Cos’è la fiducia? Come creare relazioni di fiducia? (1)
La fiducia è un patto su un patto di verificabilità che crea il contesto in cui ha senso negoziare e esserci.
Il contesto della fiducia può essere espresso con una frase di questo genere: “per diminuire l’incertezza delle nostre aspettative e trovare motivazione, in modo di semplificare le scelte arricchendo al relazione, scegliamo ora come verificheremo i risultati della nostra collaborazione e come funzioni il nostro modo di verificarli”.
Creare fiducia è più facile che spiegare come farlo, come camminare. Avete mai provato a descrivere esattamente come camminate?
Come camminare, la fiducia è un processo di continui sbilanciamenti e “cadute” frenate da “cadute” in direzione opposta.
Qui di seguito descriviamo la fiducia passo passo, con gli sbilanciamenti nell’una e nell’altra direzione, e spieghiamo come mai tutti insieme i passi facciano una camminata agile, per comprendere infine come diventi più facile scegliere dove andare quando si sa camminare bene.
Domande per creare fiducia
La fiducia è un patto su un patto di verificabilità che crea il contesto in cui ha senso negoziare e esserci.
Il contesto della fiducia può essere espresso con una frase di questo genere: “per diminuire l’incertezza delle nostre aspettative e trovare motivazione, in modo di semplificare le scelte arricchendo al relazione, scegliamo ora come verificheremo i risultati della nostra collaborazione e come funzioni il nostro modo di verificarli”.
Per creare questo complesso contesto è utile rispondere a queste domande in questo ordine:
N.B.
- se ad una domanda non si riesce a rispondere, rispondere prima alla domanda successiva per poi tornare a cercare la risposta alla domanda precedente, e dopo averla trovata rispondere alla successiva domanda come se fosse stata posta per la prima volta
- proseguire con queste ondeate su e giù mantenendo la direzione data dall’ordine delle domande, che è ciò che organizza il senso delle risposte
- quando ad un punto corrispondono più domande (es: punto 13) è perché le risposte vanno cercate contemporaneamente
- Cosa mi costa avere fiducia?
- Cosa temo? (Per la mia struttura e la mia identita, per la mia responsabilità di riconoscermi e per il mio potere di rispondere). Temo di giudicarmi ingenuo? Preferisco puntare sul facilmente dimostrabile autoadempiente “avevo ragione” per sentirmi migliore?
- Quanto sono disposto a rispondere come se l’incertezza fosse minore?
- Come esattamente negozio con me stesso il rischio?
- Come considero sufficiente quanto e come gli altri negoziano con se stessi il rischio che condividiamo?
- Quale rischio mi sembra ora sostenibile?
- Quali sono i presupposti della mia/loro/nostra emozione di incertezza in base ai quali consideriamo minaccioso qualcosa?
- Riconosco i costi della sfiducia, che poi è la fiducia nella sfiducia? (demotivazione, disimpegno, necessità di controllo, ostacoli alla creatività e al problem solving, depauperamento della responsabilità, isolamento, alienazione, conflitti … e il rimanere incastrati nella sfiducia)
- Credo di essere migliore se faccio scelte fondate su ciò che reputo più probabile che accada?
- Sono disposto a far passi gratis?
- Cosa posso fare per rendere agli altri emozionalmente sostenibile il loro rischio? Cosa negoziare con loro?
- Quanto vale per i miei obiettivi che ci sia fiducia?
- Quali informazioni mi sono sufficienti? Quale realtà/informazioni è necessario condividere? Quali sono i limiti del nostro contesto/quali sono i presupposti che definiscono il nostro contesto?
- Quali sono i criteri in base a cui considerare vere, esaustive e pertinenti le informazioni che permettono di verificare la fiducia?
- Quali scopi vogliamo perseguire insieme? Quali sono gli scopi degli scopi (e magari anche gli scopi degli scopi degli scopi)? Quali comportamenti ci si attende ad ognuno dei tre livelli?
- Mi piacerebbe avere fiducia? (come fluirebbero i miei comportamenti? Qual è il grado della mia integrità a seconda del livello di ficìducia? Mi sentirei motivato? E responsabile? Mi accorgo che creare fiducia è un percorso per aderire a me stesso?)
- Chi sono e chi siamo avendo fiducia?
- Cosa ci auspichiamo? (nei tre livelli di desiderio, speranza, impegno: definizione di obiettivi, specifica dei criteri di soddisfazione, specifica dei propri presupposti)
- Quanto desidero semplificare le mie scelte? Qual è la lentezza di scelta sostenibile?
- Quanto sono disposto a coinvolgermi/investire in una relazione per raggiungere quel livello di semplificazione?
- Qual è il livello sostenibile dell’imprevedibilità dell’altro?
- Quanto sono disposto a sorprendermi?
- Quali sono i passi (tempi, luoghi, modalità, criteri) di verifica degli obiettivi e quali di verifica della relazione?
- Vogliamo un contesto di fiducia perché in esso ha senso esserci, fare, ascoltare, rispondere?
- Come partecipo io a questa evoluzione? Quali libere* (*libere in quanto non definite come ovvie dal contesto dunque inattese e dunque libere dal dover essere accettate e ricambiate) offerte posso fare?
- Quali sono i limiti della fiducia? Quali le necessarie verifiche dedotte dai limiti della fiducia?
- Come ci accorgeremo di aver raggiunto gli obiettivi?
- Come ci accorgeremo che c’è fiducia?
- Che tipo di feed-back ascolteremo rispetto ai risultati e rispetto alla relazione di fiducia?
- Come ci sentiamo nel contesto di fiducia attuale? Chi sono/siamo?
E poi verificare
1- “Per offenderci sprechiamo una gran quantità di energie che potrebbero essere investite per raggiungere gli obiettivi aziendali”, scrive Emma Rosenberg Colorni in Lavorare senza offendersi. Come gestire emozioni e conflitti,Guerini e Associati, 2006. Come si mostra nel capitolo finale del libro, le energie potrebbero in alternativa essere destinate alla‘creazione della fiducia’. (Nota di Francesco Varanini)