BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 14/04/2008

 

ROMANZI COME CASI ESEMPLARI: CONRAD, TIFONE, OVVERO: L'APPLICAZIONE PRATICA DELLE SCIENZE

di Francesco Varanini

Abbott Lawrence non si limitava a dirigere le proprie fonderie. Finanziava l'Università di Harvard. Ma era insoddisfatto: le scienze –e ancor più le arti e i mestieri– erano disprezzati. E allora, siamo nel 1847, prende la penna e si rivolge al tesoriere dell'università: "Dove dobbiamo mandare coloro che intendono dedicarsi alle applicazioni pratiche delle scienze?"
Manca ancora un nome adatto. A proporlo è Jacob Bigelow, conferenziere eterodosso, sostenitore delle Applications of Science to the Useful Arts. Sceglie una parola che già il greco conosceva. Technología significava 'trattato relativo ad un arte' (techne –che deriva probabilmente dalla radice indoeuropea tek-, 'fabbricare'– significa 'arte', 'mestiere'; e logos 'parola').
Nasce così nel 1865 il Massachusetts Institute of Technology.
In quegli stessi anni cresceva nel seno di una famiglia della piccola nobiltà terriera polacca Józef Teodor Konrad Nalecz Korzeniowski. Orfano a dieci anni, è irresistibilmente attratto dal mare. Nel 1874, diciassettenne, si imbarca come marinaio. Diverrà capitano di lungo corso, navigherà per vent'anni attraversando avventurosamente tutti i mari.
A 37 anni –al culmine di una crisi che lo porterà ad abbandonare la navigazione– termina il primo romanzo. Scritto, come tutti i successivi, in inglese – lingua appresa da adulto.
Sempre viaggi per mare, ma con una radicale differenza. Il Narcissus (Il negro del "Narcissus", 1898) è un veliero; al suo capitano e al suo equipaggio, ancora avvolti in una dimensione eroica, non si chiedeva nient'altro che di sfruttare “il moto di variabili correnti d'aria”. Il Nan Shan, invece, è un piroscafo, chiamato a rispettare parametri rigorosi di tempi e di costi. E la sua organizzazione è sdoppiata: sopra, in coperta, ufficiali e i marinai eredi della tradizione velica; sotto, in sala macchine, volti anneriti dal carbone, braccia poderose da fabbri, calore insopportabile, “clamore aspro e risuonante”.
McWhirr, il capitano del Nan Shan –uomo non geniale, laconico, ma ben padrone del mestiere– si trova ad affrontare un tifone. Ciò che sta scritto nei manuali di navigazione –il tifone deve essere aggirato– gli appare improvvisamente fuori luogo. Decide di attraversarlo.
McWhirr ha ragione: il manuale era stato scritto prima che la mutasse lo scenario tecnologico. Il capitano ha ora nuovi strumenti per ‘dirigere’. Non potrà più giustificarsi con la forza degli elementi. Crescono le competenze richieste, aumentano le responsabilità ed i risultati attesi.

 

Il racconto, già apparso nel 1902 a puntate su riviste, esce in volume l'anno successivo. Joseph Conrad, Typhoon, Torino, Einaudi, 1993, contenente l'originale inglese, la versione francese di André Gide e quella italiana di Ugo Mursia. .

 

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