata, la fiducia nel progresso tecnocratico sono idee che si rinforzano l’una con l’altra.
E’ presumibile supporre che tra qualche secolo, forse prima, questo modello ci apparirà del tutto superato. L’educazione, un modo di trasferire conoscenze intrinsecamente legato a luoghi –la  scuola– e a forme –il libro– e a ruoli contrapposti –docente vs. discente– sarà sostituita da modalità più ‘mobili’, ritagliate sulla persona e sulla fase della vita , di volta in volta differenti, modalità prive di struttura definita a priori. Si apprende in luoghi diversi, da soli ed insieme ad altri, alimentando una Rete di  condivisa, e allo stesso tempo attingendovi.

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