BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 10/08/2009

IL CONFINE TRA IL SOGNO E L'ILLUSIONE

di Amalia Vetromile

Le scelte innovative richiedono sempre una buona dose di coraggio, ma soprattutto intuizioni “visionarie” ovvero riuscire ad immaginare ciò che non c’è e potrebbe invece diventare realtà.
Evidentemente è un tema attuale, visto che Women&Technologies ha lanciato il  concorso Segnalate la tecnovisionaria 2009, disegnandone così il profilo: “Chi è una "tecnovisionaria"? È una donna capace di generare innovazione e di "inventare il futuro", creando tecnologie.  Innovazione che va intesa non come costruzione di nuovi strumenti, ma soprattutto come capacità di concepire diversamente i problemi e identificare nuovi obiettivi”.
A pensarci bene fa venire in mente il lavoro creativo dell’artista, che già “vede” dentro di sè l’immagine dell’opera che si accinge a realizzare: il compositore che ascolta già la sua melodia nella sua sala di ascolto interiore; il regista che immagina già le scene montate, gli attori che recitano e il pubblico plaudente in platea; lo scultore abbraccia già con gli occhi la meravigliosa statua che emergerà dal suo blocco di marmo. Il manager che avverte che il mercato sta cambiando e prefigura la nuova organizzazione anticipando nuovi scenari di approccio al business e customer relationship management.   
Credo che tutto questo abbia molto a che fare con la capacità che ciascuno di noi ha di sognare. Ma si può sognare nel mondo produttivo? Quante volte ci siamo sentiti ripetere: “Non sognare, sii più concreto”. Sembra quasi che nella nostra educazione occidentale il sogno venga troppo spesso confuso con l’illusione e non sia piuttosto considerato quello che è: una realtà che creiamo in un’altra dimensione, nel nostro mundus imaginalis.
Il sogno nasce nel cuore. Il sogno ha occhi profondi e confini allargati. Si apre a tramonti e a sublimi abbracci d’amore, senza timore di sofferenza. Più si è capaci di guardare oltre il dolore più ci si può consentire di sognare, ovvero il coraggio di plasmare nuovi orizzonti prima ancora realizzarli nella dimensione reale  nasce anche dal saper “contenere” la paura di sbagliare. Ma non solo, bisogna avere anche sapersi districare senza perdersi nel labirinto che confonde sogno e illusione.
Quale è il confine tra sogno e illusione?
L’illusione è la perdita di contatto con le debolezze proprie ed altrui, è figlia dell’incapacità di riconoscere - con il sapiente occhio dell’intelligenza del cuore – dove si nascondono le piccole grandi trappole dei timori inespressi, dei bisogni non riconosciuti che inquinano il nostro sogno. 
L’illusione ci fa vedere nella persona amata solo la parte solare, ci nasconde i pericoli della terra meravigliosa che ci affascina, e ne diveniamo schiavi, lasciando in loro balìa la nostra parte di bambini spauriti. L’illusione – cui spesso si accompagna la presunzione - non ci consente di valutare il rischio e quindi di porre in atto le necessarie misure per gestirlo.
Il sogno – così pericolosamente contiguo all’illusione -  è, invece, l’espressione del cuore che si allarga oltre i confini dell’umano, verso il mundus imaginalis. Il sogno ci consente di essere visionari e quindi fare scelte innovative - guidati dall’intelligenza intuitiva che sa guardare attraverso le debolezze, sorriderne, averne compassione – e, senza paura, tener conto anche dei rischi che si corrono percorrendo sentieri creativi.

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