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Pubblicato in data: 04/02/2002

APPLE IMAC: MA SONO COMPUTER O SOPRAMMOBILI?

di Francesco Varanini

Conta più offrire la migliore tecnologia o il migliore design? Mi interessa un computer il cui contenitore è di titanio, o del migliore materiale plastico, ma il contenuto tecnologico mi interessa ancora di più. E nel contenuto tecnologico una parte significativa riguarda la condivisione degli standard di mercato.
E poi ora si fa tanto parlare di computer come elettrodomestico, e di macchine user friendly. Ma nel dire questo, probabilmente, si sottovalutano alquanto le capacità dell'utente. Possiamo dire tutto il male possibile delle inutili complessità e delle difficoltà di interfacciamento di periferiche nelle macchine basate su processore Intel e su sistema operativo Windows. Ma si tratta comunque di difficoltà che non spaventano più nessuno. Possiamo anche essere ideologicamente contrari al dominio della Microsoft, ma resta il fatto che sui computer standard Microsoft si muovono agevolmente non solo l'utente esperto, ma anche il bambino ed il nonno. Ed allora, perché spendere di più per un computer più amichevole e più colorato?
Qualcuno che apprezza un prodotto simile esisterà pure, infatti esistono tuttora fedeli cultori della filosofia Apple. Ma si tratta di una nicchia sempre più ristretta, nel mondo ormai meno del 3% del mercato. Un fenomeno di costume che può interessare i sociologi ed i semiologi e gli antropologi, ma non il mercato che conta. E si deve parlare di 'filosofia', sempre più astratta, sempre più slegata da reali motivazioni. Una forma di snobismo.
Questo torna in mente ogni volta che si legge della presentazione di un nuovo prodotto Apple. Il portatile Power G4, il primo portatile al mondo di titanio puro. Chi se ne frega del titanio? A me basta che un portatile sia leggero. Ed ora il 7 gennaio 2002 sul palco del MacWorld a San Francisco la nuova meraviglia, il nuovo iMac dal look sofisticato, finissimo schermo piatto, supporto cromato e snodato e pieghevole, la base che contiene tutta la logica che è un emisfero piccolo, appena 26,4 cm. di diametro, poco più grande di un melone tagliato a metà. Sì, ma dove sta il vero valore aggiunto, il vero vantaggio competitivo?
Poi, in queste occasioni, si continua a trovare sui giornali la storia che se Apple ha un problema, è di offrire prodotti troppo avanzati. Come se questo non fosse un imperdonabile errore.
Quando nel 1979 Masaru Ibuka e Akio Morita, leader della Sony, decisero contro tutti di portare sul mercato il Walkman ebbero ragione, ma solo perché la ragione la decretò il mercato. Ed ebbe ragione, pochi anni prima, Steve Jobs. Ebbe ragione nel portare sul mercato il primo vero personal computer, strano aggeggio frutto del genio tecnologico di Steven Wozniak, che nessuno prendeva sul serio. Ebbe ragione anche nella scelta del nome quel giorno del 1976 quando interruppe la discussione sul nome della nuova società per dire: "Se alle cinque del pomeriggio non abbiamo trovato un altro nome, la chiameremo Apple Computers".
In seguito, si sa, la vicenda manageriale di Steve Jobs ha avuto alti e bassi, dentro e fuori dalla Apple. Ma oggi il marchio Sony porta sul mercato la Playstation 2, in grado di avvicinare veramente il computer all'elettronica di consumo, e di proporre un nuovo standard che risulta competitivo anche con lo strapotere della Microsoft. Mentre il brand Apple che - si dice - ha una forza paragonabile al brand Sony, è speso per portare sul mercato prodotti rivolti a pochi felici affezionati.
Il problema è che in occasione del lancio del nuovo iMac, molto si parla di design, e semmai di software dedicato ad interfacce, ma poco di sistemi operativi.
Non che la Apple non abbia lavorato in questo settore. Ma l'ha fatto sempre a partire da quella maledetta visione che porta a considerare veramente buono solo ciò che nasce in casa Apple.
Ecco quindi Mac OS X, che si presenta come "sistema operativo ultramoderno che unisce la potenza di Unix alla semplicità e all'eleganza di Macintosh. Sviluppato per accompagnare la piattaforma Mac nel corso del prossimo decennio, Mac OS X integra tecnologie innovative e aperte che ne fanno il system desktop più stabile, compatibile e interoperabile oggi sul mercato.
Le fondamenta della struttura sono costituite da Darwin, un cuore solidissimo e open source. Più in superficie, servizi specifici per l'ambiente Mac garantiscono funzionalità multimediali all'avanguardia integrate con l'hardware Apple".
Sì, ma perché un nuovo sistema operativo basato su Unix e sviluppato con logica open source quando c'è già Linux? L'innovazione oggi, in particolare l'innovazione orientata ad aumentare la partecipazione sociale e la circolazione delle informazioni, l'innovazione tesa a costruire prodotti più vicini ai bisogni delle persone, questa innovazione non si fa più nel chiuso dei centri di ricerca. Si fa attraverso la Rete. Usando Internet come luogo condiviso di riflessione e di progettazione. Questa è la grande lezione di Linux. Ma da questo orecchio l'Apple proprio non ci sente.
Jobs, in fondo, non si fida del sapere che circola sulla Rete. Pensa evidentemente che la sua visione valga di più. Think different, d'accordo, ma a che pro?


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