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Pubblicato in data: 17/03/2008

 

ROMANZI COME CASI ESEMPLARI: DICK, UBIK, OVVERO I PARADOSSI DELL'UBIQUITA'

di Francesco Varanini

Cosa è Ubik? Dove sta Ubik? Ubik, in latino ubiquitate, ‘onnipresenza’. Presenza in ogni luogo;  transnazionale, interculturale.
Non aspettatevi una descrizione attenta ed ordinata. Come un quadro espressionista, oltre il realismo, oltre la fotografia, vedreteil lato segreto delle cose. Osservato attraverso uno sguardo che è allo stesso tempo comico, tragico, delirante.
L’internazionalizzazione ci impone il tema del remote management: guidare e coordinare persone che vivono in mondi diversi. In queste pagine vedrete come possono essere gestite persone da un altro mondo – anzi, alla lettera, dall’altro mondo, dall’aldilà.
L’internazionalizzazione ci impone il tema dei Centri di eccellenza. Come valorizzare, in un quadro multinazionale, le particolari competenze di chi lavora in una regione? Ubik vi offrirà un punto di vista sorprendente.
L’internazionalizzazione, in fondo, ci mette di fronte a un paradosso. L’impresa vive contemporaneamente molte vite, in diversi luoghi. Come lasciare spazio alla differenza, che è fertile ricchezza, garantendo al contempo unità di intenti, coerenza dell’azione? Come coniugare autonomia e controllo? Come tenere insieme le diverse manifestazioni di sé che l’impresa dà in diversi continuum spazio-temporali, in diversi ‘mondi possibili’?
Insomma, se non si era già capito, Ubik è un romanzo di science fiction. (Non mi piace chiamarla ‘fantascienza’ – l’espressione inglese rende molto meglio l’idea). Uscito dalla penna di Philip K. Dick, un autore diverso da ogni altro: militante contro la guerra, disc jockey, commesso in un negozio di dischi, commerciante di gioielli, sperimentatore di droghe che potrebbero forse aiutare ad allargare l’area della coscienza; in ultimo, vittima dei suoi deliri, approdato alla convinzione di essere profeta, involontario testimone di un nuovo cristianesimo.
Sognava di diventare un grande scrittore. Arriva ad esserlo per vie inattese. Scrive per fame un romanzo dietro l’altro, rischiando di perdersi lui stesso nelle trame che sfiorano l’assurdo. La science fiction, letteratura marginale, gli evita il confronto con gli editor delle grandi case editrici, quei signori che vorrebbero decidere al posto dell’autore come un romanzo dovrebbe essere. 
Non so se avete già letto qualcosa di suo. In ogni caso, lo conoscete già: Blade Runner, Total Recall, Truman Show, Minority Report, A Scanner Darkly sono frutto dell’immaginario di questo scrittore che resterà, credetemi, tra i geni letterari del ventesimo secolo.

Philip K. Dick, Ubik, Doubleday, 1969 (originally titled Death of an Anti-Watcher), ora Vintage Books, 1991
Trad. it.: Ubik, mio signore, La Tribuna, Piacenza, 1972; Ubik, traduzione di Gianni Montanari, Fanucci, Roma,1989, 1995, 2003

Vedi anche:
www.bloom.it/vara45.htm, www.bloom.it/vara102.htm

 

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