BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 12/05/2003

L'INNOVAZIONE? CERTO BASTA CHE NON SIA TROPPO FATICOSA.....
PICCOLA PROVOCAZIONE SULLA COMPLESSITA'.

di Francesco Zanotti

La tesi è banale a descriversi: mi sono convinto che noi tutti siamo innovatori a parole. Cioè accettiamo tutte le innovazioni che ci permettono, gattopardescamente, di continuare a dire le tre cose che abbiamo in testa con l’abbellimento di qualche slogan.

Perché mi sono convinto di questa tesi?
Per il modo in cui stiamo affrontando tutto quel patrimonio di conoscenze che sta sotto il nome di complessità.
Lo stiamo affrontando come cercatori di slogan. E non come pellegrini che accettano di camminare una nuova terra. Convinti che questo cammino li potrà portare da mille parti ancora sconosciute (Perché la strada la di fa con l’andare!). Ma certo costringerà tutti coloro che accetteranno di essere pellegrini ad abbandonare tutte le convinzioni che costituiscono la loro identità cos’ cara e così pretenziosa.

Ed ora che ho esposto questa tesi? Sono felice di essermi sfogato e ritorno alle mie faccende di tutti i giorni?
No!

Trasformo il mio sfogo in proposta… Una proposta forte, anche se difficile.
In sintesi la proposta dice questo.
Innanzitutto la metafora della complessità è uno “strumento” inevitabile.
Oggi tutti noi stiamo vivendo una situazione di stallo dalla quale non riusciamo ad uscire perché stiamo vivendo all’interno di sistemi complessi trattandoli come sistemi semplici. Cioè stiamo cercando di aggiustare il televisore con il martello convinti che sia il teatrino delle marionette. Non otteniamo di riparare il televisore: lo trasformiamo in frantumi.
In particolare viviamo una situazione di stallo noi consulenti formatori.

La metafora della complessità è lo strumento per superare la situazione di stallo, ma è uno “strumento” ancora troppo primitivo.

Allora il primo impegno è un impegno di ricerca. E di ricerca fondamentale.

Ed è un impegno che non possiamo delegare. Voglio dire che si tratta di avviare una ricerca fondamentale che non è delegabile agli accademici, ma deve essere sviluppato dai practitioners. Detto diversamente, dobbiamo invertire i rapporti tra ricerca fondamentale e ricerca applicata.
Tocca a noi che vogliamo (che abbiamo bisogno di una nuova cultura per essere felici in questo mondo) dare un contributo a precisare una metafora che oggi è solo balbettata.
E poi dobbiamo declinare questa metafora alle situazioni concrete che vogliamo affrontare.

Per fare tutte queste cose da dove partire? Da un primo tuffo nella metafora della complessità … Davvero oggi di questa metafora vengono raccontati solo gli aspetti più folcloristici, ma sostanzialmente innocui, come ad esempio la teoria del caos.
Ma la metafora della complessità è ben altro.

Provo a descrivere questa alterità

Le radici della complessità sono, nel mondo occidentale, costituita da tre scoperte.

La prima è costituita dalle geometrie non euclidee! Roba di due secoli fa (il 1800) con anticipazioni in quello precedente (padre Saccheri). Cosa sono le geometrie non euclidee? Sono la scoperta che la matematica non è un descrizione del mondo reale. Ma è una collezione di romanzi possibili.
Ogni geometria è una sorta di romanzo dello spazio. Che racconta degli spazi possibili. E alla domanda: ma qual è lo spazio “reale”, quello che tutti calpestiamo? Ecco, a questa domanda non c’è risposta!
Tentando di generalizzare la lezione delle geometrie non euclidee, forse possiamo dire che le diverse teorie matematiche sono storie. Che, per di più, non hanno neanche la pretesa di essere vere. Sono storie scritte in linguaggi difficili. Per accedere a queste storie è necessario utilizzare linguaggi particolari.
E sono storie delle quali non si può escludere una sintesi. Perchè si escludono a vicenda.

La seconda radice è costituita dalla meccanica quantistica.
Essa è un corpo teorico complesso, ancora oggi considerato misterioso, ma che ha proposto alcune dimensioni della complessità sorprendenti.
· il ruolo creativo dell’osservatore che non guarda (misura) un sistema "quantistico", ma lo modifica, fa precipitare il suo potenziale di identità in una attualità concreta;
· l’impossibilità di esaurire la conoscenza della realtà: il famoso principio di indeterminazione;
· la contemporanea legittimità di visione contrapposte: il meno famoso, ma altrettanto importante principio di complementarietà che rivela che la materia è non solo particelle ma, contemporaneamente, anche onde.
Ma la meccanica quantistica è vera? Descrive veramente come funziona il mondo? Io credo che la meccanica quantistica sia come una delle geometrie non euclidee: è un romanzo su come potrebbe essere il mondo. Un romanzo diverso e più pretenzioso delle geometrie non euclidee, ma sempre un romanzo.

Il terzo pilastro è costituito dai teoremi di Godel. Egli ha dimostrato che ogni teoria matematica (ogni romanzo scritto in quella lingua difficile che ò la lingua dei matematici) che pretende di essere completa (di descrivere tutto un universo) è per forza di cose (matematiche) auto contraddittoria.
E questa è l’ultima sberla alla cultura scientifica di Galileo!
Non solo non esiste un’unica descrizione possibile del mondo, ma anche ognuna di queste descrizioni è “traballante”. Nel senso che tanto più pretende di essere “completa” tanto più rivela inconsistenze interne.

Ma perché l’ho messa giù così dura?
Perché penso che una più profonda e più utile (capace di creare una nuova cultura ed una nuova prassi manageriale) metafora della complessità possa nascere solo se si parte da una “riscoperta” delle sue origini.

Io ho provato a percorrere questa strada ed ho sviluppato alcuni risultati parziali. Che, però, rivoluzionano i concetti di “apprendere” (ad esempio portano a concludere che non esistono processi di questo tipo), le modalità di fare strategia, di intendere il cambiamento organizzativo. E più in generale di fare socialità politica e cultura.

Questo mio contributo è già disponibile ai lettori di Bloom sotto il titolo “Dal mito del controllo all’ecologia del progetto” …
Posso dire che mi piacerebbero commenti e reazioni?

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