BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 01/01/1998

PER UNA DEFINIZIONE DELLA NUOVA BASE
IMMATERIALE DELL'ORGANIZZAZIONE
di Francesco Varanini

1. Premessa
In una epoca ormai dominata dall'Information & Communication Technology, la stessa idea che sia necessaria una organizzazione -intesa come struttura permanente e visibile- perde forza. Andando a descrivere uno scenario che si caratterizza per essere privo di fondamenti (di regole di funzionamento univoche e riconducibili a modelli) non potremo procedere che smascherando immagini dell'organizzazione che appaiono ormai tendenzialmente false. Le nuove organizzazioni possono essere descritte solo a partire del substrato (digitale, virtuale, reticolare) sul quale poggiano.

2. Interconnessione
Qualsiasi luogo dove l'uomo possa vivere é collegato, in un modo più o meno agevole, ad ogni altro - garantendo così gli spostamenti di persone, materiali e informazioni. Nel corso della storia abbiamo conosciuto reti diverse: reti di sentieri, di strade, di corsi d'acqua, reti virtuali tracciate nel cielo e sulla superficie dei mari, reti di segnali di fumo e reti di segnali veicolati lungo onde elettromagnetiche. A partire dal 1700 lo sviluppo tecnologico ha garantito una serie successiva di salti nella capillarità delle reti; nella velocità di collegamento tra punto e punto; e contemporaneamente ha portato ad un incremento nella specializzazione. Il nostro territorio é coperto oggi da sistemi diversi di trasporto (reti stradali, ferroviarie, aeree), da reti specializzate nella circolazione di fluidi (dagli oleodotti agli acquedotti alle reti fognarie), da reti di distribuzione di energia (gasdotti, elettrodotti). Nell'ultimo secolo si é affermato un ultimo tipo di rete: i sistemi specializzati destinati alla circolazione delle informazioni: dal telegrafo al telefono, dalla radio alla televisione, fino alle reti che collegano tra di loro i computer. 'Ultimo tipo', nel senso che in una certa misura la possibilità di spostare in tempo reale e a basso costo informazioni rende meno necessario spostare uomini e cose. La pervasiva presenza di reti in grado di interconnettere tra di loro i luoghi nei quali sono archiviate le informazioni fa passare in secondo piano la capacità elaborativa delle singole macchine, e la dimensione della loro memoria. Gli oggetti meritano meno attenzione dei sistemi di interconnessione. La fonte delle informazioni non sono i nodi della Rete, ma la Rete stessa, la Rete intesa come sistema di interconnessione tra le diverse reti operanti. I sistemi organizzativi nati in un contesto precedente all'affermarsi della Rete appaiono, nel nuovo scenario, tutti tendenzialmente obsoleti. Di fronte a ciò, non si tratta ovviamente di riprogettare ex novo: a parte l'improponibilità in termini di costi e di impatto sull'equilibrio del sistema, ciò sarebbe contrario alla filosofia della Rete. Non si tratta di riprogettare ex novo, ma di comprendere come il contesto reticolare impone di 'leggere' le organizzazioni. La filosofia della Rete dice innanzitutto una cosa: la distribuzione sul territorio degli elementi (gli stabilimenti, le concentrazioni di risorse umane in uffici, i magazzini ed i sistemi logistici), la distribuzione è irrilevante. Il substrato costituito dalla rete di interconnessioni permette una distribuizione casuale sul territorio del ciclo di produzione, e in genere dei 'pezzi' dell'organizzazione. Una scelta 'razionale' dei luoghi non porta vantaggi, perché è azzerata dall'efficacia nella circolazione dei flussi informativi: basterà che il grafo dei collegamenti sia memorizzato dal sistema informativo aziendale, ed attivato nei momenti e nei modi necessari. Emerge un nuovo rilevante parametro in base al quale misurare efficacia ed efficienza: la qualità dei sistemi informativi. Se tutti -volenti o nolenti, magari solo tramite il telefono, siamo wired, connessi- potremo esserlo in modo più o meno economico e più o meno coerente con ciò che l'organizzazione richiede. L'azienda stessa, in questa ottica, appare come sistema di interconnessioni - ed in quanto tale é priva di confini necessari e prescritti a priori. Infatti la Rete, coprendo il territorio, si offre come il tessuto connettivo sul quale disegnare le organizzazioni. Le organizzazioni appaiono i questa luce un web, una ragnatela un grafo che indica i collegamenti tra i luoghi dove 'pezzi' dell'organizzazione agiscono e producono. La forma del sistema di interconnessioni é 'ipertestuale'. In luogo di una, ed una sola, sequenza migliore dei flussi e delle operazioni, il modello prevede la possibilità di enne percorsi tra punto e punto, ovvero di enne modalità operative, tutte efficaci e tutte attivabili senza nulla togliere alla certezza dell'organizzazione. Il sistema di interconnessioni é potenzialmente infinito, in perenne crescita: più telefoni per famiglia, più computer per azienda - il limite non è nemmeno dato dal numero di abitanti del pianeta, perché ad ognuno saranno date sempre più specifiche possibilità di comunicazione attraverso punti di contatto fissi domestici e sul posto di lavoro (sui diversi posti di lavoro), punti di contatto mobili (cellulari), modalità di contatto specializzate - siano o non siano realizzate attraverso apparati diversi: un unico mezzo o macchine specializzate per veicolare voci, immagini, suoni, parole scritte, informazioni codificate. Il sistema di interconnessioni è totalizzante: esiste solo ciò che ne fa parte, e tutto può farne parte. Alla Rete non appartiene solo la parte visibile delle organizzazioni, ma anche quella sotterrnaea -quella costituita dai comportamenti devianti e irregolari, che sfuggono ai sistemi di controllo e violano le leggi. La Rete é acefala, la Rete é sempre attiva, al di là del giorno e della notte e delle differenze di fuso orario. La Rete azzera le distanze tra luogo e luogo: in qualsiasi posto mi trovi, connetto il mio computer portatile e 'scarico' la posta elettronica giunta alla mia casella postale, casella che sta il un luogo virtuale, sulla Rete. La Rete non ha tempi morti. La Rete toglie senso al modo tradizionale di intendere l''orario di lavoro', perché essendo ogni soggetto collegato, sfuma fino a scomparire lo stesso confine tra tempo libero e tempo di lavoro. La Rete contiene tutto, e attraverso la rete tutto appare, allo stesso modo, visibile. Del grande sistema di interconnessioni fanno parte il 'buono' e il 'cattivo'. In questo senso la Rete fa emergere, dando loro la stessa dignità, tutte le informazioni che riguardano ogni organizzazione. Se l'organizzazione può farlo, sceglie sempre di oscurare parte delle informazioni, rendendole invisibili. Ma la Rete, imponendo un unico sistema di interconnessione, mette in circolo anche le informazioni per le quali la fonte prevedeva un accesso selettivo. Le tradizionali categorie pubblico/privato, e gli atteggiamenti rispetto alla sicurezza ed alla trasparenza devono di conseguenza essere ripensate. Ciò che le organizzazioni tradizionali sceglievano di confinare nei sotterranei viene così riportato alla luce. Valga questa metafora: sull'organizzazione del servizio della metropolitana di New York influiscono, di fatto, le migliaia di persone che ne abitano abusivamente le gallerie, e che costituiscono di fatto una organizzazione dotata di fini propri che all'interno dell'organizzazione caratterizzata dall'obiettivo di garantire una rapida mobilità ai cittadini della metropoli. Ogni organizzazione, del resto, ha i suoi sotterranei, la sua 'comunità dei perdenti' e i suoi comportamenti ignorati e rimossi. La Rete impone una nuova trasparenza.

3. Non permanenza
Un modello potrà apparire ad ogni evidenza superato ed inadeguato; eppure resistere al mutamento. Accade che la natura 'fisica' della organizzazione, frutto di un raggiunto equilibrio, ne garantisca la sopravvivenza. La struttura, anche se inefficiente, non teme interventi e ristrutturazioni: monolitica, non può essere né azzerata né rimossa. I comportamenti quotidiani si ripetono senza che nuove direttive riescano ad incidere sulle prassi consolidate. Il modello è codificato in disposizioni scritte su carta, il cui aggiornamento é lento e macchinoso. I Centri Elaborazione Dati conservano un sapere ripetitivo. I muri, con la loro stessa presenza, e con la loro disposizione immutabile, parlano metaforicamente di solidità, di durata, di certezza. Nemmeno l'open space riesce a contraddire questa immagine. La modularità é vincolata, costretta sempre all'interno di confini predefiniti. Simili organizzazioni caratterizzate dalla permanenza potranno vivere a lungo - ma la loro vita si svolgerà lontano dal territorio dove si giocano i nuovi rapporti sociali ed economici - un territorio, la Rete, dove la capacità di durare è irrilevante. La solidità e la resistenza appaiono superflue, ma é invece fondamentale la capacità di procedere a rapide aggregazioni delle risorse necessarie nel luogo e nel momento. Ciò che conta é apparire sulla scena nel posto giusto ed al momento giusto. Poi si potrà sparire, per riapparire altrove, nel nuovo momento opportuno, magari con una diversa immagine. La Rete, in un qualsiasi luogo, sicuramente offre le risorse -uomini, know how, software, apparati logistici- utili a costruire la specifica macchina organizzativa al momento necessaria. In un certo senso, é quindi in partenza avvantaggiata l'azienda che rinuncia ad essere -in un modo definito a propri- visibile: l'azienda che non ha sede, che non ha muri, che non ha investito in strumenti di futuro ed incerto utilizzo. Essendo tutto il resto reperibile sulla Rete, il nocciolo duro -ovvero la dotazione necessaria per esistere in quanto azienda- può al limite ridursi ad una idea di prodotto, ad un know how, ad una tecnologia di base, ad una specifica filosofia (preferiamo parlare di filosofia piuttosto che mission e/o vision) - a partire dalle quali creare organizzazioni di volta in volta adeguate ad un progetto produttivo. L'organizzazione aziendale apparirà così, di fatto, una galassia di aggregazioni che nascono e che muoiono, tra di loro diversamente interrelate. Che nascono e che muoiono: la pretesa di forzare la permanenza in vita -tramite ristrutturazioni, interventi chirurgici o di mero maquillage- di organizzazioni vecchie o inutili appare fallace. Appartenendo tutti i sistemi ad un sistema di più vaste dimensioni, ed essendo le risorse globalmente limitate, alla nascita ed allo sviluppo di un elemento del sistema non può non corrispondere la morte di un'altro. Lo stress non può essere azzerato, ma circola sulla Rete - ognuno tendendo ad allontanarlo da sé. Sebbene la Rete sia per sua natura infinita, nemmeno la Rete può giustificare l'ideologia della crescita e dello sviluppo permanente. La Rete stessa è un organismo vivente che cerca l'equilibrio, e lo cerca, appunto, in una perenne evoluzione fatta di vita e di morte, di vittorie e sconfitte, di accensioni e spegnimenti. Due situazioni esemplari, legate a quanto ognuno di noi ha potuto sperimentare dell'Information & Communication Technolgy potranno aiutarci ad avvicinare ulteriormente la natura 'non permanente' dei legami organizzativi. La segreteria telefonica ha cambiato il nostro stile di comunicazione personale: con la possibilità di filtrare le chiamate noi siamo presenti e assenti allo stesso tempo - diventando liberi di scegliere il momento essenziale come viene definito dai maestri Zen. Il computer ha cambiato per sempre il flusso della scrittura. La scrittura a video, rispetto alla scrittura su carta, ci offre la possibilità di alterare ed espandere in qualsiasi momento il testo- Il testo non é mai già scritto, e appare sempre fluido e riconfigurabile. Essendo possibile ogni configurazione, nel mentre scriviamo siamo più liberi di giocare con i pensieri, perché perde prescrittività la 'voce dell'autorità' -la voce che ricorda ciò che, tecnicamente, si può e ciò che non si può fare. Dunque, legami sempre attivabili e disattivabili; fluidità degli insiemi; processo ininterrotto di disorganizzazione riorganizzazione. Il montaggio/smontaggio/riassemblaggio del sistema avviene in tempo reale, se i sistemi informativi permettono in ogni istante di descrivere l'organizzazione in ogni sua articolazione, e di attivare in modo nuovo i legami tra gli elementi. L'organizzazione così intesa può apparire oggetto troppo complesso, ingestibile. Le nostre menti, influenzate dal secondo principio della termodinamica, tendono a sentirsi rassicurate dal pensare che l'evoluzione tenda verso la diminuzione della complessità e l'aumento della stabilità. Ma l'informazione sempre crescente, tipica della Rete, se é fonte di disordine, contiene in sé una grande ricchezza: know how e capacità delle risorse presenti in ogni organizzazione, ma che l'organizzazione non sapeva leggere, o che non voleva leggere, vengono alla luce. La non permanenza, nel contesto della Rete, appare così -al di là delle apparenze- fonte di stabilità: il comportamento aleatorio di una singola organizzazione appare, nell'ambito dei processi vitali, l'effetto perfettamente regolato di un sistema di organizzazione superiore, di un insieme più grande comprendente il precedente come sotto insieme o parte.

4. Relatività
Nei fatti, tuttavia, ci si è a tutt'oggi solo parzialmente allontanati dalla cultura organizzativa tipica della prima metà del secolo, secondo la quale per produrre c'era bisogno di luoghi simbolici e visibili. Grandi edifici, grandi cattedrali della produzione: pensiamo al Lingotto o a Mirafiori, o risalendo più alle origini a Behrens e allo stabilimento AEG. Eppure il territorio é coperto da autostrade percorse da camion e autostrade delle informazioni; da reti ferroviarie e reti distributive; da concentrazioni di capacità produttive e logistiche; da fabbriche di oggetti (l'automobile) e fabbriche di immagini (la pubblicità e la promozione dell'automobile); allora sarà sempre meno significativo disporre in modo permanente ed esplicito e rigido di strutture proprietarie. E non solo il funzionamento dell'organizzazione è slegato dalle cose materiali, ma la sua stessa immagine simbolica: l'immagine della Pirelli non é sminuita dall'assenza del grattacielo, l'immagine della Gft non è migliorata dalla facciata di Aldo Rossi. D'altronde, il palazzo Mondadori funziona come simbolo anche se é in realtà un leasing delle Assicurazioni Generali. Delle strutture visibili conta oggi innanzitutto l'aspetto di simulacro, di apparenza spettacolare; le immagini funzionano prescindendo dalla presenza materiale di strutture fisiche. La presenza e le dimensioni della strutture non corrispondono alle esigenze della produzione, ma alle esigenze di imprenditori e manager che hanno bisogno di riconoscersi in strutture: non avendo compreso il mondo virtuale nel quale vivono e prosperano le organizzazioni, hanno bisogno di muoversi -e ri-conoscersi- in un mondo di 'cose tangibili'. Eppure, la metafora che rappresenta lo scenario emergente -la Rete- dimostra come l'aspetto visibile dell'organizzazione scompare dietro una sua immagine -immagine che può essere mutata, sdoppiata, costruita e ricostruita, senza che l'effettivo lavoro di produzione ne venga toccato-. E' ormai a disposizione di ognuno la possibilità di costruire organizzazione a partire da un sistema informativo in grado di garantire tutte le interconnessioni necessarie. Tutto ciò che serve per organizzare un ciclo produttivo e una rete distributiva può essere acquisito sul mercato. Lo stesso output produttivo può essere raggiunto in un luogo qualsiasi del mondo, dove magari solo una delle condizioni che favorivano l'insediamento è massimizzata (vicinanza al mercato di consumo, basso costo di mano d'opera). Ognuno dei fattori che tradizionalmente presiedevano alla localizzazione è in fondo irrilevante, perché le condizioni di favore possono in ogni caso essere progettate artificialmente e replicate. A partire da una organizzazione data, è sempre possibile ricorrere a una struttura più snella, o a un outsurcing. In virtù delle tecnologie legate alla circolazione e alla gestione delle informazioni, ad ogni modello corrisponde, in ogni caso, una alternativa praticabile. Il reale processo progettuale-produttivo-distributivo é sempre più fungibile, costruibile modularmente, reperibile in porzioni discrete sulla Rete - che mette in ogni caso a disposizione porzioni residuali di strutture e di risorse esistenti, sempre tendenzialmente sottoccupate. Sul mercato di consumo arrivano i prodotti con uguali caratteristiche prescindendo dalla distanza dal luogo di produzione. Le transplant delle industrie automobilistiche giapponesi lavorano in un posto qualsiasi del pianeta: ciò che conta é che esse siano efficacemente inserite in una struttura di interconnessioni (di semilavorati e di informazioni). Come nell'esempio banale dei souvenir di città italiane made in Hong Kong, la produzione avviene sempre 'altrove'. Ma l'altrove non é il luogo dove l'immaginario del pubblico, il posizionamento del prodotto farebbero pensare che la produzione avesse avuto luogo. La produzione si realizza in un luogo casuale, che é anzi un non-luogo. Qualsiasi esso sia, il luogo della produzione è virtuale: la produzione avviene, di fatto, nel 'ciberspazio', un 'luogo' costruito attraverso le informazioni che viaggiano sulla Rete. Così oggi non di rado i conti economici nascondono costi di struttura e di controllo resi necessari dalla stessa dimensione e dall'architettura del sistema aziendale, e dalla tendenza alla perpetuazioni del proprio ruolo da parte di funzioni aziendali che i modelli tradizionali vogliono necessarie. Costi che però la disponibilità di informazioni e competenze offerte dalla Rete permette di mettere in discussione. I break even normalmente presi in considerazione in termini di benchmarking non sono infatti veri per il solo fatto che sono da tutti dati per scontati, condivisi dai competitori, ed in genere dagli operatori di uno specifico mercato: esiste sempre la possibilità di sfruttare in modo innovativo le opportunità offerte dalla Rete, costruendo una organizzazione più snella e più efficace. Ogni conto economico potrebbe dunque essere rifatto daccapo, a partire da ciò che è veramente necessario a permettere la progettazione, la realizzazione e la distribuzione del prodotto. La Rete, al contempo, tende ad azzerare i vantaggi legati a posizioni dominanti fondate sulla logistica, la distribuzione ed il trade. E le stesse strategie sono clonabili -sono in fondo porzioni di codice conservate in un sistema informativo che possono essere simulate, replicate, iterate. In questa ottica, le stesse grandi dimensioni dei grandi grandi gruppi non devono trarre in inganno. Si osservino i grandi agglomerati frutto recente di merge & aquisition nel settore del software, delle telecomunicazioni, dell'informazione e dell'intrattenimento. Essi sono solo relativamente grandi: sono galassie provvisoriamente interrelate di sistemi ognuno dotato di una propria autonomia, di una propria capacità di vivere ed operare in quanto sistema autonomo. Non a caso il processo é fatto di fusioni quanto di scissioni, i confini trai singoli sottosistemi rimangono sempre sfumati, e la lettura stessa delle operazioni lascia margini di ambiguità: si deve vedere l'alleanza strategica o piuttosto l'operazione finanziaria? Si deve vedere il fatto che sono stati posti in relazione risorse umane e know how? Oppure che si è cercato di creare risonanze positive tra marchi diversi? Ogni elemento del conglomerato, così come il conglomerato, appaiono come rete fondata sulla interconnessione delle informazioni. Nell'infinito sistema di interconnessioni che é la Rete, la singola organizzazione appare dunque come una porzione provvisoriamente definita, un sottosistema 'frattale' che replica al suo interno la stessa architettura della grande Rete. La singola organizzazione, prosciugata dei suoi quasi-effimeri aspetti 'materiali' appare, in essenza, come nocciolo duro di un know how, di una tecnologia di base, di una specifica filosofia. Questi tre sembrano gli elementi chiave, gli elementi che definiscono l'identità della singola organizzazione, e che appare importante proteggere anche nel mondo virtuale della Rete. Perché in questi elementi -in questo codice genetico- risiede la riconoscibilità dell'organizzazione. E quindi la possibilità di trovare, nella Rete, le interconnessioni adeguate. Le organizzazioni -e in genere i soggetti: quindi le aziende produttrici così come i consumatori- nella grande tela della Rete, sembrano collegarsi ed apparentarsi proprio in base a questo: all'autosomiglianza. Si creeranno di fatto -prescindendo da dimensioni e distanze - collegamenti tra 'sistemi viventi' che si riconoscono come capaci di rispondere alle reciproche aspettative, ai reciproci bisogni, ai reciproci desideri.

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