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Pubblicato in data: 02/03/2009

 

GATEKEEPER

di Francesco Varanini

Walter Lippmann, giornalista stimatissimo per equilibrio e indipendenza di opinione, dal 1921 scriveva sul quotidiano radicale New York World. Quando nel 1931 passa al conservatore Herald Tribune, il direttore lo presenta tranquillizzando i lettori: Lippmann continuerà a scrivere su ciò che gli pare e come gli pare.
Lippmann resta maestro del 'costruire conoscenza', per la sua attitudine a non conformarsi alle opinioni già espresse. Nemmeno ai giudizi da lui stesso già formulati, perché ogni giudizio è legato a uno speciale momento della vita personale, e a un diverso stato del mondo.
Nel 1922 dà alle stampe Public Opinion, libro anticipatore, ancora oggi di grande attualità.(1) “Nel momento in cui raggiunge il lettore, il giornale è il risultato  di un'intera serie di scelte”, afferma.
La pura informazione, fatti separati dalle opinioni, è un mito o un sogno, o una ipocrita illusione. Il giornalista, filtra le notizie in base a personali criteri.
Ricordando Lippmann, o forse no, l'idea di Lippmann è ripresa venticinque anni dopo da Kurt Lewin, nel più vasto quadro dei comportamenti sociali. Ebreo socialista, emigrato negli States nel 1933, psicologo di solida formazione filosofica, Lewin è allievo di Karl Stumpf, a sua volta allievo di Franz Brentano.
Brentano aveva innovato la filosofia tedesca parlando di intenzionalità, mente, psicologia, ontologia, empirismo, esperienza immediata. Aprendo così la strada alla fenomenologia di Husserl e Heidegger, così come alla ricerca psico-sociologica di Lewin. L'idea di conoscenza affermatasi nel  Ventesimo Secolo era già, in buona misura, di Brentano: nel 1874 sosteneva l'impossibilità di indagare oggettivamente la realtà psicologica al di fuori della relazione che questa intrattiene con il soggetto che vive l'esperienza.(2)
Lewin, nella sua ultima ricerca, i cui risultati saranno pubblicati dopo la sua morte, sopraggiunta nel 1947, studia le dinamiche di interazione nei gruppi sociali. I comportamenti relativi ad un campo d'azione scorrono lungo canali. In dati luoghi dei canali si trovano zone filtro, lì operano 'guardiani'. Lewin, che ormai scriveva direttamente in inglese, usa l'espressione gatekeepers.
Gatekeeping: 'custodia del cancello', soglia sulla quale si concentra l'attenzione della moderna ricerca sociologica e psicologica.
La donna di casa è gatekeeper, perché decide cosa comparirà sulla tavola, e in ultima analisi cosa mangeranno marito e figli. Ogni processo sociale è segnato da luoghi nei quali agiscono gatekeeper. Il controllo sociale, più che da vincoli esterni posti da legislatori o autorità, dipende dal lavoro di gatekeeper che agiscono all'interno del processo.(3)
A conferma di ciò che aveva intuito Lippmann, e Lewin aveva generalizzato e modellizzato, sta -nel 1950- la ricerca empirica di White sul ruolo del giornalista. In un piccolo centro degli Stati Uniti, solo il dieci per cento delle notizie pervenute sul avolo del giornalista vengono pubblicate. Il giornalista-gatekeeper può essere più o meno consapevole dei criteri di scelta: mancanza di spazio, scarso interesse, lontananza geografica o culturale. Il giornalista si illude magari di operare in base all'etica o ad una rigorosa cultura professionale. Di fatto, sta intervenendo nel processo di circolazione delle conoscenze, imponendo al flusso regole che si traducono in selezione e controllo.(4)
Gran parte del recente dibattito sulla crisi dei modelli di governo delle grandi imprese si è concentrato sui carenti comportamenti di Amministratori Delegati e Presidenti. Dovremmo però guardare con più attenzione al ruolo svolto dai loro consulenti. Veri e propri gatekeeper, filtrano informazioni e conoscenze, influendo grandemente sui processi decisionali.(5)
Siamo prigionieri dei nostri guardiani.


1 - Walter Lippmann, Public Opinion, new York, Macmillan, p. 321. Trad. it. L'opinione pubblica, Edizioni di Comunità, 1963, e poi Donzelli, 1995

2 - Franz Brentano, Psychologie vom empirischen Standpunkte, Lipsia, 1874; trad. it. Psicologia da un punto di vista empirico, Laterza, 1997.

3 - Kurt Lewin, “Frontiers in Group Dynamics: II. Channels of Group Life; Social Planning and Action Research”, Human Relations, 1 (1947), pp- 143-153. Kurt Lewin, Field Theory in Social Science: Selected Theoretical Papers , New York, Harper. 1951.

4 - David Manning White, “The 'Gate Keeper': A Case Study in te Selection of News”, Journalism Quarterly, 27, 3 (1950),  pp. 383-390.

5 - John C. Coffee, Gatekeepers: The Professions and Corporate Governance, Oxford University Press, 2006.

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