BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 16/12/2002

I DIARI DELLA RETE

di Maurizio Carrer

Weblog
Da poco più di un anno è apparsa sul web una nuova forma di comunicazione: i weblog. Il fenomeno nato negli Stati Uniti si è rapidamente imposto all’attenzione degli utenti di Internet, tanto che oggi si stima esistano più di 100.000 weblog. Di che cosa si tratta?

Riporto di seguito una definizione che ho trovato su un sito italiano di riferimento, Bloggando

Un weblog è un ambiente dove i navigatori possono essere passivi (leggere notizie) o attivi (scrivere notizie), possono interagire con le notizie scritte da altri, commentandole o integrandole. Un weblog, ancora, è un'incubatrice per comunità (termine abusato, ma tant'è non ci sono molti altri modi per dirlo) di navigatori con interessi comuni.

Si tratta in sostanza di un sito (web) che conserva una traccia di tutto il contenuto (log). In realtà il linguaggio della rete ha ancora contratto il termine weblog, facendolo diventare blog.

Il blog è quindi un sito-diario dove chiunque ha qualche cosa di interessante da dire lo può fare, contribuendo così alla stesura di un vero documento ipertestuale, sempre in divenire.

Oggi esistono sulla rete dei tools per il mantenimento e la gestione dei weblog, (http://www.splinder.it) così chi intende pubblicare qualche cosa può concentrarsi solo sul contenuto.

Il fenomeno dei blog si è rapidamente diffuso ed ha incontrato subito l’interesse degli utenti. [1] Nei weblog infatti ciascuno può dire ciò che gli pare e proprio perché le persone amano condividere passioni e interessi, ciascuno può partecipare inviando contributi personali sui temi per i quali si sente coinvolto. Tutto ciò va inoltre nella direzione dello sviluppo del web, perché i blog sono molto ricchi di link, di riferimenti, di ipertesti insomma. Sembra la continuazione del progetto Xanadu di Ted Nelson. [2]

L’organizzazione dei blog
Internet si sa che è un’organizzazione senza centro, di per sé il web appunto non ha leader, la diffusione delle informazioni non irradia da una unica fonte, come nella logica del broadcasting.

Questa affermazione è vera in parte. Oggi purtroppo gran parte delle informazioni che troviamo sulla rete sono figlie di logiche televisive, basti pensare all’organizzazione dei portali generalisti. La pubblicità è sempre più invasiva e fastidiosa, il web è anche diventato un terreno fertile per le truffe, le junk mail aumentano, così come è in aumento l’uso indiscriminato dei programmi dialer per farci scaricare sfondi, materiale hardcore, mp3 ecc.

Questo tema è stato in parte affrontato dall’articolo di Bruno Bonsignore apparso su Bloom lo scorso 9 dicembre. Sono d’accordo con te Bruno, ma confido in una maturità crescente degli utenti della rete che sappiano scegliere e non farsi fregare, così potremo girare questo capitolo.

Oltre questo scenario tuttavia su Internet sorgono comunità spontanee che danno vita a progetti molto interessanti. Le comunità funzionano se le persone si sentono di farne parte e non servono strutture complesse per organizzarle. Tipicamente le comunità sorte nei blog sono organizzazioni senza regole che però funzionano benissimo. Credo che questa sia una riflessione importante che dobbiamo fare ed è un insegnamento che ci viene da Internet.

L’esempio di Bloom!
E’ curioso altresì notare l’assonanza del termine con il nostro Bloom! , nato nel “lontano” 1998, molto prima quindi della moda dei weblog.

Bloom! è nato circa 4 anni fa dalla volontà di 3 amici ed oggi i contributi e le rubriche di cui è composto contano più di 50 firme.

Bloom! è nato senza investimenti, realizzato in linguaggio html standard, in questi anni non ha mai cambiato aspetto, solo recentemente è stato introdotto un database full-text per la ricerca dei contributi. I punti di forza sono gli aggiornamenti costanti, che avvengono settimanalmente per tutto l’anno, la scelta precisa di non profilare alcun utente, la mancanza di messaggi pubblicitari.

Le regole per la comunità sono, speriamo, chiare e semplici. Così come speriamo la navigazione nel sito sia semplice e intuitiva.

Bloom! è un documento ipertestuale dove tutti i lettori sono invitati a dare il proprio contributo. Tutto ciò che viene scritto su Internet, ricordiamolo, assume valore solo se contiene link ipertestuali verso altri documenti e la rete in questo modo si sviluppa.

Oggi la comunità di Bloom!, pur essendo ancora “piccola”, guarda comunque ogni mese più di 18.000 pagine, i visitatori unici sono circa 5.000,  i nuovi visitatori sono più di 3.000.

Lo riteniamo un successo; ed è la prova che non valgono, o almeno non valgono sempre, certe “regole” ritenute da molti fondamentali: l’impatto grafico accattivante e l’uso di artifici per catturare l’interesse dei visitatori.

Bloom! condivide con i siti blog queste caratteristiche, spesso dimenticate: cercare di dire cose interessanti, e cioè preoccuparsi più dei contenuti che della forma; coinvolgere le persone, non solo offrendo loro cose da leggere, ma chiedendo loro di scrivere; essere semplici da utilizzare; contribuire alla proliferazione di link.

Quando un sito fa queste cose il contributo che dà allo sviluppo di Internet è grande.



[1] Provate a curiosare su:

http://www.blog.it
http://www.blogger.com

[2] Teodor Holm Nelson, Literary Machines, Swarthmore (Pa), 1981 (pubblicato in proprio). Trad. it. dell'ed. 1990: Literary Machines 90.1. Il progetto Xanadu, Padova, Muzzio, 1992.

 

Pagina precedente

Indice dei contributi