BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 16/02/2009

 

CRISI

di Francesco Varanini

Quest'anno -come e forse più di quanto era accaduto ottanta anni fa,  nel 1929- si apre nel segno dell'incertezza. Sappiamo che ci attende una situazione di grave difficoltà.
In una parola, siamo in crisi. La parola ci descrive il problema, ma ci indica anche un percorso.
Greco krísis: 'separazione', 'scelta', giudizio'. La crisi è un momento di discontinuità, di rottura. Preso atto del fatto che il mondo non è più come prima, ci resta la capacità espressa dal verbo greco krino: 'giudico'. A monte sta non a caso la radice indoeuropea krei-:'setacciare', ‘vagliare’, ‘distinguere’.
Crisi, dunque, sta per 'scelta', 'decisione', e l'etimo rimanda all'atto del distinguere tra diverse alternative. La crisi può essere superata solo affrontandola. Girarci intorno significa solo rinviare il momento decisionale; è una soluzione illusoria che impone recuperi tardivi.
Piuttosto che illuderci di poter affrontare la situazione usando strumenti adottati in passato, è saggio pensare che gli strumenti e i metodi e le procedure e le misure che siamo abituati ad usare siano inefficaci, e forse anche dannosi.
Quegli strumenti erano efficaci in un mondo che ormai è alle nostre spalle. Quegli strumenti perciò non costituiscono conoscenza utile. La conoscenza utile è la conoscenza adeguata a questo momento. La conoscenza utile emerge solo se accettiamo di guardare senza troppi timori, senza guardarci alle spalle, il terribile garbuglio che sta sotto i nostri occhi.
La crisi è un interrogativo che chiede risposta. La risposta può essere conosciuta solo immergendosi nella turbolenza, guardandola dall'interno, accettando di posare lo sguardo su oggetti spiacevoli. E sarà una vera risposta -una soluzione- solo se sarà creativa. Chi non rischia, e affronta la crisi seguendo modelli e istruzioni desunti da crisi precedenti, ne uscirà per ultimo.
Tecnologie oggi disponibili, esperienze maturate, vicende che abbiamo vissuto e storie che abbiamo sentito raccontare, nostri personali atteggiamenti etici, tutto questo ci parla di un nuovo modo di lavorare che è alla nostra portata – e che forse la crisi rende indispensabile.

Ho in mente Il tifone di Conrad. L'avventura del Nan Shan nei mari della Cina durante la stagione dei cicloni, sul finire del 1800, può essere agevolmente letta come metafora. Il barometro annuncia l'avvicinamento di un tifone. Il capitano McWhirr è uno 'stupid man', laconico, ottuso, ma adatto alla mansione. Ci (1) aspetteremo da lui comportamenti legati alle consuetudini. Ma capita nelle mani del capitano il manuale di navigazione, tante volte riletto. E capita che il manuale si apra proprio sulla pagina che parla di come affrontare il tifone. E capita che in quel momento, in quel preciso istante, in quel mare, e sentendo quel tifone avvicinarsi, il capitano si trovi a considerare inadeguate alle circostanze le parole del manuale, e senta crescere in se la decisione di agire in modo del tutto diverso da ciò che il manuale prevede. Sceglie così di attraversare il tifone, anziché di aggirarlo.
La crisi è discrimine, rottura della continuità. La crisi è decisione. Così si affronta la crisi, allontanandosi da ciò che prevedono i manuali. Che mai potevano sapere coloro che hanno redatto manuali e procedure di quella crisi, di come si presenta quella precisa situazione  agli occhi di chi lo vive.
Facile col senno poi commentare che il manuale era stato scritto quando si navigava e vela. Mentre il Nan Shan è un vapore. Fino ad allora, però, le prescrizioni del manale erano state seguite alla lettera. Il successo di McWhirr discende dalla sua incoscienza, 'scelta di agire senza piena consapevolezza delle conseguenze', fidandosi dell'intuito e delle coincidenze. Immergendosi totalmente nella situazione. McWhirr, proprio perché non troppo viziato da scolastiche certezze, ingenuo come un lettore di dime novels, sa scoprire la soluzione, sciogliere il tremendo garbuglio del tifone, un modo per attraversare quel luogo spaziotemporale così incerto e gravido di pericoli, senza danni, anzi arrivando in porto prima del tempo previsto.


1 - Joseph Conrad, Typhoon, 1902 (a puntate su riviste), 1903 (in volume); trad. it. Typhoon Torino, Einaudi, 1993 (contiene l'originale inglese, la versione francese di André Gide e quella italiana di Ugo Mursia).

Pagina precedente

Indice dei contributi