Non parlo di scandalo, perché ormai nessuno più si scandalizza. Parlo di costume morale e convenienza, cioè se certi comportamenti sono convenienti, nel senso di appropriati, per un uomo di Stato.
Fortunatamente i favori ai familiari non sono penalmente rilevanti. Se la giustizia dovesse sanzionare il costume, saremmo in un regime o Stato di Polizia come fu la Repubblica di Venezia nella decadenza con l’azione incontrollata del Consiglio dei Dieci.
Il favoritismo è moralmente rilevante e fortemente antisociale e antiestetico. Procurare come favore, e a seguito di uno scambio di favori, un posto di lavoro superretribuito a un parente, equivale a sottrarlo, come equivalente di spesa, a 8 giovani disoccupati. Questo è il punto.