Aspetti critici e tendenze evolutive
Ricerca promossa dallIstituto di Comunicazione dello IULM (Libera Università di Lingue e Comunicazione)di Alessandra Formisano e Francesco Varanini
Premessa: scopo della ricerca e tecnica adottataA questo scopo si è sondato, tramite due approfonditi questionari paralleli, da un lato il punto di vista dei lettori, dallaltro il punto di vista di esperti ed addetti ai lavori.
Sono stati quindi intervistati
A tutti costoro è stato sottoposto un primo questionario. Successivamente, tramite un secondo questionario, è stato verificato il consenso attorno alle opinioni emerse. Sono state così eliminate le opinioni attorno alle quali il consenso era scarso o dubbio.
La ricerca, iniziata nel 1997, si è conclusa nel 1998.
Ricerca condotta presso lettori fortissimi
Il ruolo del giornalista
Il giornalista è senzaltro il grande protagonista
del mondo della carta stampata, artefice e vittima, una figura ancora molto controversa
che assume ora i tratti dellintellettuale, critico e creativo, ora i tratti del
portaborse, suddito e servo del potere.
Emerge il dualismo ancora irrisolto in cui versa il ruolo del giornalista; egli è contemporaneamente il prodotto e il produttore del sistema, pertanto accentra inevitabilmente in sé aspetti positivi e aspetti negativi di tale posizione strategica, difficile da gestire con equilibrio.
Lunico aspetto positivo del giornalista italiano sembra costituito da una specie di intuito, la capacità di fiutare i gusti del pubblico, le mode del momento, le tendenze della società.
Inoltre si riconosce che, negli ultimi tempi, la qualità media della professionalità giornalistica è migliorata, seppure entro limiti ancora bassi, in quanto si critica il permanere di una certa superficialità e incompetenza nellaffrontare le questioni su cui i giornalisti sembrano non documentarsi seriamente.
Tra gli aspetti negativi che riguardano la figura del giornalista, vi è la constatazione molto negativa dellesistenza di una professionalità fortemente dipendente dallappartenenza ad interessi politici e ad interessi economici: tutti gli intervistati fanno riferimento a questo aspetto, percepito come un vincolo molto forte, riduttivo della creatività e della libertà dei singoli professionisti.
"Sono troppo schierati travolgendo spesso lordine e la portata degli avvenimenti"; "hanno poca autonomia"
Inoltre nel modo di fare giornalismo si critica la mancanza di analisi, un orizzonte ristretto di vedute, lassenza di precisione e chiarezza nel citare fatti e fonti.
"giornalisti spesso sono incompetenti su quanto scrivono"; "parlano di ciò che non conoscono"
Occorre sottolineare che i lettori non chiedono ai giornalisti un asettico, neutrale resoconto dei fatti, che viene considerato inutile e sterile perché le informazioni arrivano già da altre fonti (televisione, radio, televideo, ecc.), piuttosto si richiede ai giornalisti un punto di vista, una chiave di lettura, un orizzonte a cui riferire dei fatti che in fondo sono già noti attraverso altri media. Per questo motivo, tra i giornalisti più apprezzati, saltano fuori i nomi di professionisti noti per la loro passionalità, il loro coinvolgimento nei fatti di cui parlano, dallo stile spesso mordace, ironico, critico, a cui però si accompagna serietà delle fonti, completezza delle vicende, chiarezza e precisione nelluso dei termini, in definitiva se ne apprezza lonestà intellettuale e la competenza professionale.
"Offrono chiavi di lettura con cui confrontarsi"
Tra questi vi sono per lo più opinionisti, spesso visibili in tv, quali Enzo Biagi, Gianni Riotta, Gad Lerner, Indro Montanelli, Vittorio Feltri, Ernesto Galli della Loggia: di costoro si elogiano le doti di comunicatività e di professionalità formate in sintesi dai seguenti requisiti:
I contenuti dellinformazione giornalistica
Si evidenzia la richiesta ai giornali di un allargamento
degli orizzonti sia per quanto riguarda i temi nuovi sia per quanto riguarda i temi
consolidati.
Si sente la necessità di conoscenze più ampie e varie. La presenza di confronti tra punti di vista diversi dovrebbe aiutare giornalisti e lettori a sprovincializzarsi, realizzando un giornalismo costruttivo, costituito da cambiamenti e da scelte che inizialmente potranno apparire persino rischiose.
Significativo il suggerimento di inserire articoli tratti da testate straniere o articoli direttamente in lingua straniera.
Nel complesso si chiede di dedicare meno spazio ai temi legati alla politica di palazzo, ai pettegolezzi di corridoio, alle vite private di politici, a certa cronaca rosa legata soprattutto ai personaggi famosi, alla spettacolarizzazione delle loro vite private, e al calcio.
Ci sono infine i "buchi neri", temi considerati importanti per il cittadino ma che sono scarsamente esplorati. Ad esempio norme e diritti civili, che contribuiscono alla formazione culturale e civile del pubblico. La percezione è che manchi un orizzonte da cui leggere gli eventi, un panorama complessivo che consenta di capire le tinte del quadro.
Si lamenta la carenza di sevizi di inchiesta, di reportage che sono invece sentiti ancora come generi naturali del giornalismo. Le inchieste non dovranno necessariamente riguardare "grandi temi": ci aspettano
storie di vita quotidiana, problemi di disservizio e di disfunzioni affrontati dalle persone comuni.
Questo interesse è confermato/rafforzato dal fatto che la televisione è consapevolmente utilizzata proprio per colmare questo tipo di "sapere sociale". Si portano ad esempio trasmissioni quali Format, Moby Dick, Pinocchio e simili che hanno il merito, pur se con un tono considerato troppo spettacolare, gridato e a volte volgare, di scavare nei fatti e di offrire diversi punti di vista, puntando i riflettori su realtà che riguardano tutti e che spesso sono poco note o poco chiare per i non addetti ai lavori.
"Moby Dick, Pinocchio mi piacciono perché mi danno squarci di realtà"; "amo le trasmissioni con una varietà informativa sui fatti sociali". "Pinocchio fornisce una informazione chiara sui fatti della realtà"; "Pinocchio mi piace per la pluralità dei punti di vista e per la varietà dei temi".
Le funzioni della lettura
Nel quadro del bombardamento di informazioni
di ogni genere provenienti dalle fonti più diverse si chede ai quotidiani di rispondere a
funzioni specifiche, in parte da ridefinite
"La stampa deve far riflettere". "Una informazione completa, che induca a riflettere".
Per fare ciò si richiede professionalità, un termine-cappello con cui gli intervistati intendono evocare approfondimento di fatti, precisione, chiarezza ed obiettività, intesa come onestà intellettuale del giornalista più che neutrale affermazione delle vicende.
"Si dovrebbero assumere giornalisti più competenti".
Si chiede insomma ai quotidiani di fornire argomenti e punti di vista tali da permettere di essere usati come risorse, come strumenti per migliorare la propria capacità di muoversi nel mondo.
In questo senso appaiono occasioni fallite alcune tendenze evolutive che hanno caratterizzato i quotidiani in anni recenti.
Il vero pericolo per il futuro dei quotidiani, a vantaggio di altri mezzi, sembra dunque risiedere nel preoccuparsi troppo poco di far percepire il quotidiano come unicum, come medium con una propria vocazione e una propria inequivocabile specificità.
Per fare ciò sembra necessaria una ridefinizione dei contenuti, più mirati allapprofondimento e alla varietà dei fatti, che non a dare le informazioni di base che il lettore, nel momento in cui si accosta al giornale, avrà sicuramente già apprese da altri mezzi.
"I quotidiani devono cercare una loro identità". "I giornali devono spiegare le cose come stanno".
Quotidiano vs. Televisione
Appare evidente la sudditanza della stampa nei confronti
della televisione, visibile nella spettacolarizzazione, nel pettegolezzo,
nella ribalta dei personaggi e del loro privato, nella pagine numerose dedicate al mondo
della tv e dei suoi personaggi.
Tuttavia i lettori fortissimi vivono lutilizzo della stampa come strumento complementare alla tv e non sostitutivo: se alla televisione spetta limmediatezza, la velocità e la tempestività, alla stampa tocca il gioco della riflessioni sui fatti, dellampiezza degli orizzonti e dei punti di vista, dellapprofondimento e della completezza.
Questo modus narrandi è esclusivamente della stampa quotidiana e va rilanciato in modo più deciso e coraggioso; in questo senso ci si aspetta che la stampa si ripensi come strumento con un proprio linguaggio e con proprie finalità, presentandosi non più come specchio deformato, ripetitore vuoto di quanto già sentito in televisione, bensì strumento necessario per lesaustività del sapere.
Quotidiano vs. New Media
La diffusione di Internet e dei quotidiani on-line
appare una minaccia. I new media non sembrano in grado di sostituire il quotidiano su
supporto cartaceo; ma aleggia nelle dichiarazioni dei lettori il timore di qualcosa che
sta cambiando, anche se non si sa bene ancora in quali direzioni e con quali conseguenze.
Il rapporto tra il quotidiano su carta e Internet sembra comunque poter avere sbocchi positivi, se sarà sfruttata lopportunità di riqualificare, via Internet, il sevizio al lettore: tramite ulteriori informazioni, più mirate e tempestive, tramite banche dati, cd rom di consultazione, ecc.
"Temo una disaffezione dei lettori conquistati da internet". "Avranno un taglio da Internet".
Pregi e difetti
Più in particolare:
Al Corriere della Sera si riconosce un miglioramento complessivo nello stile e nei toni utilizzati, ed il migliore dosaggio del mix tra commento e informazione.
La Repubblica si segnala come il quotidiano che registra la maggiore disaffezione (anche di lettori precedentemente fedeli): per il linguaggio è troppo fazioso, gridato e a volte volgare; per la copertura di fatti di cronaca rosa giudicata eccessiva; come pure per lo spazio dato al pettegolezzo e alle beghe tra i personaggi del mondo della politica e dello spettacolo. "Repubblica è diventato troppo rosa nellinformazione"
Il Giornale è stato segnalato come quotidiano che "cerca veramente la verità", che ha avuto il coraggio di avviare delle inchieste scottanti, anche se i modi e toni sono considerati fastidiosamente faziosi.
AllUnità viene riconosciuto il merito di alcune iniziative nuove e interessanti, come lapprofondito inserto cultura e spettacoli e la vendita a basso costo dei film in videocassetta.
Al Sole 24ore si riconosce il merito di aver ampliato lofferta per il proprio pubblico secondo delle modalità discorsive sempre più chiare, semplici ed esaustive.
Per il Messaggero le critiche riguardano in particolare lo spazio eccessivo concesso alla cronaca nera, alla rosa, ai pettegolezzi e alle voci. "Eviterei i titoloni". "I titoli devono corrispondere ai contenuti".
Iniziative promozionali
Le iniziative del recente passato maggiormente
apprezzate:
Per quanto riguarda il ricorso alla vendita in allegato al quotidiano di libri, video, ed altro vi è consenso sul fatto che nel breve periodo nessuno potrà farne a meno.
Il lettore fortissimo di quotidiani, affezionato al proprio prodotto, non pare particolarmente attratto da newsmagazine e altri allegati, anche di stretto contenuto editoriale.
Si ritiene comunque che lofferta punterà su allegati caratterizzati da unottica di servizio, ed offerti senza eccessivi aumenti di prezzo.
La prevalenza dei contenuti informativi
I lettori fortissimi considerano necessaria una
riqualificazione del quotidiano, fondata su una più orgogliosa affermazione
delle caratteristiche distintive della carta stampata. Il quotidiano dovrebbe
ridefinire (o riscoprire) la propria mission, rivalutando la sua specificità
soprattutto rispetto alla televisione.
"I giornalisti non scrivano articoli comprensibili solo ai lettori accaniti spesso i pezzi sono infarciti di riferimenti criptici a luoghi, persone, eventi la cui conoscenza è indispensabile per la comprensione dellarticolo ma lassenza di contestualizzazione scoraggia i lettori occasionali".
IN SINTESI
Aspetti criticabili:
"La notizia giornalistica rischia di appiattirsi su quella televisiva".
Mutamenti attesi:
Ricerca condotta presso osservatori indipendenti ed esperti del settore
Il ruolo del giornalista
La situazione nella quale si trova oggi ad operare il
giornalista italiano appare significativamente diversa dalla situazione tipica dei paesi
stranieri più avanzati
(Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna). Rispetto al
collega straniero, il giornalista italiano appare più chiuso in un mondo separato, più
lontano dai luoghi dove si origina la notizia e meno consapevole di lavorare in una
organizzazione orientata al raggiungimento di risultati economici positivi.
"Le assunzioni sono sostanzialmente bloccate". "Si è affermato un modo di scrivere vistoso e dedito al colore; il verosimile ha preso il posto del vero". "Il giornalista diveggia". "Cè servilismo nei confronti dei politici, che però non accettano un giornalista a meno che non sia servile".
I contenuti dell'informazione giornalistica
"Lattenzione allinformazione televisiva è scardinante".
Il mercato e lo scenario competitivo
La tendenziale caduta di diffusione della stampa è
giudicata fenomeno strutturale: riguarda tutto il mondo (con la sola, peraltro
spiegabilissima, eccezione del Far East). In questo contesto è possibile individuare una
serie di fattori critici particolarmente rilevanti per quanto riguarda specificamente
l'andamento del mercato italiano della stampa quotidiana.
Meno gravidi di conseguenze appaiono altri fattori: le dimensioni ridotte del mercato italiano rispetto ad altri mercati/aree linguistiche; il divario tra caratteristiche dei prodotti e aspettative del mercato pubblicitario; la competizione del mezzo radiofonico.
"La mancanza di valori conduce alla soppressione della lettura che è un valore in sé". "La concorrenza della televisione è decisiva molto più sul piano della pubblicità assorbita che sul piano giornalistico". "Significativo in particolare il divario tra prodotti, così come sono, e aspettative dei consumatori".
Il modello organizzativo dei quotidiani
La suddivisione dei ruoli ed il sistema dei contrappesi
che lega tra di loro i diversi attori -Direttore Responsabile, giornalisti, Direzione
Generale, Marketing, Distribuzione e diffusione, Direzione tecnica, Concessionaria, ecc.-
appaiono criticabili. Le responsabilità e le autonomie sembrano essere distribuite tra
i diversi attori in modo non adeguato. Con riflessi negativi sia sullautonomia
giornalistica, sia sulle politiche di business.
Particolarmente valorizzati sono i ruoli del Direttore Responsabile e di Capiredattori, Capiservizio e Inviati. Scarsamente valorizzati invece i Redattori ordinari ma il loro livello professionale, mediamente basso, giustifica i limitati margini di autonomia concessi.
Al di fuori dei ruoli giornalistici, riconosciuto e pesante appare il ruolo della Concessionaria.
Il ruolo del Direttore Generale inteso come vertice della struttura manageriale- appare chiaramente definito, ma tendenzialmente debole rispetto al Direttore Responsabile ed alla Concessionaria.
Scarsa lautonomia decisionale riconosciuta al Direttore Commerciale (in genere alle funzioni Distribuzione e Diffusione) ed al Direttore Tecnico.
La complessiva responsabilità delle politiche di marketing sembra non trovare una collocazione precisa: risulta di fatto allocata con poca chiarezza ed in modo poco esplicito presso funzioni diverse: Direttore Generale, Direttore Commerciale, Concessionaria, oltre che presso lo stesso Direttore Responsabile.
I modelli organizzativi sono frutto di tradizioni di volta in volta diverse- tramandatesi nel tempo, allinterno di singole aziende editoriali. Non appare visibile a differenza di quanto accade in altri paesi- un coerente modello organizzativo italiano.
La distanza tra i diversi modelli organizzativi italiani ed i modelli organizzativi di Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna, appare netta.
Il modello organizzativo italiano rende particolarmente difficile una gestione imprenditoriale delle Case Editrici e costituisce uno svantaggio competitivo nel confronto con gli operatori stranieri.
"Le aziende italiane che fanno giornali sono molto differenti soprattutto per la cultura organizzativa: difficile metterle insieme". "Il ruolo del vero marketing è, nella maggior parte dei casi, assente".
Stampa locale vs. Stampa nazionale
I veri quotidiani nazionali
nazionali per diffusione ma anche per peso politico-culturale sono
La Repubblica e Il Corriere della Sera. La diffusione di Repubblica
è più equilibrata. La diffusione del Corriere della Sera è sbilanciata dalla
forte concentrazione di vendite in Lombardia; ma non per questo può essere negata la
vocazione e latteggiamento del quotidiano nazionale.
Nonostante i contenuti specializzati, ha un ruolo ed un peso simile alla Repubblica ed al Corriere il Sole 24 Ore.
Tra gli altri quotidiani il più vicino allo status di quotidiano nazionale risulta essere nonostante gli andamenti diffusionali non lusinghieri- LUnità.
Quotidiani nazionali sono anche a loro modo i quotidiani sportivi, in particolare La Gazzetta dello Sport.
Il Corriere della Sera, La Stampa e Il Messaggero sono anche quotidiani locali. Ma il tipico quotidiano locale è la testata fortemente radicata in una realtà provinciale che supera il 40% di penetrazione sul totale dei lettori della zona: come Il Gazzettino di Venezia, Il Piccolo di Trieste. La misura della qualità del quotidiano locale sta nella capacità di offrire un mix equilibrato di notizie locali e di notizie nazionali.
Né la dimensione nazionale, né la dimensione locale appaiono significativi vantaggi competitivi. Sia la dimensione nazionale che la dimensione locale risultano vantaggiose, ognuna nel proprio ambito e con le proprie modalità operative. La dimensione nazionale garantisce massa critica, e quindi la possibilità di attivare pesanti macchine promozionali. La dimensione locale rende possibile una grande attenzione ai bisogni immediati dei lettori (cronaca, notizie utili, piccola pubblicità, necrologi).
Rispetto alla difficile situazione diffusionale che caratterizza il mercato nel suo complesso, sembrano sussistere migliori opportunità per i quotidiani locali.
Per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria, le opportunità sembrano essere leggermente migliori per i quotidiani nazionali.
Quotidiano vs. Stampa di diversa periodicità
La stampa quotidiana italiana appare sempre più
settimanalizzata, ovvero tesa ad occupare spazi già occupati dai
'settimanali' di attualità (newsmagazine), ed in genere dalla stampa periodica.
La settimanalizzazione dei quotidiani è ben nota da tempo agli operatori, ma continua ad essere proposta dagli addetti ai lavori come punto di partenza per lanalisi della competizione dei quotidiani con altri media.
Questa tendenza si manifesta sotto due forme:
Nonostante questo evidente spostamento i quotidiani mantengono in buona misura un loro specifico modo di comunicare con il lettore. Questo specifico modo appare un significativo fattore distintivo che avvantaggia i quotidiani rispetto ai periodici. Un patrimonio da difendere.
"Il quotidiano è diventato un contenitore privo di contenuti relazionati ai valori". "La cosiddetta settimanalizzazione si concretizza in un ventaglio orizzontale di opinioni, ma non in un uso dellinchiesta o in una varietà delle fonti".
Quotidiano vs. Televisione
La stampa quotidiana è sempre più succube del mezzo
televisivo: tesa ad imitare le modalità comunicative tipiche della televisione; disposta
a confondere ciò che accade con ciò che appare sullo schermo.
Gli aspetti caratteristici di questa sudditanza sembrano essere:
Nonostante tutto, i quotidiani appaiono però ancora portatori di un proprio specifico modo di trattare la notizia opposto al modo tipico della televisione. Anche questo è un patrimonio da difendere.
"Lappiattimento dei quotidiani italiani sulle modalità espressive tipiche della televisione è senza paragoni nel mondo occidentale". "La dipendenza dei quotidiani dalla televisione è dimostrata dalleccessivo spazio dedicato ai programmi e ai personaggi televisivi".
Distribuzione, Readership
Le modalità distributive adottate in Italia appaiono
inadeguate. Esiste una rete che vede agire troppi attori -Direzioni Commerciali,
Distributori nazionali e locali, ispettori, edicolanti, ecc.- e che se pure
garantisce larrivo giornaliero del prodotto sul punto vendita- appare eccessivamente
complessa e rigida.
Laffollamento delle edicole ha raggiunto il livello di guardia, ed appare necessario che i quotidiani siano offerti al pubblico presso punti di vendita diversi e con modalità diverse: supermercati, librerie, bar, tabaccherie, panetterie, ristoranti, distributori di benzina, strilloni, distributori automatici. (Il rischio che la moltiplicazione dei punti di vendita -favorendo i giornali ad alta tiratura- danneggi il pluralismo, è presente, ma non per questo la situazione attuale può essere difesa).
Appare evidente che cè molto da imparare da quanto accade allestero, e in generale dalla distribuzione dei prodotti di largo consumo (non editoriali). Sotto due punti di vista:
Il servizio attualmente offerto dalle ricerche di accertamento della diffusione appare nel complesso soddisfacente. Miglioramenti appaiono auspicabili per quanto riguarda la tempestività nella fornitura dei dati e lofferta di informazioni più dettagliate (ad esempio: spaccature per periodi inferiori).
Anche le ricerche di readership (Audipress) rispondono, in linea generale, alle esigenze. Più che per quanto riguarda le ricerche di accertamento della diffusione si sottolinea però lesigenza di miglioramenti:
(Nota: la ricerca Audipress, in conseguenza del rapido evolversi delle esigenze del mercato e politiche, è oggetto di continui adeguamenti, molti dei quali corrispondono alle aspettative indicate dagli intervistati).
"Livellamento delle forniture in funzione degli andamenti di vendita". "Avvicinarsi sempre di più alle dimore dei lettori o ai loro luoghi di frequentazione abituale". "Siamo in linea con i parametri europei" (per quanto riguarda i dati di diffusione e di readership).
Il quotidiano come veicolo pubblicitario
Nella competizione con gli altri mezzi
televisione, radio, periodici- il quotidiano si colloca in una posizione intermedia.
Lappeal del quotidiano in quanto spazio pubblicitario appare:
In prospettiva, non sembrano esistere spazi di manovra per agire sulle leve dellaumento delle tariffe, dellincremento della foliazione e del maggior affollamento. Il perseguimento di un migliore risultato economico in particolare per i grandi quotidiani nazionali- sembra possibile solo attraverso:
Per i quotidiani locali la vendita di spazi su allegati sembra offrire scarse prospettive. I margini di miglioramento risiedono in un miglior sfruttamento delle opportunità legate alla
dimensione locale: piccola pubblicità, necrologi, ecc.
"Ben diverse le prospettive per quotidiani nazionali e quotidiani locali" . "La raccolta pubblicitaria sarebbe migliore per i quotidiani locali (e sarebbe migliorabile anche per i quotidiani nazionali) se le redazioni non la boicottassero regolarmente".
Il quotidiano come oggetto di campagne promozionali e di
sostegno
Sul mantenimento (o sullincremento) dei livelli
diffusionali e dei fatturati pubblicitari grande peso hanno avuto negli anni recenti
politiche promozionali fondate su concorsi a premi ed allegati (allegati di natura non
strettamente editoriale: videocassette, figurine, ecc., e prodotti più propriamente
editoriali: sotto-testate segmentate per tematica e target di riferimento).
Simili politiche continueranno ad essere usate, ma complessivamente- con minore intensità e con minori aspettative di risultati significativi.
Si prevede un trend:
Esiste una generale tendenza a disinvestire, in particolare per quanto riguarda le azioni promozionali che utilizzano modalità e prodotti di natura non editoriale (concorsi, videocassette). Comunque, nel breve termine, nessun competitore può permettersi di disinvestire per primo.
"Il ricorso ai gadget continuerà, ma forse diventerà più legato alle tematiche dellinformazione". "Penso che nel prossimo futuro si affiancheranno alle formule già collaudate anche forme di fidelizzazione più innovative".
Il quotidiano e le nuove tecnologie
Il mutamento tecnologico più visibile e ricco di
influenze sul modo di lavorare dei giornalisti- è lingresso dei personal computer
in redazione. Il mutamento tecnologico più ricco di influenze sulla complessiva
progettazione del prodotto editoriale è la cosiddetta infografica: la
costruzione di progetti editoriali e la videoimpaginazione assistite da computer. Il
cambiamento strutturalmente più significativo dal punto di vista dei costi e del
ciclo di produzione- è la sostituzione dei complessi sistemi editoriali con
più leggere reti di personal computer collegati a server. Ma in generale tutte le fasi di
lavorazione hanno subito mutamenti: la progettazione, il lavoro redazionale,
limpaginazione, la preparazione per la stampa (prestampa), la stampa, la
confezione, la logistica di magazzino e di distribuzione.
Le nuove tecnologie hanno reso possibile il taglio dei tempi intercorrenti tra la chiusura in redazione e luscita del quotidiano. Con le nuove tecnologie sono scomparse figure professionali: tipografo, correttore di bozze, e sta mutando il ruolo del giornalista (in Italia con più lentezza che altrove).
La familiarità con le nuove tecnologie e la conoscenza delle implicazioni del mutamento che esse comportano appare scarsa presso gli addetti ai lavori italiani legati ad una formazione giornalistica o manageriale orientata al marketing-. Si tratta più di un mutamento subito che di un mutamento voluto e consapevolmente gestito. Ciò rende difficile la costruzione di scenari e la formulazione di previsioni. E pone gli operatori italiani in condizioni di svantaggio sul mercato editoriale internazionale.
Si coglie comunque una linea di tendenza, che collega luso di nuove tecnologie nella costruzione del prodotto editoriale tradizionale (su supporto cartaceo) allevoluzione verso i new media. Il nesso consiste principalmente nellalimentazione, tramite il lavoro giornalistico, di un magazzino di informazioni: un archivio elettronico (datawarehouse) dal quale possono essere estratte di volta in volta le informazioni utili a costruire tanto giornali quanto new media.
"Levoluzione dei sistemi editoriali verso sistemi di datawarehouse va capita pensando ad un a evoluzione del prodotto (soprattutto verso le forme elettroniche): se no ha poco senso".
Quotidiano vs. New Media
Lapparire sulla scena di nuovi mezzi di
comunicazione di massa pone una sfida al quotidiano stampato su carta.
La sfida appare particolarmente dura, perché la cultura editoriale italiana cultura uniformemente diffusa in ambito giornalistico, manageriale, tecnico-industriale, organizzativo è strettamente legata al concetto del prodotto carteceo.
In questa luce appare accettabile e comprensibile nelle sue sue prospettive a medio termine lo spazio occupato dal Cd-Rom. E visto come un prodotto integrativo
Si prevede così che nellarco di cinque anni tutti i quotidiani italiani saranno disponibili (semestralmente o annualmente) anche sotto forma di Cd-Rom. E che il Cd-Rom avrà un risultato di conto economico positivo.
Ben più minacciosa appare la prospettiva di un quotidiano on-line, diffuso via Internet (o Reti telematiche che costituiscano una evoluzione dellattuale Internet). Si dà per certa la sopravvivenza del giornale cartaceo; ma questa opinione appare, più che una tranquilla convinzione, una difesa di fronte ad un avvenire imprevedibile.
"I giornali italiani sono del tutto impreparati ai new media, che oltretutto non sono neanche più new". "Prevedo un rapido sviluppo del quotidiano on-line, anche se non a scapito del quotidiano su carta"."Cosa accadrà dovremmo chiederlo a Bill Gates".
Quotidiani italiani vs. Quotidiani stranieri
Il mercato italiano dei quotidiani presenta
significative differenze rispetto ai mercati esteri di riferimento (Stati Uniti, Francia,
Germania, Gran Bretagna).
"Più attenzione (sui quotidiani stranieri) ai grandi temi sociali e alle trasformazioni in atto". "Nostre carenze più grandi promozione e distribuzione".
Best practices
Guardando a quanto è accaduto sul mercato italiano dei
quotidiani negli ultimi cinque anni:
Trend
Le prospettive, per i quotidiani italiani, non sembrano
essere particolarmente lusinghiere.
Di fronte a questo quadro strategico, i quotidiani italiani dovrebbero alzare il tiro. Sembrano invece orientati ad una politica difensiva, di piccoli passi.
Più in dettaglio, si prevede che nei prossimi 5 anni assisteremo:
"Cè uno scadimento generale sul piano qualitativo ed una forte propensione ad adeguarsi al regime (quale che sia)". "Cè troppa prudenza". "I quotidiani si sono suicidati abbassando il livello culturale".
Il quotidiano che non cè
Pure nel contesto di un mercato caratterizzato da un
eccesso di offerta, e dove sembra che tutto sia già stato tentato, si segnalano
significativi spazi di praticabile innovazione, tesi a rispondere ad aspettative dei
lettori attualmente insoddisfatte.
"Quotidiano popolare. Ma quale?". Un quotidiano di poche pagine destinato (solo o innanzitutto) alle maggiori aree metropolitane. "Un quotidiano a due tempi. Telegrafico nelle notizie, diffuso nelle inchieste e nei perché. Capace, nelle varie coste, di dare le due velocità anche ad argomenti specializzati".