BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 05/08/2002

LA FORMAZIONE E' L'ULTIMA RUOTA DEL CARRO

di Francesco Varanini

Tutti hanno parole buone per la formazione, ci mancherebbe altro. Chi mai si sbilancerebbe a dire che non serve. Eppure troppo spesso, proprio quando serve, la formazione non si fa. Due casi esemplari.

Il primo. C’è una impresa da sempre attenta alla formazione, e che non lesina investimenti. La formazione è consapevolmente intesa come leva strategica, come indispensabile motore di crescita. L’impresa ha una cultura che la distingue, ma è una cultura pericolosamente legata a un glorioso passato – si deve quindi cambiare. L’impresa si trova di fronte ad un mercato in radicale evoluzione – si deve quindi cambiare.

Il cambiamento, reso necessario dallo scenario competitivo, dovrà portare ad un diverso modo di intendere l’offerta e ad un nuovo atteggiamento di fronte ai clienti. Se prima era sufficiente un atteggiamento ‘commerciale’, che aveva il punto centrale nel momento della vendita di prodotti a listino, oggi è necessario operare con un atteggiamento ‘consulenziale’: fidelizzare il cliente, affermarsi presso di lui come fornitore di un complessivo ‘servizio’.

Si dà quindi vita ad un serio ed articolato piano di interventi formativi – non formazione astratta, quella formazione che lascia il tempo che trova, ‘la leadership’, ‘il lavoro di gruppo’, o anche un generico ‘orientamento al mercato’. No: formazione ad hoc, strettamente legata alle strategie aziendali, agli obiettivi di business. Formazione tesa a dare concretezza alle politiche, a far sì che si stia sul mercato come il mercato richiede.

Ma a un certo punto, cosa accade: segnali non positivi giungono dal mercato; siamo ‘sotto budget’, non si sono raggiunti i risultati previsti e attesi. Dall’alto giunge la richiesta di ‘tagliare costi’. Si taglierà certo anche da altre parti; ma intanto, tra l’altro, cosa si taglia? La formazione.

Ora, delle due l’una: o la formazione non serviva, e allora ben venga la sospensione di una attività pure ‘messa a budget’: il budget non è un feticcio, non si deve spendere per forza solo perché in sede di previsione si era deciso di farlo. Ma se la formazione serviva, se era funzionale allo scopo, che senso ha mai interrompere una attività che mira proprio, guarda caso, a affrontare il nodo strategico: stiamo vendendo poco, stiamo vendendo male, ci stiamo presentando ai clienti in un modo non più consono con i tempi.

Il secondo caso. La Direzione Sistemi Informativi di una impresa vive alcune situazioni di difficoltà. E’ carente di alcune competenze chiave, si trova quindi non di rado nelle condizioni di dipendere da outsourcer e consulenti. Le persone sentono il peso del trovarsi a lavorare in costante condizione di emergenza – e sommandosi e sovrapponendosi le ‘emergenze’, accade che si manifesti una cronica difficoltà a chiudere i progetti nei tempi stabiliti.

Si sceglie di intervenire con un piano formativo ad hoc. Appare non solo utile, ma necessario, mantenere aggiornate e sviluppare le competenze chiave. E lavorare a far crescere un atteggiamento di gestione dei progetti tale per cui i vincoli di tempo e di risorse e di conoscenze, e l’inevitabile apparire di imprevisti, possano essere efficacemente dominati.

D’accordo, si dice: facciamo della formazione. Poi però ci si contraddice: la formazione ora non la si può fare, ora non c’è tempo, la faremo poi, ‘quando saremo usciti dall’emergenza’. E’ chiaro che, se non siamo ancora abbastanza bravi a lavorare in un altro modo, ci sentiremo sempre in emergenza, pressati dalle scadenze, impegnati sul breve termine in qualcosa di più urgente della formazione. Così, il momento per fare formazione non arriverà mai.
Cerchiamo di trarre qualche conclusione. Ora, è scontato dire che senza fonti di ricchezza, senza investimenti, non si ottengono risultati. E’ ovvio dire che se non si investe lì dove serve, non si può perseguire nessun obiettivo. Ed è fin troppo di moda dire che la principale fonte di ricchezza sono le persone, le loro competenze.

Se le affermazioni del capoverso precedenti sono vere, ne discende che anche a fronte di necessità di ‘tagliare i budget’, la formazione dovrebbe essere l’ultimo budget da tagliare. E anche di fronte alla carenza di tempo, la prima attività per la quale trovare il tempo dovrebbe essere la formazione. Altrimenti, smettiamola di girarci intorno. Smettiamola con tutti questi peana alla formazione; smettiamo di ricordare ogni pie’ sospinto la sua importanza e la sua centralità e la sua indispensabilità.

Le conoscenze si possono diffondere anche senza formazione. Le capacità si possono incrementare anche senza formazione. Ma evitiamo almeno di svalutare la formazione di fronte alle persone che ci credono – che la desiderano e che se ne vedono privati nei momenti in cui più servirebbe. Ed evitiamo di deprimere chi alla formazione lavora – che viene privato della possibilità di dare il suo contributo al business, proprio quando il contributo sarebbe più necessario.

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