Contributi

L’inganno di crescita e produttività

di Alessandro Bolzonello 20 Gennaio 2017

6950892436_c1aea2740a_bPer cacciare le allodole viene adoperato uno speciale congegno a specchi che, illuminato dal sole, inganna quella specie di uccelli attirandoli nella rete.

Oggigiorno parlare di crescita e produttività significa alimentare l’illusione che una nuova fase di sviluppo economico sia alle porte. E’ una speranza diffusa, collettiva che, in modo collusivo, viene alimentata dai principali attori della scena politica ed economica.

Esistono due livelli di realtà: quella auspicata e quella effettiva.

L’auspicato è l’idea che, nonostante il reiterarsi della situazione di crisi, si stia vivendo una contingenza che prima o poi si concluderà per poi riprendere il suo naturale percorso di ascesa. Permane forte infatti l’orientamento a progettare, rilanciare e costruire quale strategia per affrontare l’emergente, come se non fossero cambiati i tempi, come se non si fosse entrati in un nuovo paradigma.

L’effettivo sta di fronte ai nostri occhi: tessuto economico drasticamente ridimensionato, risorse finanziarie della pubblica amministrazione prosciugate, posti di lavoro ridotti e sempre più precari. Soprattutto diffusa impotenza: l’agito è pura difesa dell’esistente, tentativo di riduzione del danno, nel migliore dei casi rallentamento del ridimensionamento.

Anche lo sviluppo normativo si muove dentro questo perimetro: nel perseguimento ufficiale di ipotetiche prospettive di sviluppo si regolarizza provvisorietà e precarietà (la riforma Fornero e il Jobs Act sono una testimonianza).

Matteo Renzi è la vittima esemplare di tutto questo: ha ostentato la prospettiva dello sviluppo, ha declamato l’inversione di marcia (suo è lo slogan “cambiaverso”), ha scommesso insomma sulla crescita. La sua sconfitta di dicembre è esito di questo errore di valutazione che nel suo caso diventa errore politico.

Siamo di fronte alla necessità di prendere atto che non ci sarà un rilancio a breve, neppure a medio termine. Il progressivo ridimensionamento del sistema economico procede senza sosta, senza intravedere all’orizzonte qualcosa di nuovo.

In fin dei conti, essendo la realtà troppo pesante da “digerire” la si veste d’altro nel vicendevole inganno di essere su binari diversi di quelli effettivi: ci illudiamo di essere in ascesa mentre, nel migliore dei casi, stiamo rallentando la discesa.

Pubblicato su Invito a …

Foto (modificata): Amore, amor, di nostra vita ultimo inganno.

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Economista e psicosocioanalista. Si occupa di personale in una azienda informatica. Cultore dell’essere umano e delle sue vicende. Ha avuto la possibilità di aprire naso, occhi ed orecchi di fronte alla vita, ancor più in un contesto, quello attuale, in piena mutazione, con-fusione, dove alla degenerazione si intreccia la rigenerazione, alla barbarie la genialità. Fin dove può, prova a 'tenere dentro' tutto quello che c'è, con la convinzione che l'esistenza di una 'cosa' oppure di un 'fenomeno' non sia mai un caso. Ritiene questa posizione liberante: elimina la categoria dell' 'assurdo', del 'non senso' ed apre al 'possibile', al 'nuovo'.

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