BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 30/06/2008

 

IL REGISTRO ITALIANO HR DEI PROFESSIONISTI DELLE RISORSE UMANE. DUBBI E INTERROGATIVI

di Francesco Varanini

Un Registro per chi si occupa di persone
L'AIDP, Associazione Italiana Direzione del Personale, nel corso dell'Assemblea dei Soci del 3 maggio 2008 si fa promotrice del 'Registro Nazionale Italiano HR dei professionisti delle Risorse Umane'.  Comunicazione ufficiale dell'istituzione del Registro è apparsa sul Sole24Ore, a firma di Mario D'Ambrosio, Presidente Nazionale dell'Associazione. (1)
Penso che se questo registro si deve fare è fuor di dubbio che l'unica associazione in grado di farsi carico del compito è l'AIDP. E siccome lavoro in questo campo e sono anche socio dell'AIDP, chiederò di essere iscritto nel Registro.
Non per questo vengono meno i miei dubbi.

La potestà certificatoria e il valore delle esperienze
Temo ogni forma di  “potestà certificatoria”. Sono iscritto all'albo de giornalisti, ma so che la potestà certificatoria dell'Ordine, che mi definisce 'giornalista pubblicista', non mi ha aiutato a trovare mercato per le parole che scrivo, né mi ha aiutato in alcun modo a migliorare nel tempo la mia professionalità.
Considero vana la “definizione di specifici iter didattici e formativi, quali ad esempio lauree e masters”. Non riesco a vedere ragione per affermare che solo chi seguirà questo iter potrà “aspirare ad avviare con successo un percorso lavorativo nel nostro ambito professionale”. Non diciamo sempre che apre la mente la contaminazione di saperi diversi? Non diciamo forse, a ragione, che la cultura umanistica, non finalizzata, è utile più di una specializzazione? Quando si dovrebbe innestare su una cultura generale la cultura specialistica?
Conosco grandi aziende che hanno nominato di recente Direttore del Personale, o Human Resource Manager che dir si voglia, bravissimi manager, prima impegnati in tutt'altra attività, tecnica, legata al business. Queste  impresa hanno sbagliato tutto? Domani non potranno più forse scegliere per il ruolo di Direttore delle Risorse Umane un manager che non abbia seguito il previsto iter formativo?
Conosco Direttori del Personale che sono divenuti Amministratori Delegati. Non è  questa un buona cosa? Ma avrebbe potuto svilupparsi così la carriera di un Direttore  del Personale che si fosse preoccupato solo di guardare alle competenze specifiche?
Se dovessi dare un consiglio  a chi si occupa professionalmente di Risorse Umane, gli direi di non soffermarsi troppo sul proprio terreno, e di guardare oltre: guardare all'Information & Communication Technology, al Marketing, a Finanza e Controllo. Si terrà conto di questo nella formazione obbligatoria rivolta a chi si occupa di Risorse Umane? (2)
Ora che come AIDP ci candidiamo a detenere la “potestà certificatoria”, non rischiamo forse di dimenticare che a noi compete non solo incrementare la specializzazione, ma anche diffondere presso tutti i manager le competenze relative alla gestione e allo sviluppo delle persone?
 
Professionisti delle Risorse Umane
I miei dubbi riguardano la stessa definizione.
“Registro Nazionale Italiano HR dei Professionisti delle Risorse Umane”. Perché non usare, invece di 'risorse', la  parola 'persone'? Perché non dire per esempio 'professionisti dediti alla cura e allo sviluppo delle persone'? Posso anche  rispondermi da solo: la denominazione che propongo è troppo discorsiva, ed enfatizza un solo aspetto, mentre esclude aree di attività, che a quanto mi è dato da intendere, si vogliono invece comprendere nei confini della professione.
Così la stessa AIDP, che pure porta nel suo nome il riferimento alla nobile, storica professionalità  del Direttore  del Personale', si trova costretta a ricorrere alla dizione 'Professionisti delle Risorse Umane'. La bruttezza dell'espressione non mi pare insignificante: il segno farraginoso corrisponde a un significato ambiguo. Chi sono i 'Professionisti delle Risorse Umane'? Quali sono i confini della professionalità? Sono compresi i formatori? Sono compresi coloro che si occupano di amministrazione del personale? Quale è il confine tra sviluppo risorse umane e sviluppo organizzativo? Si può parlare, se il ventaglio è così ampio di una unica famiglia professionale?
Sono contrario all'albo dei giornalisti (anche se  ne faccio parte), sono tendenzialmente contrario ad ogni albo e a ogni ordine.
Ma non possiamo negare che un conto è parlare di 'ingegnere'. 'avvocato', 'medico', 'farmacista', e simili, un conto è parlare di 'Professionista delle Risorse Umane'. L'ingegnere, l'avvocato, il medico, farmacista, il giornalista, ci appaiono -sia pur con non trascurabili aree di ambiguità- professioni definite. Non altrettanto si può dire del 'Professionista delle Risorse Umane'.
Si dirà che in tempi abbastanza recenti è stato creato l'albo degli psicologi. Personalmente, non lo ritengo un passo avanti per gli stessi psicologi. Ma anche qui, in ogni caso, si tratta di una professione dai confini abbastanza definiti. Non altrettanto, ripeto, si può dire, del 'professionista delle Risorse Umane'.
La lettera del Presidente contiene una traccia di ciò che sembra si voglia intendere per area di attività del 'Professionista delle Risorse Umane': “gestire talenti e carriere complesse, presidiare rapporti internazionali, garantire equità e benessere,  occuparsi di sicurezza del lavoro, impostare flessibilità organizzative sostenibili, introdurre innovazioni tecnologiche specifiche, sviluppare competenze di eccellenza, utilizzare appropriatamente outsourcing ed outplacement”.
Mi trovo d'accordo nella definizione di questo ambito, molto vasto. Ma mi domando: siamo sicuri che queste debbano essere competenze esclusive del 'professionista HR'? Vedo in atto un processo: il manager diventa sempre di più, al di là della specializzazione, un professionista nel governo e nello sviluppo delle persone. Non solo il professionista HR, ma ogni manager, insomma, dovrebbe possedere le capacità qui sopra elencate. 
Penso allora che sarebbe un compito interessante, per l'AIDP, promuovere le capacità di gestione e sviluppo delle risorse umane in ogni manager.
E penso anche che avrebbe senso semmai, più che un registro dei 'professionisti HR', un registro dei manager.

Cosa registra il Registro
Un conto è un'offerta formativa, corsi, percorsi e anche master rivolti a coloro che intendono fare carriera nell'area delle Risorse Umane.
Un conto è una descrizione delle skill e delle competenze che si ritengono necessarie per chi deve operare nell'area delle Risorse Umane. Un conto è offrire occasioni di aggiornamento, di incontro, di scambio di esperienze, e anche percorsi di sostegno individuale (non mi importa distinguere sottilmente tra mentoring, coaching e simili) per giovani che si propongono di lavorare nell'area delle risorse umane.
Su tutto questo non si può non essere d'accordo. E per tutto questo ritengo fondamentale il ruolo dell'AIDP.
Un altro conto è considerare centrale il ruolo di un ente certificatore, che decide chi può e chi non può esercitare una attività. Un ente che decide quale formazione è necessaria per mantenere viva la competenza. Un ente che organizza e controlla “l’effettuazione dell’aggiornamento con l’acquisizione dei crediti formativi necessari per mantenere l’iscrizione”.
Penso che il professionista delle Risorse Umane debba essere un maestro nel 'lavoro su di sé', lavoro  teso a trovare un personale modo di lavorare rispettando vincoli organizzativi, senza per questo cessare di essere se stessi. Se chi si occupa di Risorse Umane non trova questo equilibrio, non potrà esserne testimone di fronte agli altri. Ma mi domando: questo lavoro garantirà crediti formativi? Credo nei valori della formazione umanistica, e quindi domando fin d'ora: fornirà crediti formativi la lettura di un romanzo, di un saggio che apre la mente? Fornirà crediti un viaggio che porta a conoscere nuovi luoghi, persone diverse?
O garantirà crediti solo la frequenza di un corso erogato da un fornitore certificato?
Chi si occupa di risorse umane si trova ad operare in un mondo, e in un mercato del lavoro, “liquido, molecolare ed altamente complesso”. D'accordo. Attendo fiducioso l'avanzamento del progetto, ma non riesco ancora ad immaginare come l'iscrizione ad un registro possa dimostrare l'adeguatezza ad operare in un siffatto mondo, in un simile mercato.
E' ragionevole temere, semmai, che l'esistenza del registro offra protezioni a chi è inadeguato.


1 - Sole24Ore, Finanza e Mercati, 18 giugno 2008, p. 43. Qui potete leggere la lettera di Mario D'Ambrosio, Presidente Nazionale dell'AIDP, nella quale sono spiegati i motivi dell'iniziativa.

2 -L'utilità, forse l'inevitabilità di uno spostamento in questa direzione è emersa anche durante il recente Incontro/Confronto (12 giugno 2008) della serie Risorse Umane e non Umane, organizzato dalla rivista Persone & Conoscenze.

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