Controllo della cittadinanza sull’esercizio del potere politico. Comune nei paesi di democrazia matura, novità per noi. Non limitarsi a manifestare, a indignarsi, ad astenersi dal voto, ma rilevare le manchevolezze del potere, renderle pubbliche e attivare la protesta delle constituencies (collegi elettorali). Manchevolezze sono le promesse mancate, gli impegni elettorali disattesi, continuare a promettere e mai resicontare. C’è poi l’ampio panorama delle fallacie logiche e argomentative a difesa propria e ad offesa degli avversari e, infine, il comico, sempre annidato nelle manchevolezze, spesso maldestre. È il bersaglio del cabarettista di professione che però, come il giullare di corte, è accettato, se non tocca i punti realmente dolenti. Se rispetta la regola, è utile a dare un’impressione di tolleranza e di superiorità del potente.
Qualche esempio di giustificazioni maldestre dei governanti.
Abbiamo trovato un enorme buco nel bilancio…; L’opposizione rema contro!; Ci sono dei gufi che creano un clima di sfiducia.
Circa il primo punto, basta osservare che il bilancio è pubblico e il suo stato palese al momento della candidatura; circa il secondo, che remare contro è un modo di fare opposizione; circa il terzo, che evocare l’uccello di malaugurio è tornare al tempo delle fattucchiere e del malocchio, oltre che un’offesa gratuita ai gufi.
C’è poi il comico che di solito ha la forma del grottesco e dell’osceno, non nel senso d’impudico, ma in quello di offesa all’etica pubblica. Il tangentato che dice “a mia insaputa”, il grande capo che si dichiara inconsapevole, essendo il vero beneficiario della dazione, il fruitore di una catena prostituiva organizzata che accetta la definizione avvocatesca di semplice destinatario finale.
Grottesco autolesionista è quel politico, sceso in campo all’insegna della diversità e dell’onesta, e che, colto in fallo, accusa gli accusatori di essere più in fallo di lui, certificando il convincimento popolare “Sono tutti uguali”.
Grottesco, in chiave cafonal, è il politico devoto e votato alla povertà, beccato in una suite da € 3.500/notte, pagati da un “amico”. Oscena è la Senatrice eletta in rappresentanza di disoccupati ed emarginati che sfoggia una mise – scarpe, borsa, abito, gioielli, sciarpa – per complessivi 15.000 €.
Napoleone fu Cafonal storico in almeno tre occasioni documentate. Fece staccare la Gioconda dalla parete del Louvre, per appenderla nella sua camera da letto; di ritorno dalla disfatta russa, inviò il dispaccio “Armata decimata. L’imperatore è salvo e sta bene”; al momento dell’incoronazione, per la quale aveva scomodato il papa fino a Notre-Dame, gli strappò la corona di mano e se la mise in testa, precisando “Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca!” Wellington, dopo qualche anno.
La controargomentazione, la denuncia documentata, la berlina del ridicolo sono armi della contro democrazia. Sfilare, soffiare nei fischietti, battere sui tamburi, gridare slogan è totalmente inutile. Penoso, alla fine.