BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 15/09/2008

 

ROMANZI COME CASI ESEMPLARI: CARLO EMILIO GADDA, QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA VIA MERULANA. OVVERO: ALLE RADICI DEL MONDO INTESO COME SISTEMA COMPLESSO

di Francesco Varanini

Avrebbe potuto essere il Maigret  italiano, e in qualche modo lo è. Il commissario Francesco (per tutti Don Ciccio) Ingravallo indaga a suo modo in una indolente e variegata Roma, tra borghesia e popolo, ai tempi del fascismo. Indaga a partire da minuscoli segni, da tracce marginali, su una intricata catena di eventi che, per apparente caso, si concentrano in un condominio.
Ma Gadda non è interessato al plot, alla trama, alla superficie degli eventi. Come la fisica subatomica guarda oltre la superficie di ciò che appare osservabile, Gadda –non a caso era ingegnere di formazione, e da ingegnere vedeva i limiti di una visione meccanicistica del mondo, e perciò lo appassionava per la filosofia– non può limitarsi a scrivere ciò che accade. E guarda dietro, sotto, aldilà..
Subito, all’inizio del romanzo che vi invito a leggere, Quel pasticciaccio brutto della via Merulana, troviamo esplicitato il metodo d’indagine del commissario Ingravallo. “Sosteneva, fra l’altro, che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di cause convergenti. Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo.”
Conosco poche, anzi nessuna, definizione della complessità migliore di questa.
Commenta Calvino nelle Lezioni americane: Gadda “vede il mondo come un ‘sistema di sistemi’, in cui ogni sistema singolo condiziona gli altri e ne è condizionato”. Gadda descrive il mondo “senza attenuarne affatto l’inestricabile complessità, o per meglio dire la presenza simultanea degli elementi più eterogenei che concorrono a determinare ogni evento”.
Perciò, pur trattandosi di un narrativa poliziesca, il romanzo è privo di finale. Se il narratore, scrivendo un romanzo, si preoccupa di dotarlo di un finale, privilegia senza motivo una, ed una sola, delle infinite possibili reti di connessioni tra  gli eventi.
Analogo errore compie il manager se si lega pervicacemente a percorsi e progetti costruiti a priori.
Gadda rispondeva alle critiche affermando che, anche senza finale,  il romanzo era “letterariamente concluso”. Perché “il poliziotto capisce chi è l’assassino, e questo basta”.
Come dire che ciò che conta, per il manager, non è il perseguimento di una meta  già nota, ma la mappa mentale, l’attenzione costante a cogliere i trend, a scoprire le soluzioni emergenti.

 

Carlo Emilio Gadda, Quel pasticciaccio brutto della via Merulana, opera lungamente pensata e lavorata, uscita senza alcun successo, a puntate, sulla rivista Letteratura dal 1946 al ‘47, e poi in volume nel 1957. Disponibile ora in edizione Garzanti.

Vedi su Bloom altri romanzi che parlano di complessità: http://www.bloom.it/bibliografia_comp.htm

 

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