Contributi

Difendere la fabbrica ed altri versi

di Stefano Cosulich 15 Aprile 2013

Pubblico qui alcune poesie dell’amico Stefano Cosulich, Direttore del Personale, amico, che non nasconde il fatto di  scrivere poesie, e usa anzi consapevolmente le poesie come strumento di lavoro, mezzo di comunicazione. Si può eserecitare il proprio ruolo di  Direttore del Personale in tanti modi. Ma esercitare il ruolo usando la poesia, leggendo poesie nella Convention della propria azienda, usando la poesia nei momenti difficili, nei passaggi critici – questa è una cosa che merita attenzione ed ammirazione.

Ancora una volta si può dire: ciò che non si può dire altrimenti, si può dire in versi.

Ho tratto queste poesie dal sito da poco aperto da Stefano Cosulich, www.hrpoet.altervista.org/
Francesco Varanini
 

Difendere la fabbrica

Difendere la  fabbrica
come una trincea
dagli attacchi proditori
e subdoli della globalizzazione
Difenderla come una bandiera
dalle malinconie dei nostri regnanti
Difenderla per il nostro destino
per il domani di giovani
senza futuro
Difenderla come una certezza
dallo smantellamento e dalla rovina
Difenderla come un diritto
è un nostro preciso dovere.

 

La fabbrica

Luogo di eroi
di gesta incuranti
del caldo
del freddo
delle varianti.

Vietato fermarsi
sedersi
distrarsi

vietato lagnarsi.

Luogo di eterna tenzone
tra l’uomo
e l’automazione
dove un dì tambureggiavano
cottimo e taylorizzazione

Oggi inesorabili incedono

la globalizzazione
la delocalizzazione
……

LO SMANTELLAMENTO!

 

L’entusiasmo del posto fisso / Impiegati

Passi pigri
Pesanti sospiri
Cravatte col nodo scorsoio
Camicie fradice di pazienza
E…
I vestitini per evadere un poco!

 

L’inevitabile accordo / Mobilità

Un tavolo freddo
pareti distanti
due fogli
una penna
là in piedi
da soli
al centro di tutti gli sguardi
un uomo
una donna
forse un padre
una madre
aggrappati
a un presente
che muta
vacilla
sgomenta.

Liturgia di parole
di firme
e poi il vuoto.

Non ci sarà più la sveglia
la strisciata all’ingresso
il caffè del mugugno
la fuga alle cinque.

Solitudini piene
di silenzi e di ansie
riempiranno
le stanze…

E il fruscio
malinconico
della carta spedita.

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http://hrpoet.altervista.org

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