BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 06/07/2009

 

APPUNTI A PROPOSITO DI UN LIBRO CHE STO SCRIVENDO: DIECI CHILI DI PERLE

di Francesco Varanini

Più di uno dei contributi che ho pubblicato su Bloom! di recente riguardano, come ho scritto, “un testo che sto scrivendo”.

Sto scrivendo un 'testo', non un 'libro'. Sto scrivendo un testo che si propone di gettare qualche cono di luce su un tema che mi è sempre stato a cuore: come si creano e si condividono conoscenze.
Probabilmente il testo sarà pubblicato anche sotto forma di libro. Ma gli strumenti che uso per scrivere e i temi intorno a cui ragiono mi spingono a considerare la forma-libro niente più che una delle forme che il testo può assumere, o subire.
Ovvero: uno degli argomenti che sostengo è che la 'forma libro' -sequenziale, vincolata dalla gabbia  della pagina, chiusa una volta per tutte nel momento in cui consegno il testo all'editore- questa forma non può non essere percepita oggi come limitante.
La possibilità di produrre testo in continuo, offerta dal web, ci fa apparire il libro fastidiosamente limitato e limitante.

Dunque ragiono sulla filosofia della conoscenza.
Potrei dire che sto scrivendo a proposito del computing come espansione della mente umana.
Potrei dire che sto scrivendo a proposito dell'informatica come prosecuzione della filosofia con altri mezzi.
Troppo spesso i filosofi contemporanei ragionano avendo in testo metafore antiche: tavoletta di cera, rotolo, libro. Niente di male, ma altre metafore dovrebbero aggiungersi: il Data Base, il Web, il Personal Computer.
D'altra parte, se i temi grosso modo sono questi -i temi si spostano e si chiariscono via via mentre si scrive- appare inadeguato parlare di computer: l'utensile, il sistema che aiuta l'uomo a creare conoscenza è qualcosa di diverso, e di più rispetto ad una "macchina per manipolare simboli".
E appare inadeguato anche parlare di informazione: non serve guardare al processo di trasmissione, comunicazione, diffusione. Serve, invece, guardare a come interagisce la mente umana con la macchina.
E anzi, guardare a ciò che accade lungo il canale è fuorviante. Imporre l'attenzione a proposito di cosa accade sul canale serve solo a coloro che intendono imporre una qualche forma di controllo, dunque in ultima analisi limitare la produzione di conoscenza.

Sto, anche, scrivendo a proposito di come si scrive. Ciò che conta non è il testo già scritto -il testo, appunto, finito, rifinito, chiuso nel libro. Ciò che conta è il testo colto nel suo farsi e nel suo divenire.

Perciò, intanto, un tema di cui è da parlare è il processo di scrittura. E' la storia dell'emergere di questo testo. Il testo emerge dalla mia mente, nel solitario lavoro di scrittura. Ma le tecnologie di cui disponiamo permettono di rendere in qualche misura pubblico questo processo.
Perciò ho iniziato a scrivere un blog: www.diecichilidiperle.blogspot.com, al quale vi rimando.

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