BLOOM! frammenti di organizzazione
Pubblicato in data: 23/10/2006

L'INVASIONE DEGLI ULTRARICCHI: BILL GATES IL FILANTROPO (3)

di Guido Tassinari

In due articoli dei mesi scorsi proponevo di guardare all’effetto dell’impiego filantropico di grandi patrimoni privati attraverso una lente trifocale fatta della libertà individuale dei beneficiati, della raccolta delle tasse, della condivisione sociale di finalità pubbliche.

Per continuare l’osservazione, comincio da quest’ultima ottica, stimolato da una notizia di questi giorni: il più grande watchdog statunitense che si batte per la difesa dei diritti umani assume un/a esperto/a di pubblicità e marketing, per affidargli/le le nuove strategie di diffusione della propria vision.

Due le ragioni principali, una esplicitata, l’altra no, in quanto meno confessabile.

La prima, discende dalla valutazione che la lotta con il governo statunitense sull’interpretazione dei principi di diritto da applicare al trattamento dei combattenti nemici detenuti indefinitamente e senza processo a Guantànamo e in altre carceri segrete sparse per il mondo, dalle aule dei tribunali costituzionali si stia spostando nell’arena pubblica, e che quindi il messaggio della mission vada potenziato per spingere il pubblico americano a prendere parte alla contesa.

La seconda –la ragione inconfessabile, e in questa sede la più interessante- è che il più grande watchdog dei diritti umani al mondo ha dispiegato anch’esso negli Stati Uniti delle truppe comunicative per vincere la battaglia di Guantánamo, comandate da strateghi che stanno oscurando gli analoghi sforzi dei loro omologhi –o meglio, competitors- statunitensi. La competizione, per i dirigenti dell’organizzazione americana, è perciò raddoppiata, e dev’essere portata avanti insieme sui due livelli, quello dello scontro per vincere ai propagandisti del governo cuori e menti dei cittadini, e quello dell’accrescimento della propria visibilità agli occhi del pubblico, a quelli dei grandi finanziatori e soprattutto, in definitiva, agli occhi dei governanti stessi.

Ossia, utilizzando i termini della questione introdotti in precedenza, i due più grandi difensori dei diritti umani al mondo entrano in competizione -fra loro e con il governo- per imporre la condivisione sociale di alcune loro finalità -che essi vorrebbero essere pubbliche- e per sovrapporvi il proprio brand. Ed essendo fra i pochi al mondo –nel loro campo- dotati di certe risorse, lo fanno con gli strumenti specifici della competizione nelle economie di mercato.. oligopoliste.

Ma se il fatto che le nostri menti siano campo di battaglia per scontri fra oligopolisti è già fonte di timori, ancor più si deve temere (per la nostra autonoma formazione di una individuale preferenza verso gli scopi pubblici, e quindi al libero processo della loro condivisione sociale: per esempio in materia di priorità nella lotta alle epidemie) allorquando in un siffatto mercato delle idee irrompe un grande monopolista privato, che dota la sua personale fondazione di inauditi -e imbattibili- strumenti finanziari e mediatici per perseguire i propri fini (per esempio la vaccinazione gratuita -e obbligatoria- contro alcune, e non altre, epidemie).


1- L'invasione degli ultraricchi: Bill gates il filantropo (1) e (2) rispettivamente del 31/7/06 e 15/05/06.

2 -Anche perchè già due anni fa lo stesso governo americano assunse una esperta di pubblicità e marketing, per affidarle le nuove strategie di diffusione della propria vision di un Nuovo Medio Oriente fra le popolazioni arabe e musulmane.

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