BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 09/06/2009

SIATE AFFAMATI, SIATE FOLLI! IL MESSAGGIO DI STEVE JOBS

di Amalia Vetromile

Rileggo l’articolo sull’Espresso ( 27 dicembre 2006, traduzione di Antonio Dini ) di Steve Jobs “Siate curiosi siate folli”. Sono particolarmente toccata dalle tre storie della sua vita che racconta. Ogni storia è una trasformazione alchemica, frutto del lavoro di antica sapienza di portare al calor bianco la sofferenza fino a trasformarla in opportunità di crescita creativa. La capacità di “stare” nel dolore senza fuggirlo, ma piuttosto guardarlo – tra l’ammirato, l’impaurito e il guardingo – come il grande drago da combattere. Il percorso dell’eroe.

Prima storia: “unire i puntini” di una vita. Jobs racconta la sua storia di bambino adottivo e di come, per strani intrecci della vita, non si sia laureato seguendo invece corsi di calligrafia. “Se non avessi lasciato i corsi ufficiali e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità”, dichiara Steve. Se non avesse lasciato il college e non avesse seguito quel corso apparentemente inutile ai fini professionali, forse i nostri personal computer potrebbero non avere quelle grandi e articolate capacità di tipografia che invece hanno.
Ma solo a posteriori ha potuto guardarsi indietro, vedersi riaffrontare quel drago della laurea mancata, per poter “unire i puntini” e dare loro un senso. E ancora Steve commenta, ripercorrendo il suo combattimento con il drago: “non è possibile 'unire i puntini' guardando avanti; si può unirli solo dopo, guardandoci all'indietro. Così, bisogna aver sempre fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Bisogna credere in qualcosa: il nostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Perché credere che alla fine i puntini si uniranno ci darà la fiducia necessaria per seguire il nostro cuore anche quando questo ci porterà lontano dalle strade più sicure e scontate, e farà la differenza nella nostra vita”.

Seconda storia: l’amore e la perdita. A 20 anni Jobs fondò la Apple con Steve Wozniak,  in dieci anni, dal garage di casa, l’azienda è cresciuta fino a diventare una compagnia da 2 miliardi di dollari con oltre 4 mila dipendenti. A 30 anni Steve è licenziato dalla stessa azienda che aveva creato, dal manager di talento che lui stesso aveva scelto.
Rinasce dalle ceneri come un’araba fenice: lo stesso dolore della perdita diventa motore di creatività. Durante i cinque anni successivi fonda la NeXT e poi la Pixar, che ha realizzato il primo film in animazione digitale, 'Toy Story', e adesso è lo studio di animazione di maggior successo al mondo.
Poi Jobs torna alla Apple, che nel frattempo ha comprato NeXT: la tecnologia sviluppata da NeXT è oggi il cuore del rinascimento di Apple. “Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato da Apple. è stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente. Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non bisogna perdere la fede, però. Sono convinto che l'unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l'amore per quello che ho fatto. Bisogna trovare quel che amiamo. E questo vale sia per il nostro lavoro che per i nostri affetti. Il nostro lavoro riempirà una buona parte della nostra vita, e l'unico modo per essere realmente soddisfatti è di fare quello che riteniamo essere un buon lavoro”.

La terza storia è a proposito della morte. Qualche anno fa a Steve è stato diagnosticato un cancro. “Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro (...) dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo”. Steve ha continuato a dar vita al suo grande amore per il suo lavoro, e così saluta i giovani laureati che assistono al suo discorso: “Stay Hungry. Stay Foolish, siate affamati, siate folli!”.

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